L'appello di Bordin al nuovo Lapidario di Gorizia, «no a parole d'odio»

L'appello di Bordin al nuovo Lapidario di Gorizia, «no a parole d'odio»

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L'appello di Bordin al nuovo Lapidario di Gorizia, «no a parole d'odio»

Di Redazione • Pubblicato il 08 Giu 2023
Copertina per L'appello di Bordin al nuovo Lapidario di Gorizia, «no a parole d'odio»

L'appello del presidente del Consiglio regionale per «creare le basi per continuare nella convivenza», ogni anno saranno aggiunti nuovi nomi.

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Mancano solo gli ultimi ritocchi e poi il nuovo Lapidario di Gorizia sarà pronto. Questa mattina, il progetto è stato presentato in Consiglio regionale alla presenza del presidente dell’assise, Mauro Bordin, che ha rilevato come "creare un momento di pacificazione, imparando dalla storia e guardando avanti con la capacità di analizzare in maniera seria e oggettiva anche gli accadimenti più drammatici”. L’obiettivo, ha proseguito, “è quello di creare le basi per continuare nella convivenza e nell’apertura”.

Promossa dalla sezione goriziana della Lega Nazionale, presieduta da Luca Urizio, insieme a quella di Trieste, guidata da Paolo Sardos Albertini, la cerimonia del taglio del nastro è fissata per le 18 di domenica 11 giugno nel Parco della Rimembranza. Si svolgerà accanto al monumento centrale, dove già si trova il precedente Lapidario con i nomi dei 665 goriziani e isontini deportati, inserendosi così nell'ambito del Percorso del ricordo. "La storia - ancora Bordin - va sempre analizzata con obiettività ed equilibrio”.

Una risorsa “preziosa per non dimenticare e trarre utili spunti di riflessione su quanto è successo e su quello che deve essere il nostro futuro”. Il consigliere regionale Diego Bernardis ha parlato di "atto doveroso per ricordare senza portare rancore. La verità non deve far paura e quando la sosteniamo, a prescindere dalle ideologie, siamo sempre nel giusto. La Lega nazionale fa bene a continuare le ricerche, dopo decenni a caccia di una verità sottaciuta e spesso dimenticata”. Per Urizio, comunque, non si tratta di un “doppione”.

“Vogliamo garantire visibilità non solo ai deportati citati sulla prima opera e questi 97 nuovi nomi - ha evidenziato Urizio - rappresentano persone di tutta la penisola. È un'operazione di verità e, ogni 3 maggio, chiederemo al Comune di Gorizia, al quale doneremo il monumento, di aggiungerne ulteriori attraverso altre targhe da apporre in futuro”. Lo stesso ha precisato che “non sono state mai usate parole d'odio nei confronti di nessuno, ma solo d’amore per i nostri martiri”, rivendicando anche l’iscrizione che sarà riportata.

Sul monumento si leggerà infatti “Nel ricordo delle tante vite ingiustamente spezzate con le deportazioni in Jugoslavia per mano di (e non dei, come evidenziato durante la presentazione, ndr) partigiani comunisti filo-Jugoslavia - Il loro sacrificio sia da invito a vivere in un clima di pacifica convivenza - Ad imperitura memoria”. All’inaugurazione saranno presenti anche esponenti del Parlamento e del governo, tra cui Paola Frassinetti, sottosegretario del ministero dell’Istruzione e del merito, e Roberto Menia, vicepresidente della commissione Difesa del Senato.

Domani l’opera sarà presentata anche in municipio a Gorizia, mentre nel pomeriggio inizierà la due giorni di studi promossa dall’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia: “Da ‘santa’ e ‘maledetta’ a Capitale europea della cultura 2025. Gorizia tra confini, autonomia e cooperazione transfrontaliera”. Dalle 15.30, in sala Dora Bassi, storici, giuristi e studiosi italiani ed esteri con un approccio multidisciplinare affronteranno argomenti come la storia nell’Impero austro-ungarico, le due guerre mondiali, il Trattato di Pace del 1947 e tanto altro.

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