Arrivi di migranti raddoppiati su Gradisca, Cara ancora allo stremo

Arrivi di migranti raddoppiati su Gradisca, Cara ancora allo stremo

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Arrivi di migranti raddoppiati su Gradisca, Cara ancora allo stremo

Di Redazione • Pubblicato il 17 Ott 2022
Copertina per Arrivi di migranti raddoppiati su Gradisca, Cara ancora allo stremo

La sindaca Linda Tomasinsig scrive ai cittadini: l'amministrazione chiede di chiude la struttura.

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Sembra ancora lontana da una soluzione la situazione di sovraffollamento di richiedenti asilo a Gradisca d'Isonzo. Il Cara ha da tempo superato la capienza massima, con l'amministrazione locale che da mesi fa i conti con la presenza all'addiaccio di numerose persone rimaste fuori dal sistema di accoglienza. Tutti che hanno diritto ad accedervi, fa sapere la sindaca Linda Tomasinsig in una lettera aperta rivolta ai cittadini, ma la struttura ospita già 600 persone e "non è in grado di accogliere immediatamente tutte le persone in arrivo".

La prima cittadina ricorda come la sua giunta abbia "costantemente richiesto la riduzione del numero di migranti presenti nella struttura" negli ultimi mesi, ottenendo "risposta con continui e significativi trasferimenti operati verso altre regioni, circa 400 persone a partire da luglio. Oltre ai trasferimenti verso altre regioni è già stata ampliata da parte della Prefettura la capienza di tutte le strutture della provincia, sia del Cara che in altri comuni (sebbene con numeri più contenuti)". A fronte di questi spostamenti, rimane un alto tasso di arrivi che rende la situazione spinosa.

In una sola giornata, infatti, sono stati 110 i migranti giunti a Trieste, 60 gli arrivi pochi giorni dopo in treno a Monfalcone, anche di famiglie con donne e bambini. "Giornalmente - rileva la sindaca - potete osservare la fila di persone in attesa di essere fotosegnalate davanti alla caserma dei carabinieri di Gradisca. Ecco perché la sensazione può essere che si stia facendo poco o che nulla stia cambiando, ma vi posso assicurare che così non è". Tomasinsig rimarca che "le persone all’addiaccio a Gradisca non sono sempre le stesse. Man mano che vengono inserite nel sistema di accoglienza, ne arrivano altre".

Insieme all'omologo di Sagrado, Claudio Vittori, ha preso anche parte a un recente Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, nel quale sono stati delineati i numeri: "Anche nell’Isontino – come ovunque - gli arrivi sono raddoppiati rispetto a un anno fa". Il nuovo dormitorio atteso a Trieste, da 90 posti, si spera possa allegerire la pressione almeno in parte, mentre nell'ex fortezza la presenza di migranti è "superiore al 10% rispetto alla popolazione residente e una struttura governativa che ospita il triplo delle persone previste, non deve e non può vedere l’apertura di strutture 'satelliti' del Cara".

Per il capo della giunta, serve l’aiuto e la solidarietà degli altri comuni. Appello anche ad alleviare le condizioni di chi è in attesa, "a partire dalla accelerazione delle procedure di fotosegnalamento che potrebbero (sarà una nostra richiesta) essere svolte direttamente presso il Cara". Nella lettera, spiega poi che l'assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha assicurato l'intervento per migliorare la sicurezza delle zone limitrofe al Caea e alla caserma dei carabinieri, con l’installazione di telecamere e il potenziamento dell’illuminaizone pubblica. C'è poi l'impegno sul fronte del decoro urbano.

"Non ci stancheremo mai di ricordarlo: la nostra amministrazione ha ribadito in ogni sede la contrarietà alla accoglienza nei grandi centri come il Cara e la necessità della sua chiusura soprattutto per i problemi di tenuta del tessuto sociale che vediamo ripetersi ogniqualvolta l’aumentare degli arrivi mette in crisi il sistema. Un sistema inadeguato ad assicurare alle persone una accoglienza dignitosa e ai cittadini la sicurezza. Un sistema che ha sempre trovato nel Cara la soluzione a tutte le emergenze, causa l’incapacità - o la non volontà - di una radicale modifica al sistema di accoglienza, con qualsiasi governo in carica".

Tomasinsig ricorda infine "che le segnalazioni vanno veicolate attraverso i giusti canali. Situazioni che mettono a rischio la sicurezza vanno inviate alle forze dell’ordine, attraverso il numero unico delle emergenze, il 112, oppure alla locale caserma dei Carabinieri, soprattutto se riguardano proprietà private. Per situazioni di degrado - già ora seguite attentamente – vanno inviate all’Amministrazione Comunale utilizzando l’indirizzo comune.gradiscadisonzo@certgov.fvg.it".

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