Begliano, così sarà gestita la comunità per minori stranieri non accompagnati

Begliano, così sarà gestita la comunità per minori stranieri non accompagnati

LA SITUAZIONE

Begliano, così sarà gestita la comunità per minori stranieri non accompagnati

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 22 Feb 2025
Copertina per Begliano, così sarà gestita la comunità per minori stranieri non accompagnati

L'approfondimento sul progetto è di Sergio Serra, responsabile del servizio per la cooperativa Duemilauno Agenzia Sociale. Puntualizzati alcuni aspetti oltre alla turbolenta assemblea.

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Molte provocazioni, varie lamentele e poca comunicazione: è così che si è “risolta” l’assemblea pubblica a Begliano di due giorni fa, voluta dall’amministrazione comunale di San Canzian d’Isonzo per spiegare ai cittadini il progetto della comunità per minori stranieri non accompagnati che sorgerà all’interno dell’edificio dell’albergo “La Crociera”.

Un’impressione condivisa e sottolineata a posteriori dai rappresentanti di Duemilaeuno Agenzia Sociale, la cooperativa con sede a Trieste che ha acquistato l’immobile e gestirà la comunità per adolescenti migranti. A parlarne per il nostro giornale è Sergio Serra, attualmente gestore delle varie strutture e servizi rivolti ai minori e futuro responsabile del centro a Begliano. «All’assemblea vi erano presenti dei residenti con le loro rimostranze ma realmente interessati a sentirsi spiegare il progetto, ma anche persone di comuni limitrofi giunte solo per provocare, contestare e creare un clima di tensione» comincia puntualizzando il dottor Serra.

Una situazione, insomma, che ha reso difficile comunicare al pubblico l’iniziativa, il lavoro svolto e le opportunità offerte dalla cooperativa con completezza e dovizia di particolari. Fra questi, l’elasticità con cui la cooperativa si adatta ai flussi migratori e alle situazioni che si trova di fronte, stabilendo di conseguenza l’impostazione della comunità. «Abbiamo cercato di spiegarlo, ma ai più è probabilmente sfuggito – riprende Serra – il “tipo” di comunità viene stabilito sulla base di chi sarà ospite e delle loro necessità: si è parlato solo di ragazzi maschi, ma è anche probabile che quella di Begliano diventi una comunità per sole ragazze. Le minorenni che arrivano non accompagnate sono molte meno dei ragazzi, ma comunque è una necessità perché in regione non ve n’è ancora nessuna».

L’ipotesi più probabile resta, come descritto all’assemblea, quella di una comunità di seconda accoglienza, in cui i ragazzi rimangono fino al compimento della maggiore età svolgendo attività di formazione al mattino e sportive, ricreative o educative al pomeriggio. Diversa è l’impostazione di una comunità di prima accoglienza, servizio di cui Duemilaeuno Agenzia Sociale si occupa a Trieste: qui i giovani ospiti appena arrivati in regione dopo aver affrontato tutte le peripezie della rotta balcanica si fermano solo per trenta giorni durante i quali ricevono le prime cure, accudimenti e aiuto nella sistemazione delle pratiche burocratiche, ma anche imparano le prime basi di lingua italiana e vengono inseriti in altri percorsi formativi di breve durata. «Tutto il processo iniziale che stiamo portando avanti, l’iter autorizzativo e i lavori in struttura sono validi per qualsiasi successiva soluzione – ci tiene a specificare il futuro responsabile - in ogni caso, comunque, gli ospiti saranno adolescenti migranti fra i 14 e i 18 anni».

Una comunità di seconda accoglienza attiva nel territorio dal 2016 e gestita da Duemilaeuno, è quella di via Timavo a Monfalcone. L’impostazione è quella spiegata poco sopra: formazione professionale, linguistica e civica («così come si insegna a un adolescente italiano il rispetto reciproco, il tenere in ordine le proprie cose e via dicendo, così facciamo anche noi»), ma anche numerose attività sportive, musicali e laboratoriali organizzate sia dalla stessa cooperativa che in collaborazione con associazioni e volontari locali. Una sinergia positiva con il territorio che, racconta Serra, non verrà meno neanche a Begliano, nonostante il clima di malumore che è parso dominare la presentazione: «Al termine dell’assemblea si sono presentati dei cittadini che hanno accolto molto positivamente l’idea e si sono dichiarati disponibili per svolgere attività assieme a noi in futuro, ma non l’hanno detto di fronte al pubblico per paura di subire violenze verbali».

«Ciò che noi di Duemilaeuno abbiamo cercato di far capire all’incontro è che il nostro arrivo a Begliano può rappresentare una risorsa per le esigenze dei cittadini e del territorio – prosegue Serra – come cooperativa abbiamo operai che possono venire a fare manutenzioni, ma potremo anche coinvolgere i ragazzi e metterci d’accordo con chi di competenza per attività di volontariato e valorizzazione di spazi come il giardino pubblico o la sala del paese, per non parlare della possibilità di lavoro in struttura per giovani della zona che hanno studiato in ambito psicologico e di servizio sociale, oppure per personale addetto alle pulizie e al servizio cucina».

Prospettive positive che, come già raccontato mercoledì sera dai membri della cooperativa, non sono un'utopia. Nella piccola località di Contovello, dove la cooperativa gestisce una comunità di prima accoglienza per minori stranieri, «parecchi sono gli anziani che vengono a conoscere i ragazzi, portare dolci e anche solo parlare con noi» racconta ancora il dottor Serra, nonostante una «guerra generazionale sempre più presente che vede i ragazzi come disturbo, problema e minaccia e non come elemento di crescita per la società». «Sulla base della nostra esperienza come cooperativa, abbiamo stimato che per ogni ragazzo che delinque ve ne sono altri ottanta che studiano, lavorano e si impegnano senza fare notizia – conclude il responsabile di Duemilaeuno – ma d’altronde, come disse un antico filosofo cinese, fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce».  

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