Le battaglie Usb ripartono nel 2023 da Monfalcone, «lotta al disagio sociale»

Le battaglie Usb ripartono nel 2023 da Monfalcone, «lotta al disagio sociale»

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Le battaglie Usb ripartono nel 2023 da Monfalcone, «lotta al disagio sociale»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 30 Dic 2022
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Il sindacato si riorganizza dopo l'ultimo congresso, attenzione sul caro vita e stipendi bassi.

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L’Unione sindacale dei base (Usb) si riorganizza in regione dopo il suo congresso, partendo da Monfalcone. Questa mattina, la sigla ha presentato le proprie priorità e obiettivi per l’anno che sta per arrivare, dopo gli ultimi 12 mesi trascorsi che hanno visto diversi avvicendamenti all’interno della stessa organizzazione. Nella federazione di Gorizia, l’obiettivo è mettere insieme le dimensioni del lavoro pubblico e privato, come ha rilevato il coordinatore Alessandro Perrone, anche grazie alla Federazione sociale.

Uno strumento, questo, delineato nell’ultimo momento di confronto del gruppo - tenutosi a un anno di distanza da quanto originariamente previsto - e che punta ad essere applicato in tutti i contesti. Il tutto per coagulare il disagio per azioni reali, portando a una protesta strutturale, secondo i piani della dirigenza. “Una delle battaglie che portiamo avanti - ancora Perrone - è quella sul caro vita, siamo partiti con la società di consumatori Abaco a difesa delle persone” proprio per aiutare nel rincaro dei costi dei beni.

Come evidenziato dall’esponente Usb, inoltre, “Monfalcone è tra le prime linee sociali della regione, con l’alta presenza di persone straniere e il problema case. La città sviluppa uno dei punti di Pil più altri del Friuli Venezia Giulia ma presenta gli stipendi più bassi”. Occhi puntati anche su ciò che potrà succedere sulla centrale A2A, mentre viene rilevato come “un certo modo di gestire gli appalti che prima era tipico in Fincantieri, con subappalti, ora si è esteso anche in settori che non centrano nulla con la cantieristica”.

A livello regionale, sono 100mila le persone in povertà relativa, con la sigla che punta il dito verso le politiche adottate dagli ultimi due governi, Draghi e Meloni. Da qui, l’appello alla Regione - e a chi si candiderà come suo presidente nel 2023 - affinché si inverta questa rotta, schierandosi contro l’abolizione del Reddito di cittadinanza e mantenendo sussidi a favore di chi deve essere reinserito nel mondo del lavoro. Per Giuseppina Di Pasquale, “il ruolo del pubblico impiego è fondamentale in un panorama che va verso la privatizzazione”.

“Si va verso un impoverimento di questa classe sociale - le parole della ferente sindacale del lavoro pubblico -, c’è la consapevolezza che dobbiamo lottare per e con i più poveri, non arretrando sulle tutele”. La sigla chiede anche nuove assunzioni nei diversi comparti: “Si stanno facendo diversi concorsi ora ma a malapena copriranno i pensionamenti di quest’anno. Non si riesce a reintegrare dieci anni di tour over bloccato”. Infine, assicura vigilanza su sicurezza e salute sui luoghi di lavoro: “In questo momento i costi vengono tagliati”.

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