Anastasia e Sara nuovi medici di base a Gorizia, cala la pressione sull'Asap

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Anastasia e Sara nuovi medici di base a Gorizia, cala la pressione sull'Asap

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 16 Feb 2024
Copertina per Anastasia e Sara nuovi medici di base a Gorizia, cala la pressione sull'Asap

Con i due nuovi medici di famiglia in città si allevia la pressione sull’Asap, duemila persone circa reindirizzate. Gli orari e la loro sede.

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Anastasia Ghennadievna Moravskaya è già operativa dallo scorso 22 gennaio, mentre Sara Visintin inizierà giovedì prossimo. Sono i due nuovi giovani medici di famiglia di Gorizia – la prima ha 31 anni, la seconda 28 – e hanno tutte le intenzioni di rimanere in città a lungo. Infatti, anche se il loro è un incarico “temporaneo”, una volta terminata la loro specializzazione in Medicina generale continueranno la loro attività a tempo indeterminato.

Lavorano entrambe nell’ambulatorio di corso Italia 79, ma prima di entrare in graduatoria non si conoscevano. «Da quando, a dieci anni, sono arrivata dalla Russia con la mia famiglia – spiega Moravskaya in perfetto italiano – ho sempre studiato a Udine. Non solo alle medie e alle superiori, ma anche all’Università; dopodiché ho cominciato a lavorare tra Gorizia, Cormons e Monfalcone durante gli anni della pandemia».

Goriziana doc, invece, Visintin: «Mi sono laureata a Trieste nel 2021, dopodiché, durante il covid ho fatto un mese di tirocinio a Gorizia con la dottoressa Gonano, oggi in pensione. Quest’esperienza mi ha fatto innamorare della Medicina generale. Dopo la laurea ho cominciato a sostituire qualche medico, facendo anche la guardia medica tra Grado e Gorizia, finché non ho provato il concorso per il Ceformed (Centro regionale di formazione per l’area delle cure primarie), grazie al quale dalla prossima settimana potrò iniziare la mia attività».

Un’attività, quella del medico di base, per la quale è fondamentale il contatto con le persone: i pazienti. «Un elemento fondamentale che deve piacerci – spiega Visintin – e che richiede capacità innate, senza le quali può risultare molto complicato creare un rapporto di fiducia con gli assistiti». «Durante l’università ho fatto anche la barista e la cameriera» le fa eco Moravskaya, a conferma della propria predisposizione alla socialità. Caratteristica senza la quale potrebbe diventare molto più arduo del necessario gestire 1.000 pazienti, il massimale previsto durante la durata dell’incarico temporaneo e destinato a salire a 1.500 dopo la specializzazione.

Considerando la crisi dei turn-over dei medici di famiglia a Gorizia, non deve sorprendere il fatto che Moravskaya ha raggiunto la soglia massima di assistiti consentita entro cinque giorni dall’inizio della sua attività. «È stato un po’ un trauma: ho ricevuto chiamate quasi ininterrottamente, dalle 70 alle 100 al giorno. Ma adesso, per fortuna, la situazione si sta stabilizzando».

Come è noto, il carico di lavoro è molto elevato. «Non deve ingannare l’orario ufficiale delle visite – spiega sempre la dottoressa –. Ieri, per esempio, l’ambulatorio era aperto al pubblico dalle 9.30 alle 11.30, ma da qui, in realtà, non sono potuta uscire prima delle 10 di sera». Inevitabile, quindi, il ricorso a delle assistenti di studio. Solo che, se Moravskaya resisterà da sola fino a quando non raggiungerà la soglia di 1.500, Visintin prevede di assumerne una fin dall’inizio.

La crisi della Medicina generale
Il loro arrivo, se da una parte allevia di 2mila pazienti la pressione esercitata sull’Asap di Gorizia, dall’altra non risolve la difficile situazione innescata dal pensionamento, nel giro di un anno, di almeno cinque medici di famiglia. Situazione che potrà essere risolta, come sostiene la segretaria provinciale di Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Adriana Fasiolo, «rendendo più attrattivo per i giovani questo settore della Medicina e, al contempo, incentivando anche gli incarichi provvisori».

Questi ultimi – a differenza di quelli temporanei riservati agli specializzandi in Medicina generale – sono aperti a tutti i medici e durano un anno. L’auspicio di Fasiolo è che l’incarico provvisorio spinga poi il medico a partecipare al concorso necessario per la sua stabilizzazione, entrando in graduatoria: «Così il paziente può avere per almeno un anno un medico di riferimento e si tampona meglio la carenza di nuovi medici di base».

«Non possiamo dimenticare – la chiosa di Fasiolo – l’importanza di questa figura professionale nel seguire i pazienti cronici, caratterizzati da una particolare fragilità. Per questo va ripensata anche l’organizzazione della medicina territoriale. Per troppi anni non c’è stata una programmazione finalizzata anche a fornire il medico di base di servizi e strumenti che lo favoriscano nella gestione della sua attività».

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