«Amianto nemico subdolo»: il ricordo con i giovani al Memoriale di Monfalcone

«Amianto nemico subdolo»: il ricordo con i giovani al Memoriale di Monfalcone

La cerimonia

«Amianto nemico subdolo»: il ricordo con i giovani al Memoriale di Monfalcone

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 24 Dic 2022
Copertina per «Amianto nemico subdolo»: il ricordo con i giovani al Memoriale di Monfalcone

Gli studenti hanno preso parte a un momento di incontro al Muca. Enti concordi sull'importanza della prevenzione.

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Cerimonia semplice ma sentita, ieri mattina, al Museo della Cantieristica in quello che è il Memoriale per le vittime dell’amianto. Un appuntamento che si ripete ogni anno nel periodo natalizio - con lo scopo di mantenere vivo il ricordo di quanti si sono ammalati e hanno perso la vita a causa dell’amianto e per tenere alta l’attenzione su un problema che ancora oggi colpisce molte persone - in un luogo fortemente simbolico e dedicato a chi è stato colpito dalle malattie asbesto correlate.

L’amianto, un nemico “subdolo, quello che non si vede mentre quello più cattivo è quello che si manifesta nel tempo”, ha ricordato il giornalista Roberto Covaz nel suo intervento, iniziato con le fotografie realizzate da Katia Bonaventura. “Le fibre di amianto sono infinitamente più piccole di un capello, si attaccano nei polmoni fini a comandare il corpo stringendolo in una morsa che porta alla morte. È necessario declinare la commemorazione al messaggio che una tragedia del genere non possa ripetersi”, così ancora Covaz.

“Commemoriamo i nostri padri, fratelli, nonni, le nostre madri e sorelle che con l’amianto ci hanno lasciato. Lo facciamo in un luogo istituito per la memoria dei nostri cari, dove vengono raccontati i passi della tragedia. Perché non si disperda la consapevolezza del valore della vita e della sofferenza delle famiglie”, ha ricordato, poi, il sindaco, Anna Maria Cisint.

“C’è una partecipazione emotiva netta dei cittadini perché l’amianto lo abbiamo vissuto e lo abbiamo avuto in casa. Questo luogo ricorda cos’è avvenuto, ricorda che il cantiere non ha solo costruito le navi più grandi del mondo, ma ha anche costruito il dramma dell’amianto. Un dramma che ha colpito non solo i lavoratori, ma anche le loro famiglie perché le mamme e le mogli degli operai lavavano i “terlis”, le tute da lavoro, e i figli abbracciavano i papà quando rientravano a casa respirando le fibre di amianto e oggi ne pagano ancora le conseguenze”, ancora le parole del sindaco.

Per quanto concerne l’aspetto ambientale, Monfalcone è un comune pilota perché è stata effettuata una mappatura degli edifici, sono stati informati i cittadini e sono stati concessi i contributi per le bonifiche. “Abbiamo scritto ad alcuni Parlamentari del Friuli Venezia Giulia e al Presidente della Regione, giocando di squadra con altri sindaci, e siamo riusciti a portare in Parlamento la proposta di legge per aumentare la copertura economica a favore dei malati di mesotelioma per causa familiare e per causa ambientale”, ha voluto sottolineare Cisint.

Presenti il vice presidente di LILT Umberto Miniussi, Don Flavio, il direttore generale ASUGI Antonio Poggiana, Giuseppe d’Ercole già presidente del Comitato Fondo Vittime Amianto, il presidente dell’Associazione Esposti Amianto Diego Dotto e il Consigliere Regionale Antonio Calligaris. Quest’ultimo ha evidenziato quanto la Regione si sia impegnata ad erogare contributi per la bonifica dei fabbricati con amianto. “Ogni anno solo in Friuli Venezia Giulia vengono smaltite 10 mila tonnellate di amianto dalle case dei cittadini. Solo quest’anno in Finanziaria sono stati stanziati 800mila euro per gli edifici pubblici, 600mila per i privati e 900mila per le aziende”, così Calligaris.

“È una rete capillare che si muove in sinergia per ricordare sì, ma anche per prevenire” ha concluso Cisint. Sinergia che si è spiegata da sé nei vari interventi della mattinata, intramezzati dall’accompagnamento musicale del violinista Simone d’Eusanio. Miniussi ha richiamato l’esigenza che le associazioni proseguano nelle attività di ricerca, Poggiana ha evidenziato l'azione costante del Crua e l’importanza della “prevenzione a tutto campo”, Dotto - presidente Esposti Amianto - ha sottolineato la necessità dell’intervento delle Istituzioni ad accompagnare l’operato delle associazioni.

Tra i vari interventi anche quello del parroco, don Flavio Zanetti. “Trent’anni fa ci si domandava cosa ci fosse di sbagliato nel celebrare funerali di persone andate in pensione pochissimi mesi prima: si era capito che c’era qualcosa che non andava”, prima di pregare un “eterno riposo” per gli andati avanti. Umberto Miniussi, della Lilt, ha voluto rimarcare “la latenza di questo materiale che non è ancora finita. Si pensava a un’esposizione fino al 2025 ma abbiamo spostato l’asse più avanti. È giusto che chi può indichi una strada possibile”, ancora Miniussi.

“Come Lilt ci siamo presi carico del lavoro portato avanti dal professor Bianchi che dagli anni ‘80 aveva trovato una situazione disastrata già nel nostro cantiere ma che poi si è espansa. Lavoro che proseguiamo con l’Università di Trieste. Un lavoro partito nel 2018 grazie alla forza e alla determinazione e a quanto è stato messo a disposizione anche dall’amministrazione perché il lavoro della Lilt è anche la prevenzione”.

Proprio sul tema della prevenzione ha puntato l’attenzione il direttore di Asugi, Antonio Poggiana, ricordando come “A Monfalcone il Crua monitora e assiste i pazienti e tiene il registro nazionale delle persone che hanno avuto contatti con amianto: puntiamo sulla prevenzione a tutto campo anche se non vengono mai investite abbastanza risorse sulla prevenzione. L’invito che facciamo ai giovani – ha concluso Poggiana – è alla prevenzione e ad adottare stili di vita sani”, ha concluso Poggiana. 

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