L'AUDIZIONE
Asap, assenza dei medici di base, futuro della sanità isontina: Poggiana e Riccardi rispondono in consiglio comunale
Fra i temi affrontati, la gestione della Casa di Comunità, la collaborazione transfrontaliera, il restyling del Pronto Soccorso. Poco convincente l'intervento dell'assessore Riccardi.
E finalmente a Gorizia è arrivato il tanto atteso consiglio comunale centrato sulla mozione a tema sanità, lasciando comunque l’amaro in bocca per le risposte – alcune piuttosto vaghe – sulle modalità in cui risolvere i problemi sollevati. Come annunciato in conferenza stampa dal Comitato di Gorizia del Coordinamento Salute (presene in aula insieme a un gruppo di cittadini), la mozione che era stata fatta propria da alcuni consiglieri di minoranza lo scorso ottobre è stata al centro dell’incontro con l'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi (che si è subito precisato avesse una disponibilità di tempo di due ore) e al direttore generale di Asugi Antonio Poggiana, la cui presenza non era stata assicurata in un primo momento.
A introdurre la riunione sono state le comunicazioni del sindaco che ha ricordato come quello all’ordine del giorno fosse un argomento trasversale, per il quale non esistono schieramenti politici (sta di fatto che a intervenire sono stati solo consiglieri di minoranza) né una soluzione semplice poiché la carenza di medici di base (argomento principe della mozione insieme alla permanenza degli Asap, Ambulatori sperimentali di assistenza primaria) sia un problema diffuso su base sovranazionale. Per cercare di alleviare la questione, il primo cittadino ha preannunciato che il Comune valuterà con Ater la possibilità di destinare alcuni alloggi alla funzione di ambulatori e a quella di appartamenti per medici “forestieri” che potrebbero così essere incentivati a intraprendere la professione a Gorizia.
La mozione è stata quindi presentata dai consiglieri Picco, Rossi e Tucci che già precedentemente si erano fatti portavoce delle richieste del comitato. La seduta è proseguita con dei “blocchi” di interventi per consentire più puntuali risposte da parte di Poggiana e più volte le domande hanno riguardato le medesime questioni, ritenute più salienti: i motivi della carenza di medici di medicina generale, legata alla scarsa attrattività della professione per i neolaureati, la presunta temporaneità degli Asap (accusati di creare cittadini di serie A e di serie B) e la loro perifericità, ma anche il futuro della sanità isontina nel contesto della sanità regionale e la definizione del ruolo dell'ospedale di comunità.
«Sono state messe in atto delle strategie che hanno dato esito negativo rispetto alla mancanza di professionisti disponibili a ricoprire incarichi provvisori ed è per questo che è stato a suo tempo concordato con i sindacati un accordo per l'aumento del massimale di pazienti. Così è stata garantita l’assistenza primaria nell'alto isontino di 6039 persone evitando l'apertura di nuovi Asap. Dal 1° gennaio 2024 – ha spiegato il dirigente di Asugi – l’azienda ha messo in campo dei benefit di tipo economico, strutturale e organizzativo per la copertura del contratto provvisorio che vanno dal comodato d’uso gratuito dello studio medico con tutta la strumentazione, anche tecnologica, necessaria, la copertura delle spese di gestione dell’ambulatorio, il servizio amministrativo per attività segretariali, la possibilità di scegliere il numero di assistiti, variabile fra 600, 1000, 1500 o 1800 pazienti ed è stata offerta anche la possibilità di associarsi in una medicina di gruppo integrata».
