Arriva la mostra diffusa nata dal progetto 'Open Academy'

Arriva la mostra diffusa nata dal progetto 'Open Academy'

LA MOSTRA

Arriva la mostra diffusa nata dal progetto 'Open Academy'

Di redazione • Pubblicato il 06 Dic 2024
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Sabato doppia inaugurazione per l'evento frutto della residenza artistica promossa dall'associazione Quialtrove in collaborazione con l'Accademia di Venezia.

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L’Associazione Culturale goriziana Quialtrove in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia presenta, sabato 7 dicembre alle 15 in via Rastello 91 (sede di “The Circle”), la mostra diffusa “Citt(?). Borgo Castello: Arte che trasforma”, esito della prima open academy che ha visto nove artisti under 30 in residenza artistica a Gorizia.

La mostra verrà aperta per una vernice stampa sabato alle 11 con la presentazione dei lavori realizzati dagli artisti alla presenza del consigliere regionale Fvg Diego Bernardis, della vice sindaco di Gorizia Chiara Gatta, dell’assessore alla Cultura Fabrizio Oreti, del Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia Riccardo Caldura, di Stefano Marotta, curatore per l’Accademia del progetto Open Academy e del direttore artistico dell'Associazione QuiAltrove Fabio Bonetta.

Alle 15.00, invece, si terrà una prima visita guidata gratuita per il pubblico (per la quale sono aperte le iscrizioni), che sarà poi replicata a gennaio. L’appuntamento è nella sede di The Circle per poi muoversi negli spazi attigui che ospitano le installazioni realizzate appunto da giovani artisti che, a Gorizia, con i loro lavori hanno voluto valorizzare il ruolo della cultura e dell’arte contemporanea nello sviluppo di Borgo Castello.

Il progetto Open Academy prevede la realizzazione di percorsi di alta formazione, da sviluppare nel corso di tre annualità sotto il coordinamento del vice direttore dell’Accademia Stefano Marotta. La residenza artistica appena conclusa ha generato una pluralità di narrazioni finalizzate a divulgare il patrimonio artistico e culturale della città. L’esito del lavoro dei giovani artisti viene adesso svelato con una restituzione pubblica attraverso l’allestimento di una mostra diffusa che tocca vari punti di via Rastello e Borgo Castello e una futura pubblicazione curata da Vincenzo Alessandria che documenterà il percorso di formazione e residenza.

Le otto opere urbane (la nona opera sarà una pubblicazione editoriale a fine percorso) raccontano altrettante storie. Tutte esplorano il concetto di limite – fisico e simbolico – e lo trasformano in uno spazio di connessione. Un intreccio di memoria, comunità e ambiente urbano. Non opere chiuse in un unico spazio ma che si diffondono tra strade, piazze ed edifici, diventando parte del tessuto urbano. Gli otto artisti in residenza hanno osservato i luoghi, incontrato i residenti, ascoltato le loro storie e conosciuto curiosità e leggende legate agli spazi dove hanno posizionato le loro opere.

Irene Stellin è intervenuta con la sua opera “Untitled” in via Rastello 36 con una cassetta delle lettere in cemento, Eleonora Pasqual ha lavorato su una video-installazione che trova spazio nella sede di The Circle (in via Rastello 91), dal titolo “In-Azione“, sulla tematica del silenzio, elemento tanto presente nel territorio. Eva Bisioli originaria di Latisana, che vive e lavora tra Venezia a Berlino, è autrice di “Parolandia”, un’opera di arte pubblica concepita per divertire e far riflettere. Anna Miccoli propone “Resti”, un monito a ricordare che il diritto alla città, allo spazio comune e alle sue trasformazioni è dei cittadini.

Si chiama “Ex Lumine, Forma” l’opera di Giulia Gaffo che ha posizionato un’installazione sul grande cancello di via Alviano 12. Simone Zanchin si è focalizzato sul concetto di impronta per la sua opera/performance “Juliet” che si manifesta attraverso un’invasione di tonalità blu che si posa simbolicamente sulla città di Gorizia. Il goriziano Riccardo De Luca (che attualmente frequenta l’Accademia a Venezia) ha concentrato la sua azione sulla leggenda della Dama Bianca con un’opera che rievoca i suoi 7 cani alano. Infine, Francesco Bruno Niero presenta l’opera “Il mostro di Cocevia”, ispirata alla leggenda metropolitana secondo cui in via Cocevia abitava un mostro a due teste. Vincenzo Alessandria, invece, curerà la pubblicazione che documenterà il percorso ex post. 

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