lo scontro
Addizionale Irpef a San Lorenzo Isontino al 0.5%, polemica in Aula
La decisione per far quadrare il bilancio, l'opposizione: «Mossa subdola, persone non informate».
Aumenta l’addizionale Irpef nel comune di San Lorenzo Isontino. Pochi giorni fa, il consiglio ha approvato la misura decisa dalla giunta per far fronte ai rincari dei costi, decidendo così di passare dal 0,2% al 0,5%. Un incremento che dovrebbe portare nelle casse pubbliche circa 60mila euro in più all’anno, somma necessaria a far quadrare il bilancio, come rivendicato dal sindaco Ezio Clocchiati (nella foto). “Nel 2019 - ricorda il primo cittadino - parte dell’opposizione che faceva parte a Bruno Razza mi chiese di aumentarla”.
“Risposi che sarebbe stata ritoccata quando ce ne sarebbe stato bisogno - rimarca Clocchiatti - e ora siamo arrivati a quel punto”. Per il capo della giunta, fare altrimenti avrebbe significato “non far quadrare il bilancio, se non decidendo tagli ai servizi essenziali come mensa scolastica e doposcuola. Abbiamo anche questa spada Damocle delle situazione energetica, con un aumento delle bollette di circa il 40%”. Su questo fronte, manca ancora il 25% dei punti luci comunali da riconvertire a led, ma l’iniziale risparmio è già stato annullato.
“L’addizionale al 2x1000 era ormai anacronistica - ancora il sindaco - abbiamo fatto i salti mortali in questi anni ed era dal 2019 che non la si ritoccava. Nei paesi vicini è da tempo variabile, alcuni l’hanno portata anche al 0,8%. È la tassa più logica da aumentare, chi ha di più paga di più”. In ogni caso, si dice possibilista di un ritorno indietro, se la situazione economica dovesse migliorare nel 2023: “Abbassare è molto difficile ma lo valuteremo”. Nella stessa seduta dell’Aula, è stato anche votato il bilancio di previsione 2023.
Il documento si attesta in linea con quello di quest’ultimo anno. Sul fronte rincari, i componenti della minoranza Eva Franco (Uniti) e Michele Tomada (Progetto) hanno puntato il dito verso la decisione dell’amministrazione locale: “La giunta, su proposta dell’assessore al Bilancio, ha preferito aumentare la spesa corrente riversando i costi direttamente sui concittadini e, dopo la Tari al +17% (una famiglia media passerà da circa 300 a 400 euro annuali), vediamo l’aliquota Irpef passare dallo 0,2% allo 0,5%, con un aumento super del 250%”.
“Nessuna amministrazione comunale precedente - attaccano - si era mai spinta ad aumentare tale imposta diretta, figurarsi una maggiorazione di tale portata: trattasi di una mossa subdola perché effettua un prelievo mensile direttamente nella busta paga e nelle pensioni dei concittadini, in modo che magari non se ne rendano conto immediatamente, anche perché la gente non ne viene informata se non leggendo l’albo pretorio”. Entrambi, quindi, hanno chiesto di rivedere la decisione “tramite una gestione oculata della spesa pubblica e riducendole spese per investimenti inutili”.
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