Anzil raccoglie il testimone sul 2025, cambiamento protagonista a Gorizia

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Anzil raccoglie il testimone sul 2025, cambiamento protagonista a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 10 Mag 2023
Copertina per Anzil raccoglie il testimone sul 2025, cambiamento protagonista a Gorizia

Il primo incontro tra il nuovo assessore regionale alla cultura e Ziberna, appello per colmare il gap di confine al Festival del Cambiamento.

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La futura Capitale europea della cultura, in tandem con Nova Gorica, ha sicuramente un peso non secondario sulla scrivania del nuovo assessore regionale delegato. È arrivato così il primo incontro ufficiale tra Mario Anzil e l’amministrazione comunale di Gorizia, con il primo che ha subito evidenziato il ruolo centrale che avrà il 2025, ricendo in dono una copia della Commedia di Cossovel. L’occasione è stata la sua presenza alla prima giornata del Festival del Cambiamento, organizzato dalla Camera di commercio Venezia Giulia oggi a Palazzo de Bassa e domani a Trieste.

L’esponente di Fratelli d’Italia, che ha vissuto in riva all’Isonzo servendo nel XIII reggimento carabinieri, ha prima però fatto tappa in municipio, dove ha incontrato il sindaco Rodolfo Ziberna e il resto della giunta. “La vera sfida di Go!2025 - ha commentato il componente dell’amministrazione Fedriga - è non limitarsi a cogliere le opportunità nell'anno in cui la Capitale europea della cultura avrà la sua massima visibilità ma utilizzare quest'occasione come un trampolino di lancio negli anni a venire per lo sviluppo di Gorizia e di tutto il Friuli Venezia Giulia”.

Ad accogliere colui che ha ricevuto il testimone da Tiziana Gibelli c’erano anche il presidente del Gect Go, Paolo Petiziol, e la direttrice di Erpac, Anna Del Bianco. “Ho messo i ferri in acqua per le prossime collaborazioni fra Comune e Regione per Go!2025 - ha commentato Ziberna -. Lo ringrazio per aver espresso fin da questo primo incontro la sua volontà di essere a fianco della città per questa straordinaria opportunità che vede il territorio goriziano epicentro, in chiave turistica, di un'area ben più ampia che, sul versante italiano, abbraccia tutta la regione”.

Dopo la visita alla caserma di via Trieste, Anzil e il primo cittadino sono quindi intervenuti al Festival promosso insieme al Forum Ambrosetti. “Sappiamo bene che chi ha la responsabilità di rivestire un ruolo di governo - così il vicepresidente della Regione - ha il dovere di elaborare una visione per il futuro, non immediato ma lontano”. Quindi, l’appello agli amministratori a “non affezionarsi alla propria visione” bensì “essere disponibile al confronto e dibattito. Serve una visione non statica ma repentina nei cambiamenti”.

Davanti a una nutrita platea di studenti ed esponenti delle istituzioni, la giornalista Barbara Carfagna ha letto il messaggio inviato dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, nel quale ha rilevato come “i cambiamenti in corso aprono un confronto strategico e attuale con i risvolti sociali ed etici”. Intervenendo per aprire i lavori, il presidente dell’ente camerale Antonio Paoletti ha elencato le grandi sfide da perseguire: “Qui siamo al centro della nuova Europa, dove abbiamo vissuto la cortina di ferro per tantissimi anni”.

“Grazie all’Europa ci siamo riappropriati dei terreni dove sono nati nostri padri, tornando a casa senza guerre. Vogliamo cavalcare questa grande onda, ci siamo resi conto che eravamo già in un cambiamento epocale e la pandemia ha dato una spinta ancora più forte”. Dal canto suo, Ziberna ha aggiunto come anche i comuni abbiano un loro ruolo nella gestione del futuro: "Durante la pandemia, l’Ue e i governi nazionali sono stati inadeguati a quello che stavamo vivendo, così come ora con le nuove difficoltà nel reperire nuove professionalità”.

Ha plaudito il mettere mano al codice degli appalti da parte del governo Meloni, attaccando gli ostacoli ad esso legato: “Non possibile che oggi siamo alla decima impugnazione davanti al Tar e Consiglio di Stato per un’opera”, facendo riferimento espressamente alla città. Certo “non è solo un problema di Gorizia ma dobbiamo mettere mano alle regole, altrimenti le articolazioni dello Stato sono in difficoltà”. Quindi il riferimento a uno studio della Commissione Ue sulle aree di confine: “Se riuscissimo a ridurre il loro gap del 20%, si aumenterebbe il loro Pil del 2,5%”.

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