Le storie
Aziende vs Covid. Il racconto di tre imprenditori della Bisiacaria che hanno sconfitto il virus
Commercianti, artigiani e imprenditori alle prese con chiusure da Covid e con la ripartenza. Abbiamo intervistato tre imprenditori bisiachi per conoscere le loro esperienze.
Il virus s’insinua, il virus latita, il virus alla fine in qualche modo colpisce. Con una silenziosità che lascia sgomenti. E quando a essere colpiti sono commercianti e imprenditori viene azzoppata anche l’attività commerciale. È accaduto e sta succedendo a numerose figure professionali non solo nel Goriziano ma in tutto il mondo. Raccontare l’esperienza di alcuni di essi nel Piccolo Mondo, per spodestare Giovanni Guareschi, della Bisiacaria è quanto abbiamo deciso di fare oggi.
Daniele Cabass, proprietario dell’omonima macelleria in piazza a San Pier d’Isonzo, di sicuro ha visto festività natalizie migliori. Ci conferma come vi siano anche alcuni aspetti positivi dell’intera situazione dal punto di vista di un piccolo commerciante: molti clienti, non potendosi spostare dal proprio comune, hanno riscoperto la macelleria del paese e, anche dopo la fine delle restrizioni imposte in primavera, sono tornati. A metà dicembre, però, con già numerose prenotazioni per l’imminente Natale in arrivo, alcuni sintomi da Covid hanno fatto insospettire Daniele che ha deciso di sottoporsi al tampone, risultando positivo e portando alla chiusura dell’attività.
“Per noi è stato un fulmine a ciel sereno questa improvvisa chiusura dell’attività”, precisa Cabass. “Ci siamo organizzati al meglio subito: quando ho avuto i primi sentori ho organizzato il tampone per me e le dipendenti. L’attività è stata chiusa, abbiamo voluto preservare noi e la nostra clientela. È stata dura risolvere la questione della merce non essendo un bene che può durare a lungo. Alcuni colleghi hanno acquistato alcune merci fresche che erano appena arrivate ed erano in cella frigorifera, mentre i salumi li abbiamo gestiti con più facilità. Abbiamo chiuso con la tristezza negli occhi ma la ripartenza è stata più semplice”, conclude Daniele. Si parla, comunque, di una perdita in migliaia di euro di vendite mancate.
In una situazione simile si è trovato anche il Panificio Clemente di Turriaco. Il 10 dicembre, con una lunga fila di panettoni e prelibatezze natalizie in arrivo, la comunicazione della positività. Con non poche difficoltà anche per l’inziale riconoscimento di malattia ai dipendenti. A chiudere l’attività per motivi sanitari il medico di base, mentre economicamente parlando le settimane di chiusura hanno comportato una perdita del fatturato del 5%. “Avevamo un buon quantitativo di panettoni sfornati e confezionati che non sapevamo se li potessimo vendere – spiegano Maurizio Clemente e suo figlio Paolo – poi il dipartimento per l’igiene degli alimenti ci ha sottolineato come se fossero stati fermi da più di 72 ore avremmo potuto venderli”.
Il Centro Spesa di Turriaco si è proposto e con forte spirito di comunità ha acquistato i panettoni, rivendendoli tutti. “Il panificio è rimasto chiuso 11 giorni nel periodo peggiore – precisano – ma avremmo potuto perdere anche l’8% del fatturato annuo senza l’aiuto del Centro Spesa”. L’unione, in questo caso, ha fatto la differenza. Ora il panificio ha riaperto in totale sicurezza e, nonostante l’incertezza dei primi due giorni, è quasi tornato al regime precedente. “L’impossibilità a muoversi fra comuni – concludono Maurizio e Paolo – diminuisce la clientela per chi, come noi, lavora tanto non solo con i concittadini ma spesso con chi arriva da altri comuni e si ferma da noi per i nostri prodotti”.
Concluse le ferie, quando ormai avevano optato per una chiusura ugualmente anche dell’asporto nelle “giornate arancioni”, il brusco risveglio è toccato all’Azienda Agricola Gandin Marcellino di San Pier d’Isonzo. Nonostante la positività di alcuni membri della famiglia, il ristoro agrituristico è riuscito a riaprire come da programma il 7 gennaio. “L’apertura era condizionata al fatto che noi non avessimo contatti né con i dipendenti né con il resto dell’azienda – spiegano Daniele e Marina Gandin – e così è stato”. Ora Daniele è negativo e da oggi può tornare al lavoro, per gli altri membri della famiglia ancora positivi vi è da attendere ancora qualche giorno.
L’anno, in ogni caso, non è stato dei migliori nonostante nei giorni di apertura, garantendo sicurezza e distanziamento, i clienti non manchino: “escludendo la nostra positività – proseguono Daniele e Marina – abbiamo perso tutte le feste, le cene aziendali e gli aperitivi. In tutto l’anno possiamo parlare di circa 2/3 di incasso in meno rispetto all’anno precedente. Un ottimo segnale è arrivato dall’apertura delle domeniche mattina che hanno riscosso successo – concludono – e i prossimi mesi saranno un bel rebus. Sicuro è che i decreti sono state belle mazzate”.
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