Anpi e Comune divisi sul Giorno della memoria, due cerimonie a Gorizia

Anpi e Comune divisi sul Giorno della memoria, due cerimonie a Gorizia

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Anpi e Comune divisi sul Giorno della memoria, due cerimonie a Gorizia

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 27 Gen 2023
Copertina per Anpi e Comune divisi sul Giorno della memoria, due cerimonie a Gorizia

Due cerimonie distinte dopo lo strappo di qualche giorno fa, coinvolti anche i ragazzi delle scuole.

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Due cerimonie distinte nello stesso posto, la prima alle 9 e la seconda un’ora dopo. L’amministrazione comunale di Gorizia e Anpi hanno deciso di ricordare in momenti diversi la Giornata della memoria, entrambi ritrovandosi davanti al monumento in piazzale Martiri della Libertà d’Italia per ricordare le persone che furono deportate da qui e non fecero più ritorno. Da allora, infatti, la comunità ebraica goriziana si è praticamente azzerata, la cui presenza storica è testimoniata dai nomi di grandi concittadini.

A spingere verso due momenti di riflessione separati anche il ritorno della X Mas in municipio, nella cerimonia condannata dall’associazione dei partigiani. A differenza degli anni scorsi, quindi, il sodalizio non ha invitato alcuni esponete del Comune, mentre il sindaco Rodolfo Ziberna ha riunito associazioni d’arma, vertici delle forze dell’ordine ed esponenti delle istituzioni insieme ad alcuni studenti della scuola media Ascoli: “Per tanti anni abbiamo sostenuto che la guerra era un lontano ricordo ma stiamo toccando con mano che no è vero”.

Il riferimento è al conflitto in Ucraina, dopo quasi un anno. “Abbiamo visto come l’odio verso una religione o gruppo etnico - ancora il primo cittadino - può portare sofferenze. È necessario che il ricordo si trasformi in appello”. Parole condivise dall’assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari, che ha ricordato come “è paradossale che oggi si ricordi l’ingresso delle truppe sovietiche ad Auschwitz e oggi quello stesso popolo ci riporta indietro nella storia”. Appello a non dimenticare rimarcato dal prefetto, Raffaele Ricciardi.

Mezz’ora più tardi, è iniziata subito con un duro attacco all’amministrazione comunale la cerimonia organizzata dall’Anpi di Gorizia. “Abbiamo voluto risparmiare l’imbarazzo al Comune”, ha spiegato Anna Di Gianantonio – presidente della sezione locale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia – per la quale “dopo l’accoglienza concessa ai reduci della X Mas in municipio lo scorso 21 gennaio, condividere questo momento con noi sarebbe stato ai limiti della schizofrenia”.

Parole condivise anche dal teologo e saggista Andrea Bellavite, che ha voluto mettere in guardia i presenti dal rischio che questa giornata – introdotta dalle Nazioni Unite in seduta plenaria nel 2005 – diventi “un rito vuoto sul ‘male assoluto’”, riprendendo la definizione che papa Giovanni Paolo II diede al nazismo. “La successiva istituzione della Giornata del ricordo delle vittime delle foibe – ha aggiunto Bellavite – non è altro che un truffaldino tentativo di accostamento sullo stesso piano di nazifascismo e comunismo”.

L’errore, secondo il teologo, sta nel fatto che “le ideologie fasciste e naziste hanno nella loro essenza teorica il seme della violenza assoluta, del razzismo e del soffocamento di ogni libertà della persona e della società. Il comunismo, invece, presuppone, come nel cristianesimo delle origini, la centralità e la dignità della persona”. Per questo l’importanza univoca della frase “nikoli več”, che in sloveno significa “mai più”: un grido rimasto già inascoltato, considerato il ripetersi di genocidi non solo in Africa, ma persino in Europa, nei Balcani.

Tra il pubblico era presente anche l’ex senatrice del Pd Laura Fasiolo, che ha condiviso in toto l’intervento di Bellavite. La sfidante di Ziberna alle ultime elezioni amministrative ha definito l’accoglienza della X Mas in municipio “un insulto all’intelligenza, in contrasto con la logica di collaborazione con Nova Gorica in vista del 2025”.

Ad assistere alla manifestazione dell’Anpi c’erano anche due classi della scuola superiore goriziana di lingua slovena Jurij Vega. Una lezione di educazione civica che quest’anno, a Gorizia, non è riuscita a trasmettere quel valore di unione e condivisione dei valori costituzionali fondati sull’antifascismo, offrendo invece l’immagine di una città ancora divisa: non dal confine, ma dalla propria storia.

Ha collaborato Timothy Dissegna, foto di Daniele Tibaldi.

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