Bandiera titina issata a Sant'Andrea, Peterin ricorda il sacrificio dei partigiani

Bandiera titina issata a Sant'Andrea, Peterin ricorda il sacrificio dei partigiani

Il caso

Bandiera titina issata a Sant'Andrea, Peterin ricorda il sacrificio dei partigiani

Di Redazione • Pubblicato il 04 Nov 2020
Copertina per Bandiera titina issata a Sant'Andrea, Peterin ricorda il sacrificio dei partigiani

Alle commemorazioni del 1 novembre era comparsa la bandiera dell'ex Jugoslavia. Gesto condannato da Gentile e Pettarin. Peterin difende il sacrificio degli antifascisti

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Dopo il caso, scoppiato a Gorizia sulle bandiere esposte al monumento di Sant’Andrea, interviene il consigliere comunale David Peterin. Di fatto, il 1 novembre, di fronte al monumento erano state issate la bandiera italiana, quella slovena e quella dell’ex Jugoslavia. Mancante, tra l’altro, anche quella Europea. A stigmatizzare l’accaduto erano stati, in primis, il consigliere comunale Fabio Gentile e l’onorevole Guido Germano Pettarin.

“Quando ho partecipato alla commemorazione del 1° novembre davanti al monumento ai caduti nella guerra di liberazione a Štandrež, svoltasi nel rispetto delle misure per il contenimento del coronavirus, ho notato anche io qualcosa di strano sui pennoni delle bandiere: uno dei pennoni era vuoto. Sono rimasto colpito anche io, e come me - a giudicare dagli articoli dei giornali - tanti altri concittadini, dall’assenza della bandiera europea”, sottolinea Peterin. “Forse pochi cittadini sanno che il livello protocollare-istituzionale dell’Amministrazione comunale di una città come Gorizia è purtroppo a livelli così scadenti da non prevedere neanche una serie di bandiere a disposizione della città affinché possano essere appese ai monumenti o altri luoghi nelle occasioni di festa o commemorazione. Allora succede che dei volontari, le vere anime che mantengono viva la nostra città, oltre a organizzare gli eventi debbano preoccuparsi anche di reperire le bandiere: negli ultimi anni la bandiera europea che veniva issata al monumento di Štandrež era la mia. Quest’anno solo all’ultimo momento si sono accorti di non averla a disposizione e così la bandiera dell’Unione europea non ha partecipato alla commemorazione davanti a uno dei monumenti che ne rappresentano la sua culla, peccato. Per evitare che succeda ancora chiedo al sindaco Ziberna di acquistare un congruo numero di set di bandiere: quella italiana, quella europea e quella slovena, perché siano a disposizione degli ex quartieri”.

Per quanto riguarda il vessillo jugoslavo, “la bandiera con la stella rossa nelle varie combinazioni del rosso, blu e bianco è il simbolo sotto il quale hanno combattuto i partigiani che vengono ricordati dai tanti monumenti di cui è ricco il nostro territorio. Quelle bandiere, prima della Jugoslavia o della Repubblica socialista slovena, rappresentavano chi ha combattuto il fascismo ed il nazismo, chi assieme agli alleati ha sconfitto la peste del secolo breve. Io sono orgoglioso di quella bandiera e che i miei nonni nel nome di quel simbolo abbiano combattuto ed abbiano vinto il fascismo. Chi è veramente antifascista non può che rispettare quella bandiera che rappresenta soprattutto e prima di tutto il resto la lotta di liberazione, combattuta fianco a fianco da partigiani italiani, sloveni, serbi, croati, l’elenco sarebbe ancora lungo. Il presidente della Repubblica di Slovenia alle commemorazioni ufficiali si inchina alla bandiera slovena con la stella rossa. Allora mi chiedo: dove deve sventolare questa bandiera se non davanti al monumento ai caduti nella lotta di liberazione?”, sono ancora le parole di Peterin.

“Le bandiere che rappresentano chi ha lottato il fascismo e il nazismo sono la ricchezza di tutti i popoli europei. Ma questo ovviamente non può essere compreso da chi, durante le sedute del Consiglio comunale, in modo goliardico si macchia ancora di un accenno al saluto romano o da chi ora attacca la bandiera con la stella ma a gennaio di ogni anno riceve nell’atrio del municipio la bandiera della X Mas, questa sì condannata dalla storia e per fortuna battuta dalla stella rossa sull’altipiano di Trnovo. La bandiera con il teschio ha difeso il fascismo fino all’ultimo. La sua sconfitta ci ha permesso di vivere oggi in libertà e democrazia”, conclude. 

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