L'appello dal confine di Gorizia alla Palestina, «la pace è possibile»

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L'appello dal confine di Gorizia alla Palestina, «la pace è possibile»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 06 Nov 2023
Copertina per L'appello dal confine di Gorizia alla Palestina, «la pace è possibile»

Questa mattina la firma dei due sindaci nella piazza Transalpina un tempo divisa, Ziberna: «Non vogliamo insegnare nulla ma questo confine è un esempio».

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Sarà una firma che non cambierà le sorti del mondo, ma che vuole essere comunque un segno. Un simbolo sicuramente è il luogo dov’è stata posta: quella piazza Transalpina che oggi è icona di come il confine sia passato da luogo di divisione a unione. Questa mattina, i sindaci di Gorizia e Nova Gorica, Rodolfo Ziberna e Samo Turel, hanno così sottoscritto un appello affinché termini il conflitto tra Israele e Palestina, prendendo spunto dalla propria storia locale. Il documento sarà inviato anche all’Unione europea.

Il voler essere esempio per altri contesti era già emerso con lo scoppio della guerra in Ucraina, arrivando ora a una comunione d’intenti che sarà indirizzato anche ai vertici dello Stato e governo italiani e sloveni, nonché alle rispettive rappresentanze diplomatiche in Israele e Palestina. “Non ci permetteremmo mai di insegnare qualcosa a qualcuno - ha commentato Ziberna - perché ogni storia è diversa dall'altra, ma vorremmo a gran voce gridare a chi oggi, ma anche ieri, combatte in quelle terre che la pace è possibile”.

“Ovviamente la situazione nostra è radicalmente diversa - ha rimarcato Ziberna - ma anche i presidenti Pahor e Mattarella hanno detto che questo confine è un esempio in Europa e nel mondo”. Per l’omologo Turel, “andiamo a firmare un appello comune prendendo esempio da questo confine, che ha fatto molto male ai cittadini di entrambe le parti, ma che ora non c’è più. Questo sforzo comune è un esempio di come si può andare avanti, anche dopo una storia burrascosa e fare progetti insieme”. La richiesta lanciata è quella di una coabitazione.

“Qui - recita il documento sottoscritto - siamo riusciti a creare le condizioni per una nuova vita, fondata sul rispetto, sul riconoscimento delle sofferenze altrui, sulla collaborazione, sulla consapevolezza che lo dobbiamo a noi quanto alle generazioni future le quali vivono con insofferenza i confini”. L’appello è affinché Israele e Palestina “progressivamente siano in grado di guardarsi negli occhi riconoscendo l'altrui sofferenza e crescere finalmente insieme”, così come accaduto a questi due angoli di Italia e Slovenia.

Invitata alla firma c’era anche una delegazione dell’associazione Italia-Israele di Trieste, guidata dal presidente Renzo Sagues: “L’intenzione di Hamas è distruggere Israele dal Giordano al Mediterraneo. Questa firma è importantissima, forse qualcuno la leggerà e ascolterà”. Per quanto riguarda lo stato della comunità ebraica in città, c’è anche la situazione del cimitero di Valdirose: “C’è stato un finanziamento della Regione per il suo restauro e renderlo più decoroso. Lì sono sepolti personaggi notevoli, che hanno portato cultura, scienza e altro”.

Da parte di Turel, l’appello è stato rivolto “non guardando alle religioni ma il più vasto possibile”. Mentre oggi si parla dell’assenza del confine, però, Roma e Lubiana vanno in senso opposto con la sospensione di Schengen: “Questa cosa non ci ha reso felici, ma per ora i controlli non sono così rigidi da impattare sulla vita quotidiana”. In ogni caso, si augura che “l’incontro fatto la settimana scorsa tra i ministri dell’Interno croato, sloveno e italiano a Trieste portino a un passo avanti, lavorando di più sulle pattuglie miste e che i controlli ai valichi non ci siano più”.

Plauso arriva anche dalla consigliera regionale del Pd, Laura Fasiolo: Quello giunto oggi da Gorizia e Nova Gorica è un importante segnale che dimostra concretamente come, pur nelle diversità linguistica e culturale segnate anche dalle vicissitudini della storia, si possa creare la sinergia per una pacifica e proficua convivenza. Oggi le due città, nello spirito che le contraddistingue anche per l'obiettivo di Go!2025, hanno dato un esempio di positiva collaborazione: non imbracciare le armi ma unirsi per iniziative comuni. Questa è la strada giusta, quella che si spera possano un giorno seguire anche i Paesi più straziati".

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