Animali in balia dell'incendio sul Carso, corsa di solidarità a Savogna

Lanciato ieri l'appello, arrivate 300 telefonate. I consigli del Centro di Terranova per aiutare.

Mentre prosegue la lotta senza quartiere contro l’incendio sul Carso, che sta divorando centinaia di ettari tra Italia e Slovenia, si pensa a mettere in salvo le vittime più indifese. Le fiamme hanno raggiunto anche alcuni centri abitati e a farne le spese sono anche gli animali, che in questi ultimi giorni soffrono anche loro per gli effetti del fumo e la paura. A Savogna, non mancano i maneggi e le fattorie, con la Tenuta Mivea che ha lanciato l’appello per trovare una soluzione temporanea per i propri animali.

L’area naturalista di Rupa, proprio a ridosso del confine con Merna, è a poche centinaia di metri dalle fiamme in linea d’aria e l’aria è diventata irrespirabile. Per questo, la titolare Ivana Rosato ha chiesto aiuto per spostare la trentina di esemplari che vivono lì, tra cui 26 cavalli, riuscendo a chiudere il tutto alle 3 di questa mattina. “Sono venuti in tantissimi da tutto il Friuli - spiega la titolare, Ivana Rosato - siamo riusciti ad evacuare tutti gli animali. Abbiamo spostato anche capre, pony, uccellini e altri”.

Per il momento, le specie rimaranno a casa di privati, nell’attesa che le fiamme si assopiscano. “Spero già nel weekend” l’auspicio della proprietà, anch’essa provata nella voce dai fumi acri che stanno arrivando dal fronte dell’incendio. Non è l’unica realtà che ha avuto bisogno di supporto, tanto che la stessa tenuta ha aiutato una ragazza del posto con la sua asina che non si riusciva a mettere in salvo. Alla fine, si tratterà a casa di privati, mentre le mucche della vicina azienda agricola Humar è stato più difficile trasferirle.

È stato comunque messo al riparo il fieno, evitando che possa prendere fuoco anch’esso e provocare così un disastro ancora peggiore. “Ieri sono arrivate 50 persone - prosegue Rosato - e ho ricevuto 300 telefonate. Anche Legambiente e il servizio veterinaria di Asugi si sono messi a disposizione, in tanti ci hanno aiutato portando cibo. I friulani si sono dimostrati ancora una volta di grande cuore quando serve aiutare”. Nel frattempo, sono diverse le segnalazioni di animali selvatici che attraversano le arterie stradali, impauriti.

Al Centro recupero fauna di Terranova, in comune di San Canzian d’Isonzo, per ora non sono ancora arrivati esemplari colpiti dall’incendio. “Per ora abbiamo ricevuto animali da altre parti, come sempre - spiega il titolare, Damiano Baradel - vedremo una volta che è stato spento l’incendio”. Il timore è che le fiamme e il calore abbiano già provocato la morte di molti esseri viventi, tra cui civette, tartarughe e ricci, molti dei quali hanno proprio in questo periodo il momento delle nascite. Solo a fuoco spento si potrà effettivamente fare la conta.

Nel frattempo, lo stesso Baradel dà qualche suggerimento su come poter aiutare gli animali: “Visto il caldo, ognuno potrebbe fare la sua parte lasciando una ciottola d’acqua a terra, per permettere di bere. Nessuno deve fare l’eroe da solo, entrando nel bosco per salvare animali. Ci sono già Guardia forestale, Protezione civile e vigili del fuoco”. Il fumo, peraltro, si vede anche dal centro, anche se per ora rimane alto e senza particolari effetti. A Monfalcone, il sindaco Anna Maria Cisint ha disposto l’obbligo di usare la mascherina Ffp2 anche oggi.

Nella foto: un maneggio a Savogna con alle spalle il rogo di Merna

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