Asugi e Riccardi smentiscono la chiusura della cardiologia a Gorizia: «Struttura e posti letto rimangono»

Asugi e Riccardi smentiscono la chiusura della cardiologia a Gorizia: «Struttura e posti letto rimangono»

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Asugi e Riccardi smentiscono la chiusura della cardiologia a Gorizia: «Struttura e posti letto rimangono»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 11 Gen 2025
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La dem Vito chiede maggiori sicurezze. Asugi ribadisce, «si tratta di una riorganizzazione, il reparto continuerà a esistere».

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Asugi comunica che non sarà eliminato nessun reparto a Gorizia: «La Cardiologia a Gorizia continuerà ad esistere ed operare e non vi sarà nessuna sottrazione di assistenza e, soprattutto di sicurezza, ai cittadini dell’Alto Isontino», si legge in una nota diramata nel primo pomeriggio.

«La Struttura rimarrà con i relativi posti letto, il cui numero andrò condiviso e stabilito con il Direttore della Cardiologia dell’isontino. Al fine di potenziare/migliorare il sistema organizzativo, sarà necessario definire un progetto di riorganizzazione condiviso all’interno della rete dei professionisti coinvolti: terapie intensive, degenze cardiologiche, Pronti Soccorso, Medicina d’urgenza e la Rete dell’emergenza», così ancora la nota.

Secondo quanto comunicato da Asugi, la riorganizzazione prevede il potenziamento del lavoro di equipe e l’eventuale ricovero di “urgenze cliniche”, nelle more del trasferimento in UTIC a Monfalcone o Trieste, verrà concertato con la Medicina d’Urgenza, il Pronto Soccorso e la Terapia Intensiva di Gorizia e Monfalcone nell’ambito dell’organizzazione e delle procedure condivise fra i professionisti delle varie Strutture coinvolte nel modello organizzativo; le attività ambulatoriali e diagnostiche per interni ed esterni verranno mantenute e semmai potenziate; sarà necessario pianificare lo sviluppo presso il polo di Gorizia dell’attività riabilitativa ambulatoriale per il post-infarto e post-cardiochirurgico.

La nota ribadisce ancora: «Ricordiamo che questa riorganizzazione avviene in una fase storica nella quale le UTIC, sorte per gestire l’infarto STEMI, ricoverano sempre meno tali infarti perché gli standard AGENAS e gli standard di riperfusione coronarica tempestiva richiedono sempre più frequentemente la centralizzazione diretta del paziente. È assolutamente necessario operare affinché la percentuale di chiamate al 118 da parte degli utenti incrementi sensibilmente», conclude.

In mattinata l’assessore regionale Riccardo Riccardi, presenziando all’incontro sul tema “Riorganizzare il territorio: la Casa di comunità in Fvg, esperienze regionali a confronto” ha confermato la smentita di Asugi rispetto la chiusura del reparto di cardiologia. Il rappresentante della Giunta regionale si è poi soffermato sulla necessità di rivedere il rapporto tra la sanità pubblica e la medicina generale, condividendo la priorità d'intervento sul tema del ministro Schillaci. «L'obiettivo è quello di aprire sei Case di comunità in regione entro il 2025. Un risultato che rappresenta una risposta importante anche per le richieste sanitarie di bassa urgenza, le quali sono un tema aperto in considerazione della pressione che viene esercitata sulle strutture di Pronto soccorso».

In relazione al Piano oncologico regionale, l'assessore ha ribadito la disponibilità all'ascolto ricordando però il ritardo trentennale del Friuli Venezia Giulia in questo ambito. «Giusto il dialogo, ma questa Amministrazione ha deciso di assumersi la responsabilità di decidere, affidandosi - ha detto Riccardi - ai professionisti della sanità e finalizzando le scelte alle migliori risposte di salute per i cittadini».

Critica la dem Sara Vito che non ha perso tempo dopo le dichiarazioni del vicegovernatore: «La smentita dell’assessore Riccardi in ordine alla chiusura della Cardiologia a Gorizia può dare soddisfazione, ma non offre nessuna certezza. Le sue parole, pur dimostrando un dietrofront, saranno credibili quando sarà ritirato il punto A.2.1 Rete Cuore dell'allegato alla delibera regionale n. 1.871 dello scorso 6 dicembre, secondo cui “entro il 30 aprile 2025 devono essere concentrate le degenze cardiologiche (anche Utic-Unità di terapia intensiva cardiologica) del presidio ospedaliero di Gorizia e Monfalcone nella sede di Monfalcone”. Altrimenti dovremmo prendere atto che quanto previsto da una delibera di giunta regionale in vigore sarebbe disatteso: aspettiamo dunque gli atti formali. Intanto le dichiarazioni di Riccardi sono segno certo che le immediate proteste dei cittadini isontini e degli operatori sanitari hanno obbligato Fedriga, Riccardi e Poggiana a una prima marcia indietro», così Vito.  

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