Si è trattato di benefit ideati dopo un’analisi delle motivazioni alla base della mancata accettazione di incarichi provvisori e Asugi è così riuscita a conferire e confermare 15 incarichi provvisori su 13 cessazioni di medici titolari, permettendo la chiusura degli Asap di Monfalcone e Gradisca d'Isonzo e affidando 4 di questi incarichi a Gorizia. «Gli Asap sono comunque l’ultima ratio – ha proseguito Poggiana - Sappiamo che non sono la risposta corretta e la loro attivazione non sostituisce la pubblicazione degli avvisi di posti disponibili. Non posso prevedere quando finiranno gli Asap perchè dureranno finchè non ci saranno i medici di medicina generale e comunque la loro presenza non determina un maggiore ricorso al Pronto Soccorso per i codici bianchi e verdi: i dati di Goriza rispetto a questo sono pari a Trieste dove gli Asap non esistono».
Relativamente al loro decentramento e alla possibilità di spostarli nell’ex pneumologico di via Duca d’Aosta (proposta avanzata dalla consigliera Roldo), Poggiana ha chiarito che la Regione ha investito sull’edificio per un progetto di recupero funzionale e strutturale finalizzato ai servizi territoriali mentre relativamente alla Casa di Comunità è stato precisato che è già stata creata la centrale operativa territoriale sul fronte strada in vista di una sua apertura prospettata nella primavera del 2026. E a proposito delle preoccupazioni sulla sua gestione «Il personale che vi opererà sarà composto da dipendenti di Asugi grazie alla riorganizzazione dei vari servizi ma anche di nuove acquisizioni. Si stanno già organizzando i punti unici di accesso, dovremmo contare sulla presenza dei medici di medicina generale e si stanno ampliando gli ambulatori della cronicità. Peraltro tutti gli infermieri del servizio domiciliare stanno già frequentando il corso per essere impiegati nelle Case di comunità ed entro il 2026 raggiungeremo il numero necessario di operatori richiesto dalla Regione».
Altra questione pressante all’interno della mozione riguarda le liste d’attesa nelle quali, secondo il direttore generale, sono stati compiuti dei passi in avanti rispetto allo scorso anno: per le richieste in classe A il soddisfacimento delle tempistiche supera l'80 %, sulla classe B viene superato l’ 81 % mentre l’anno scorso la percentuale si attestava sul 68%. «In ogni tipologia di prestazione ambulatoriale ci sono difficoltà a reperire professionisti: abbiamo cercato di potenziare le agende di prenotazione per le visite urgenti e brevi, aumentato i volumi di prestazioni erogabili nella parte pubblica e nel privato convenzionato, abbiamo adottato la metodologia di overbooking con la possibilità di prenotazioni in più e abbiamo proseguito gli incontri con i medici di medicina generale per migliorare l’appropriatezza prescrittiva».
Alto, secondo Poggiana, è comunque il numero di persone che esercitano il diritto di garanzia nel caso in cui al momento della prenotazione non si riesca a rispettare il tempo previsto dalla prescrizione: «Nel momento in cui parte la segnalazione, gli utenti vengono poi richiamati in tempo utile per l’effettuazione della visita o dell’esame e questo perché chiediamo ai medici di aumentare il volume delle prestazioni creando ore aggiuntive di lavoro, chiedendo al privato convenzionato di incrementare le prestazioni o invitando i pazienti a ricorrere alla libera professione accollandoci poi la spesa della prestazione».
E mentre rassicurazioni sono state espresse in merito al mantenimento dell’operatività del Centro di Salute Mentale sulle 24 ore (preoccupazione espressa dal consigliere Rossi) negando poi l’eventualità di un decentramento delle aree amministrative (oggi ospitate al Parco Basaglia) da Gorizia a Trieste, si è cercato di capire come e se procederà la collaborazione transfrontaliera che ha portato, negli scorsi mesi, all’apertura della Casa della Salute della Donna dell’Infanzia e l’Adolescenza. «Asugi e la collaborazione con le città d’oltreconfine è sempre stata al centro della programmazione e abbiamo concluso buoni accordi condividendo strategie operative e protocolli. Stiamo ora ampliando il progetto della Casa della Salute della Donna per aprire i percorsi di acquaticità anche alle famiglie slovene mentre tra le collaborazioni con il Gect e la Protezione civile Regionale in qualità di partner abbiamo un progetto che riguarda i modi in cui affrontare le situazioni di emergenza sanitaria per condividere attrezzature e professionalità».
