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Gli artificieri disinnescano la bomba sul confine di Gorizia, il video del drone

Le immagini del drone dei gasilci che hanno ripreso la bonifica dell'ordigno, inserito in una gabbia scavata e circondata da balle di fieno.
Alle 10, il suono di una sirena durato circa un minuto ha annunciato l'inizio dell'operazione "bomba" sul confine della Transalpina, tra Gorizia e Nova Gorica. Alle 10.50, è stata comunicata la fine delle operazioni: gli artificieri Benjamin Kreševec e Aljaž Leban sono riusciti a rimuovere in sicurezza entrambe le spolette. Una sirena di 30 secondi ha segnalato la fine del pericolo. Le persone evacuate tra Gorizia e Nova Gorica hanno potuto così rientrare nelle loro abitazioni e la circolazione del traffico può riprendere anche attraverso i valichi confinari, che sono stati riaperti.
Bomba disinnescata alla Transalpina, gli evacuati tornano a casa
Si è conclusa così una mattinata attesa da tutta la settimana, anticipata da una lunga preparazione tra le autorità italiane e slovene. Prima di raggiungere a operazioni finite il luogo del disinnesco, insieme al primo cittadino di Nova Gorica Samo Turel e al prefetto Raffaele Ricciardi, il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna nella mattinata si è spostato tra il Centro operativo comunale, ovvero il tavolo che coinvolge vari servizi, il Centro di coordinamento soccorsi in Prefettura formato da III reggimento Genio Guastatori di Udine, Questura, carabinieri, Guardia di finanza, Polstrada, Polfrontiera, vigili del Fuoco, Asugi, Pronto soccorso, Enac, Enav, E-distribuzione, Terna, Snam e Irisacqua.
Il sindaco si è soffermato anche al centro di ricovero per gli sfollati allestito nella sede della Protezione civile, che ha accolto quattro persone sulle circa 1200 che abitanto il rione di Montesanto. A fornire supporto alle forze dell'ordine e alla Protezione civile nell'attività di evacuazione ci sono stati anche due mezzi e un’ambulanza della Croce rossa, poi dalle 9 fino al termine dell'intervento degli artificieri nei sei punti d'accesso alla fascia interdetta (entro i 600 metri di distanza dal luogo del brillamento) è stato impedito a chiunque di entrare.
Nella immagini dei gasilci, riprese dal drone che sorvegliava la zona, si può osservare le diverse fasi della bonifica. L’ordigno è stato adagiato sul fondo di una buca profonda quattro metri e larga tre, protetta da una gabbia di assi di legno. Per la sua bonifica era previsto prima di tutto lo svitamento degli inneschi. Proprio per attutire l’onda d'urto, intorno alla buca sono state posizionate 125 rotoballe di fieno a formare un muro alto più di quattro metri.
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