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Andrej Kosič compie 90 anni, i suoi acquerelli tra Carso e Collio a Gorizia

L'artista inaugurerà martedì sera la propria mostra al Kulturni center Bratuž e critica la mancanza di spazi per esporre opere d'arte.
Una mostra che riassume gli ultimi vent’anni di carriera e omaggia una vita dedicata alla pittura. Verrà inaugurata martedì alle 18 nelle sale espositive del Kulturni center Lojže Bratuž la personale di Andrej Kosič intitolata “Hodil po zemlji sem naši in pil nje prelesti…”, verso del poeta sloveno Oton Zupančič che, tradotto, significa “Camminavo per la mia terra e bevevo la sua bellezza”. Un frammento poetico quanto mai indicato per parlare del percorso artistico del pittore goriziano.
Un nome, il suo, noto soprattutto per i delicati acquerelli di paesaggio a cui è legato. La personale, che verrà presentata da Verena Koršič Zorn, si configura come una sorta di regalo di compleanno per l’artista che, il 20 settembre, ha compiuto 90 anni. Circa cinquanta le opere esposte nelle sale dell’ex Katoliški dom che, al momento dell’apertura nel 1961, aveva commissionato proprio a Kosič il componimento che ancora accoglie gli ospiti all’ingresso principale. Gli acquerelli, tutti di dimensioni notevoli, risalgono agli ultimi vent’anni di attività e ritraggono scorci del Collio e del Carso.
Si tratta di paesaggi talvolta basati su fotografie scattate dallo stesso autore, utili soprattutto per la resa prospettica. Più frequente è però il caso di lavori nati dalla rielaborazione della realtà partendo dalle memorie, impresse nella mente durante passeggiate e sopralluoghi, che vengono poi ricostruite dando vita a paesaggi di fantasia. La lunga carriera di Kosič, ancora nel pieno della sua attività, comincia dopo aver frequentato l’istituto d’arte di Gorizia, al tempo sito in via Vittorio Veneto: «Qualche volta non potevo fermarmi al pomeriggio - ricorda - perché venivo richiamato da mio padre per aiutarlo nel negozio».
Quello stesso negozio di via Rastello che ha gestito con passione per decenni e sopra il quale aveva poi sistemato il proprio atelier, dove scappava per trovare la calma necessaria dopo una giornata di lavoro. Successivamente alla scuola e supportato dalla famiglia, Kosič inizia a frequentare lo studio di Virgilio Malni avvicinandosi nel contempo al gruppo di artisti dell’Apai (Associazione provinciale artisti isontini), dove stringe amicizia con Doliac, Cenisi, Gianandrea, Altieri. Molte le collettive a cui prende parte a partire da quella del 1961 a Nova Gorica e Capodistria.
Furono esperienze pionieristiche di una collaborazione transfrontaliera che sembra essere una scoperta recente, sollecitata soprattutto dai preparativi per GO!2025. Preparativi che però, nel mondo artistico, non fanno ben sperare: «A parte il Kulturni dom e il Kulturni center Bratuž non ci sono altri spazi espositivi: una volta c’era la sala della Pro Loco, la sala Dora Bassi, la galleria Il Torchio… Quando si stava avvicinando il mio compleanno ho chiesto al Comune la disponibilità dell’auditorium ma nonostante le rassicurazioni iniziali non se n’è poi fatto niente».
«Molto attiva è l’associazione Prologo – prosegue Kosič - dove vengono portate avanti molte buone idee, mentre una sede i cui spazi potrebbero essere affittati agli artisti locali sarebbe il Museo Santa Chiara». Evidente, nelle parole dell’autore, la nostalgia per un passato più favorevole alla visibilità degli artisti ed è anche per smorzare questo sentimento che Kosič continua instancabilmente a dipingere e disegnare con gli acquerelli, la china, meno con le tempere: rispecchiando la sua mitezza di carattere nella pittura dal tocco leggero e gentile, attento a cogliere tanto i delicati passaggi di luce quanto le improvvise accensioni del sommaco carsolino.
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