Amianto, gli esperti tirano le fila a Monfalcone: «Siamo nel plateau»

Amianto, gli esperti tirano le fila a Monfalcone: «Siamo nel plateau»

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Amianto, gli esperti tirano le fila a Monfalcone: «Siamo nel plateau»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 13 Apr 2022
Copertina per Amianto, gli esperti tirano le fila a Monfalcone: «Siamo nel plateau»

La conferenza con esperti e professionisti, il trend stabile. Seguite 12mila persone.

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Non è un picco quello che è stato fin'ora raggiunto, quanto un plateau. Non si tratta dell’andamento della pandemia, ma di un fenomeno sanitario e sociale presente ben da prima del Covid: gli effetti dell’amanianto sulla popolazione. Uno scenario che Monfalcone conosce bene, ospitando non a caso oggi -mercoledì 13 aprile- la IX conferenza regionale che ha raccolto esperti, professionisti e istituzioni di ambiti diversi per fare il punto su quanto è stato fatto negli ultimi anni dalla Commissione regionale amianto e cosa bisogna ancora fare. In particolare dopo che Fabio Giuseppe Vassallo lascerà la presidenza dell’organo.

Il successore del dirigente medico della Pneumologia, che presto uscirà dall’incarico in Asugi per cambiare regione, è ancora da definire. In ogni caso, i lavori al Teatro Comunale di corso del Popolo hanno visto una lunga giornata di incontri, a partire dai saluti istituzionali. Sul palco è salito il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, che ha ricordato l’impegno della sua amministrazione con 3 milioni di euro per il 2022 per lo smaltimento dell’amianto, tema centrale nella lotta alla malattia che deriva dal pericoloso materiale. Sforzo portato avanti in sinergia con quello per i vaccini anti-Covid, ha evidenziato.

Dal canto suo, il sindaco Anna Maria Cisint ha ricordato quanto successo durante lo scorso mandato: “A fine mandato ancora non riesco ad accettare ciò che è accaduto a luglio del 2015, quando la precedente amministrazione ha scelto di non perseguire più la responsabilità di chi ci ha potati a essere in queste condizioni, rinunciando alla causa penale che è stata irrecuperabile. Ho ancora il cuore che piange perché in questa città mai si potrà dire che c’è stata giustizia”. Ha quindi evidenziato come "nella materia ambientale, abbiamo sfruttato le possibilità che la Regione ha messo a disposizione ad esempio con i contributi allo smaltimento”.

“Primi in regione - ha aggiunto - abbiamo fatto una mappatura e aperto uno sportello, dopo aver eliminato in tutte le aree e edifici pubblici l’amianto. Siamo un comune colpito, ma virtuoso. Oltre che nel pubblico stiamo verificando nel privato. La mappatura ha individuato tre livelli di presenza dell’amianto: pessimo, scadente, discreto. Nel primo caso c’è già stata un’eliminazione da parte del privato e anche noi abbiamo stanziato risorse pubbliche importanti, per riuscirete a chiudere quella battuta. Nel discreto stiamo andando avanti e lo stato scadente è all’attenzione di tutti”. Mappatura citata anche dall’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro.

L’esponente della giunta ha spiegato che Insiel si è occupata di monitorare l’intero territorio regionale, portando il conteggio a oltre 15mila manufatti. Sul fronte medico, la relazione iniziale dello stesso Vassallo ha dato i punti chiave per inquadrare la situazione attuale: nell’estremo Nordest c’è la più alta percentuale di mesotelioma tra i soggetti in cui lo si individua, soprattutto nei soggetti maschi. Se questi sono esposti principalmente in ambiti lavorativi, per le donne invece è l’ambito familiare quello preminente. Per seguire questi soggetti, dal 2016 la Regione ha avviato un percorso di monitoraggio e supporto.

Come evidenziato dallo specialista, però, ancora tanti esposti mancano all’appello. Per cui, i circa 12mila inseriti nel registro sono solo una parte del totale reale, con diversi che - anziché registrarsi per poi sottoporsi allo screening - vi entrano dopo aver scoperto di essere ammalati. La fetta più grossa è seguita da Asugi, pari all’80%, e la gran parte è over 60. Si pensava che il picco arrivasse tra il 2015 e 2020, invece ogni anno rimane una costante scoperta di nuovi casi, seppur con dati stabili ma comunque preoccupanti. Un percorso su cui la Regione ha promesso di continuare ad investire anche con la Pneumologia attesa a Monfalcone.

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