«Armi caricate sulle navi a Monfalcone», protesta per la pace fuori dal porto

«Armi caricate sulle navi a Monfalcone», protesta per la pace fuori dal porto

la manifestazione

«Armi caricate sulle navi a Monfalcone», protesta per la pace fuori dal porto

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 27 Feb 2024
Copertina per «Armi caricate sulle navi a Monfalcone», protesta per la pace fuori dal porto

Oggi il volantinaggio e presidio fuori dai cancelli del porto per protestare contro il traffico di armi, organizzato dalla Tavola pace Fvg.

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Stamane, la Tavola Pace Fvg ha illustrato in una conferenza stampa, tenutasi al Tuchies Bar di via Matteotti a Monfalcone, le motivazioni legate alla promozione – nella giornata odierna – di un’attività di volantinaggio e presidio contro i traffici di armi. L’iniziativa ha interessato prima gli studenti del liceo scientifico Buonarroti e poi i lavoratori del porto. «Il piano regolatore portuale di Monfalcone – esordisce in apertura d’incontro Alessandro Capuzzo, coordinatore locale di Tavola Pace – non permette di ospitare movimentazioni di armi all’interno del porto».

All’incontro erano presenti anche Egle Tarasic per l’Anpi, Diego Versegnassi in rappresentanza del team della Marcia Mondiale della Pace, Elisabetta Tofful di Pax Christi di Gorizia, Giulia Giorgi di Europa Verde e Alessandro Perrone del sindacato Usb. Assenti i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Capuzzo ha poi ricordato che non più tardi di alcuni mesi fa sono stati già segnalati traffici di armi transitate a Portorosega, come avvenuto per il caso della nave Capucine sulla quale – il 6 dicembre scorso – alcuni lavoratori hanno notato il carico di armamenti con il “contrassegno 1.4” di colore rosso riferito alla presenza di esplosivi sul container presente sull’imbarcazione.

«Ci siamo ispirati all’iniziativa Fari di Pace che in questi giorni si svolge a Ravenna – prosegue Capuzzo – ma si è già tenuta a Genova, La Spezia, Napoli e Bari. Con queste manifestazioni promuoviamo il controllo sull’applicazione delle leggi nei porti del nostro territorio contro gli interessi che alimentano guerre tramite la logistica violando la Legge 185 del 1990, contro la Costituzione e in contrasto con i Trattati internazionali».

«Vogliamo quindi sensibilizzare studenti e insegnanti affinché si promuovano una cultura di pace e di educazione alla democrazia nei luoghi del sapere» scrive in una nota indirizzata agli studenti delle scuole Tavola Pace Fvg. Ma un’altra è stata indirizzata anche ai lavoratori di Portorosega dove, tra le 13 e le 14.30 di oggi, gli attivisti hanno manifestato per informare i lavoratori «sui reali motivi della diminuzione di lavoro in porto».

«Il 6 dicembre scorso la nave Capucine ha qui caricato armi ed esplosivi – scrivono gli organizzatori del presidio - in passato aveva caricato obici carri armati e munizioni per la Sardegna e blindati per Alessandropoli dove si rifornisce di armi pesanti l’Ucraina. Poche settimane fa è partita nuovamente da Monfalcone con un carico di carri armati». «Nel febbraio scorso – prosegue il comunicato - l’USB si mobilitò per il passaggio di 1500 mezzi militari con destinazione ignota, a bordo della Severine gemella della Capucine, che poi sostò a Ortona dove si costruivano blindati per il governo ucraino».

Al momento non c’è stato alcun esposto alla Magistratura da parte degli organizzatori. «Il nesso tra economia di guerra e militarizzazione è sempre più forte – sono le parole di Perrone dell’Usb – questo pericolo è difficilissimo da arginare». «La cultura è uno strumento valido per l’insegnamento della pace ai ragazzi – ricorda infine la professoressa Giorgi – la scuola è la sede adatta all’insegnamento della cooperazione».

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