Arcivescovi di Gorizia e Maribor a confronto: «La cultura è carità perché la bellezza è di tutti»

Arcivescovi di Gorizia e Maribor a confronto: «La cultura è carità perché la bellezza è di tutti»

L'incontro

Arcivescovi di Gorizia e Maribor a confronto: «La cultura è carità perché la bellezza è di tutti»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 18 Mar 2022
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Dai giovani al futuro fino alle questioni ambientali, i due presuli hanno espresso le proprie visioni pastorali in due lingue.

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Giovani, futuro, sinodo e confini, ma anche l’appuntamento che a breve coinvolgerà Gorizia e Nova Gorica come capitali europee della cultura. Questi i temi affrontati dai due arcivescovi di Gorizia e di Maribor che si sono incontrati al Kulturni Center Lojze Bratuž a Gorizia, dove hanno dialogato moderati da Mauro Ungaro, direttore del settimanale diocesano Voce Isontina. Carlo Roberto Maria Redaelli e Alojzij Cvikl hanno così espresso le proprie visioni pastorali per due territori di confine come la diocesi italiana e quella slovena.

“Ricordo – ha esordito Cvikl – che quando mi trovavo direttore al collegio Russicum di Roma, ogni confessione cristiana aveva la propria cappella e quotidianamente celebrava secondo il proprio rito ma quando c’era una festa particolare di ognuno tutti partecipavano. Abbiamo visto le immagini del Santissimo Sacramento che viene prelevato dalla cattedrale di Kiev e tutti si inginocchiavano al suo passaggio. Sono immagini forti”, ha commentato il presule.

Gli ha fatto eco Redaelli ricordando il confine che vivono sia Gorizia che Maribor. “Essere Chiesa di Confine è una missione: il confine aiuta a definire un’identità che è fondamentale per l’alterità”, ha proseguito l’arcivescovo goriziano. Cvikl ha ricordato la chiesa di San Pancrazio, divisa a metà dal confine austro-sloveno, che possiede due sacrestie, una in territorio austriaco e una in quello sloveno ma che, qualche anno fa, con l’avvento dell’Unione Europea, “è stata teatro di una celebrazione liturgica con i due arcivescovi”.

Di fatto, Redaelli ha lanciato anche l’annuncio che il 25 marzo alle 17 lui e l’omologo di Capodistria, monsignor Bizjak, celebreranno assieme a Monte Santo un momento di preghiera ricordando la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria che Papa Francesco darà proprio quel giorno.

Sulla questione delle nuove generazioni Redaelli ha annunciato, in qualità di presidente della Caritas Italiana, che è in lavoro una sperimentazione seguendo le orme della Caritas slovena per coinvolgere maggiormente i giovani. “Inizieremo con un embrione a Roma lasciando loro spazio di movimento”. Cvikl ha rilanciato un sondaggio, effettuato qualche mese fa, coinvolgendo i giovani tra i 14 e i 29 anni chiedendo loro quale fosse il pensiero nei confronti della Chiesa Cattolica. “Di fatto la necessità non è tanto andare a Messa quando il sapere di avere un luogo nel quale potersi ritrovare e nel quale qualcuno li aspetta”.

Si è, poi, parlato dell’appuntamento in previsione nel 2025. “La cultura deve essere agire umano unito con il senso del divino”, ha precisato Redaelli. “E anche la Carità è Cultura”, portando a esempio un gesto di Papa Francesco, ante covid, che aveva visto protagonisti alcuni senzatetto che si erano rifugiati nel colonnato di Piazza San Pietro: “Il Pontefice non ha dato loro solo da mangiare e un riparo, ma ha fatto loro visitare la Cappella Sistina e assistere a un concerto in Sala Nervi. La Cultura è, dunque, Carità perché la bellezza spetta a tutti”.

Se Gorizia rappresenta la storia e la maturità, Nova Gorica è la parte più giovane e dinamica. Cvikl non ha avuto dubbi su quest’affermazione, ricordando come le due realtà debbano lavorare assieme per potersi completare vicendevolmente. “La cultura – così l’arcivescovo di Maribor – è andare nel profondo e, dunque, a Dio”.

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