Una richiesta specifica ha riguardato poi gli interventi socio sanitari destinati ai pazienti con patologie dementigene: «Stiamo attivando un punto unico di accesso alla Casa di Comunità per la presa in carico di tutte la patologie di questo tipo e sul centro Alzheimer si può pensare a un centro diurno o a una collaborazione con le associazioni» ha affermato Poggiana a cui è subito seguito un inciso dell’assessore al welfare Romano che ha precisato come, rispetto al Centro Alzheimer, Asugi abbia dato il permesso di aprire un centro con 14 posti che verrà inaugurato la prossima settimana presso la casa di riposo Culot.
Relativamente alla questione del trasporto dei malati, il dirigente ha rassicurato sul fatto che grazie a un contributo della Carigo è stato elaborato un modello con Televita proposto ai Comuni e capace di coinvolgere le associazioni. Due ulteriori sollecitazioni sono giunte dal consigliere Traini che, tornando sul tema transfrontaliero, ha proposto il reperimento di medici di base in Slovenia chiedendo inoltre se sia prevista la ristrutturazione del Pronto Soccorso goriziano. Per quest’ultimo punto Poggiana ha confermato l’esistenza di un progetto di fattibilità tecnico economica, con un investimento di 5 milioni e mezzo per ampliare le aree del pronto soccorso e creare degli accessi separati nel caso di una ipotetica nuova pandemia: 300mila euro verranno dal pnrr, il restante dalla regione. Rispetto al primo punto, invece, ha precisato che come azienda Asugi non ha gli strumenti per estendere la ricerca di medici oltreconfine per cui servirebbe un accordo a livello governativo.
Dopo aver risposto alle domande, Poggiana ha quindi lasciato la parola all’assessore regionale Riccardi che - lasciando qualche perplessità per l'assenza di risposte concrete - ha cercato di spiegare le motivazioni alla base di quello che ha definito «il momento peggiore della sanità pubblica, con la mancanza, in Italia, di oltre 65mila infermieri e 20mila medici. Davanti a questa complessità, l'intercettazione del bisogno salute deve essere perseguita attraverso il potenziamento della medicina territoriale. In questo contesto, le Case della comunità possono essere la risposta in grado di dare al cittadino un'assistenza costante: la sfida da affrontare sta nel popolare queste strutture con un sistema professionale qualificato».
Secondo Riccardi, per alleggerire i problemi legati alla carenza di medici di base nel territorio isontino potrebbe essere utile «implementare un servizio di trasporto pubblico per i pazienti fragili, con riferimento specialmente alle aree più periferiche. La mancanza di personale medico determina che sia il professionista a decidere dove andare a lavorare e che la scelta cada, nella maggior parte dei casi, sulle organizzazioni più complesse e con maggiori casistiche. È anche di fronte a tale carenza che diventa fondamentale specializzare le strutture ospedaliere e potenziare la sanità territoriale, in coerenza con i bisogni dei cittadini e ponendo attenzione all'elemento della prossimità. Non chiuderemo alcun ospedale, ma non possiamo pensare che ognuno di essi svolga
le medesime funzioni».
L'assessore ha posto l'accento sull'eccessiva frammentazione del sistema sanitario, sul sensibile aumento dell'inappropriatezza prescrittiva e sui mutati bisogni di salute a cui l'impianto
organizzativo non ha saputo adattarsi negli ultimi 30 anni. «Prendendo atto della costante crescita dell'aspettativa di vita e dell'invecchiamento della popolazione - ha sostenuto Riccardi - servono maggiori sforzi nella risposta alle acuzie e nel fornire prestazioni che soddisfino sempre più anche i bisogni sociali dei cittadini indipendentemente da dove si trovino sul territorio regionale e da dove siano dislocate le strutture di riferimento».
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