LA CERIMONIA
Si apre l’anno della Capitale Europea della Cultura: «Naprej, Evropa brez meja! Avanti, Europa senza confini!»

La presidente ha ricordato le parole del poeta Prešeren e ribadito, «Nova Gorica e Gorizia sono città gemelle».
Accolti da un lungo applauso, i presidenti di Italia e Slovenia, Sergio Mattarella e Nataša Pirc Musar, hanno aperto ufficialmente l’anno della Capitale Europea della Cultura. Il 2025, dunque, parte per Nova Gorica e Gorizia con le parole conclusive del discorso di Pirc Musar: «Naprej, Evropa brez meja! Avanti, Europa senza confini!».
Un «giorno storico», secondo Pirc Musar, accolta con Mattarella dalle bande della polizia italiana e slovena e, sul palco, dai due sindaci Rodolfo Ziberna e Samo Turel. «Un giorno di una visione centenaria di pace, libertà, buoni rapporti di vicinato e reciproco rispetto. Di amicizia e amore tra di noi. Oggi, Slovene e Sloveni a casa, nelle comunità slovene all'estero e in tutto il mondo, festeggiamo la festa culturale slovena. In questo giorno, nel 1849, il nostro più grande poeta, France Prešeren, posò per l'ultima volta la sua penna. Sulle soglie della primavera dei popoli, scrisse "Zdravljica", la sua opera più importante, che dal 2020 è riconosciuta come patrimonio culturale europeo, e il popolo sloveno ha scelto il suo settimo verso come inno nazionale: "Viva tutti i popoli che aspirano a vedere il giorno in cui, dove il sole splende, la discordia sarà cacciata dal mondo, ogni connazionale sarà libero, non il demonio, ma il vicino sarà il confine!"», così Pirc Musar.
«È commovente che proprio nel giorno di Prešeren, nella Piazza dell'Europa, dove più di venti anni fa siamo diventati parte della famiglia europea, stiamo inaugurando insieme ai nostri vicini, amici dall'Italia, la Capitale Europea della Cultura, che per la prima volta nella sua storia collega due città, due paesi, due popoli. Nova Gorica e Gorizia sono città gemelle, sono la capitale europea della cultura nel 2025», ha ribadito la presidente.
«Celebriamo ottanta anni di un cammino che ci riporta al giorno in cui, in Slovenia, celebriamo questi valori di pace, e riflettiamo sugli insegnamenti delle due guerre mondiali, che ci hanno fatto promettere che non ci sarebbero più stati conflitti e violazioni della dignità dei popoli. Su queste basi oggi si erge l'Unione Europea, la nostra casa comune. Su questa promessa e impegno per la pace, la libertà, i buoni rapporti di vicinato e il reciproco rispetto, un impegno che non dobbiamo mai, mai dimenticare», ha sottolineato la presidente.
Nel riconoscere che «c'è molto più di ciò che ci unisce di quanto ci separi, come ha sottolineato il mio predecessore, il presidente Pahor, da cui con orgoglio e responsabilità ho preso in mano la tutela di questo storico progetto comune», Pirc Musar ha ricordato come «l'Europa e il mondo si trovano a un bivio di valori, quindi non dobbiamo dimenticare il nostro passato quando pianifichiamo il futuro.
Nova Gorica, mano nella mano con la vicina Gorizia, assume con responsabilità il titolo di Capitale Europea della Cultura come città gemellata, consapevole del suo passato, ma soprattutto con la responsabilità verso il nostro futuro comune e verso le generazioni dei nostri figli, che meritano pace, libertà e creatività, ma mai a scapito o a danno degli altri. Per questo, questa capitale europea della cultura è così unica e storicamente importante. Perché Nova Gorica e Gorizia e le persone che vi vivono, oltre ai versi di Prešeren, coesistono e co-creano anche attraverso il messaggio del nostro poeta Srečko Kosovel, che ci invita a "essere uno nello spirito e nell'amore, ma a mantenere ognuno il proprio volto"».
Pirc Musar ha ribadito ancora, nel ringraziare gli organizzatori dell’intero evento, di essere certa «che ciascuno di noi troverà ispirazione nel programma e sentirà l'amore e la responsabilità con cui è stato preparato». Il saluto alla “collega” Chemnitz, altra Capitale Europea della Cultura, è stato il momento per lasciare la parola all’omologo italiano Sergio Mattarella.
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