Nella natura più selvaggia, una 35enne di Gorizia porta il suo film in Inghilterra

Nella natura più selvaggia, una 35enne di Gorizia porta il suo film in Inghilterra

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Nella natura più selvaggia, una 35enne di Gorizia porta il suo film in Inghilterra

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 06 Ago 2021
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La regista, alla sua prima opera, sarà protagonista della kermesse nel Regno Unito. Il racconto di una comunità fuori dal mondo.

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Ci sarà anche Giulia Candussi, documentarista classe 1986 di Gorizia, tra i protagonisti del Bolton International Film Festival. La kermesse nel Regno Unito, che si svolgerà tra settembre e ottobre, ha infatti in calendario la prima opera da regista della giovane, dopo la première a Glasgow. Si intitola “Against the tide”, ossia “controcorrente”, ed è il frutto di un lavoro svolto nel 2019 all’interno di un programma del Scottish Documentary Institute, una delle istituzioni più note in Europa nel settore. Da settembre fino a Natale, Candussi ha potuto incontrare professionisti che hanno spiegato i segreti del mestiere.

Insieme a 11 suoi compagni di corso, doveva quindi sviluppa un’idea da presentare a una commissione al termine del percorso. “Siamo stati selezionati in quattro - ricorda - e il mio progetto è stato finanziato con ottomila pound. Inizialmente, dovevo iniziare le riprese a marzo, ma poi è arrivata la pandemia”. A settembre, finalmente, è riuscita a realizzare la sua opera. Il tutto basato su un’isola sperduta nel nord-ovest della Scozia, dove vive una comunità di poche persone che rimane costantemente isolata dalla società, condividendo tutto e puntando ad essere autosufficienti rispetto al mondo attorno.

“All’inizio avevo pensato di raccontare la storia delle persone che la compongono - racconta la regista - ma poi ho deciso di concentrarmi su una singola persona”, raccontando di riflesso l’intera isola. La protagonista è quindi un donna, Gill, trasferitasi lì dal Regno Unito. Il percorso per accedere a questo gruppo, però, non è per nulla semplice: “C’è un periodo di prova di sei mesi per capire se c’è l’accettazione è reciproca. Alla fine, avviene una cerimonia”. Non si tratta di una società basata su precetti religiosi, quanto più spirituali e legati al rapporto con la terra e le maree, evidenzia la goriziana.

Un’esperienza da antropologa, la sua, che l’ha portata a condividere parte di quel viaggio in presa diretta. Quel mondo lo aveva già conosciuto in precedenza, durante un suo viaggio, e proprio da lì era nata la voglia di descriverlo nella sua complessità. Il tutto, quindi, è stato riassunto nella sua prima opera documentaristica, dopo aver firmato alcuni video più brevi BBC The Social, canale sui social media del celebre broadcast britannico. Ora, invece, l’attende la Spagna, dove vivrà per tre mesi seguendo i lavori di una serie di documentari per Channel 4. Un percorso che è solo all’inizio, ma lei non è nuova alle sfide.

Laureatasi in Relazioni internazionali, già all’università aveva intrapreso il cammino nel mondo dell’informazione come fotoreporte per il quotidiano La Nuova di Venezia. Passione unitasi a quella per la fotografia, producendo alcuni servizi nel corso degli anni. Alla fine, quindi, è approdata oltremanica. Il suo obiettivo, peraltro, è aprire il più possibile le porte del genere anche alle autrici donne: “È un settore dove la presenza femminile è molto piccola, è un lavoro difficile perché viaggi in luoghi sperduti e non hai tempo per la famiglia”. Proprio in Scozia, l’obiettivo è arrivare anche qui alla parità di genere.

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