l'appello
«Appartamenti per aiutare gli ucraini», Gorizia accoglie le prime famiglie
A disposizione dormitori e canoniche, pronti 110 posti letto per la prima emergenza.
Anche Gorizia ha iniziato ad accogliere i primi profughi in arrivo dall’Ucraina. Ad oggi, la Caritas diocesana ha preso in carico 19 persone, di cui 12 componenti di un singolo nucleo familiare e quattro di un altro, che stanno alloggiando in questa prima fase al dormitorio Faidutti. Madre, padre e figlio minore hanno trovato riparo invece all'oratorio del Pastor Angelicus, mentre l’organizzazione cattolica sta mettendo in moto la macchina dell’accoglienza. Questa mattina, il direttore Renato Nucera ha illustrato le prime iniziative.
“Su indicazione della Caritas nazionale - ha spiegato il diacono - non abbiamo avviato alcuna raccolta di indumenti o cibo, pretendo la raccolta fondi per l’acquisto dei beni direttamente in loco. Sul territorio ci sono già iniziative in questo senso, non volevamo fare doppioni o scavalcare altri, i fondi che saranno raccolti potranno essere usati per l’emergenza ai confini ucraini o anche qui, per supportare i rifugiati”. In pochi giorni, le parrocchie del Goriziano hanno già raccolto circa 10mila euro grazie alle offerte, in particolare durante il mercoledì delle ceneri.
Oltre a ciò, le stesse comunità locali hanno messo a disposizione 11 canoniche dismesse ma pienamente funzionanti, trovando così 50 posti letto. A questi si aggiungono i 60 messi a disposizione nei due dormitori cittadini, il Faidutti e in piazza San Francesco, che serviranno come soluzioni di prima emergenza. Anche perché questi dovranno continuare ad accogliere senzatetto e altri migranti, cercando comunque di riservare le aree per donne e bambini ucraini. La Caritas ha anche lanciato l’appello per trovare appartamenti, a disposizione gratuitamente.
“Non vogliamo caricare ulteriormente di problemi le persone - ha rimarcato Nucera - che si sono dimostrate già generose, visti i rincari delle bollette”. L’organizzazione, quindi, si occuperà direttamente dell’inserimento delle persone e di tutti gli oneri relativi, estendendo la ricerca non solo a Gorizia e Monfalcone ma su tutto il territorio diocesano. “Siamo in contatto con la Prefettura sia di Gorizia che di Udine, abbiamo messo a disposizione anche gli Empori della solidarietà e i Centri di aiuto alla vita, distribuendo nuove tessere”.
L’obiettivo è far rimanere chi arriva il più vicino possibile ai propri cari che già vivono sul territorio. Successivamente, poi, si studierà anche come integrare queste persone, in particolare i più piccoli, con gli stessi presidi della regione che hanno già dato la propria disponibilità per l’ingresso a scuola. Nell’ipotesi che la situazione proseguisse anche in estate e oltre, le realtà cattoliche metteranno a disposizione anche i servizi ricreativi e non solo. Prima di tutto, comunque, il nodo rimarrà dove far alloggiare i nuovi arrivati.
“C’è già qualche disponibilità” conferma il direttore. Da tenere conto anche le tempistiche necessarie per eseguire i tamponi, nonché al fatto che i dormitori non possono ospitare a lungo intere famiglie. Per poter aderire all’iniziativa con alloggi, si può segnalare la propria disponibilità via mail all’indirizzo promozionecaritas@caritasgorizia.it o telefonando dal lunedì al venerdì alla segreteria al numero 0481 525188, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Una veglia ecumenica, inoltre, è prevista al Parco della Rimembranza per il 15 marzo, insieme all’arcivescovo Redaelli.
Nella foto: Mauro Ungaro (direttore Voce Isontina), Renato Nucera, Casa San Francesco, Emporio della solidarietà e il dormitorio Faidutti
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