Le ambizioni di Gorizia e Nova Gorica nel 2025, «attesi 5mila turisti al giorno»

Le ambizioni di Gorizia e Nova Gorica nel 2025, «attesi 5mila turisti al giorno»

il confronto

Le ambizioni di Gorizia e Nova Gorica nel 2025, «attesi 5mila turisti al giorno»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 01 Feb 2024
Copertina per Le ambizioni di Gorizia e Nova Gorica nel 2025, «attesi 5mila turisti al giorno»

Ieri i sindaci delle due città hanno risposto alle domande sulla Capitale della cultura e altre sfide, l'invito a superare le divisioni ideologiche.

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Costruire un futuro insieme. Un risultato enorme, per Italia e Slovenia, grazie al quale Gorizia e Nova Gorica possono inseguire un sogno comune. Quello di diventare una città senza frontiere, pur conservando la propria identità bilingue. Si è svolto nella serata di ieri – presso il Trgovski dom di corso Verdi – l’incontro pubblico fra i due sindaci di Gorizia e Nova Gorica, Rodolfo Ziberna e Samo Turel. L’evento, organizzato dall’Unione culturale economica slovena (Skgz) e al quale hanno presenziato anche il questore Luigi Di Ruscio e il prefetto Raffaele Ricciardi, si colloca nell’ambito dell’iniziativa “Forum idej”.

«È un incontro organizzato dalla Skgz, una delle due organizzazioni regionali a tutela della minoranza linguistica slovena – spiega l’assessore comunale Maurizio Negro - Di questo ne parleremo lunedì, in occasione dei cinquant’anni della costituzione della Consulta, quando discuteremo delle attività da svolgere assieme coinvolgendo la minoranza». Sul piatto si colloca non soltanto l’evento in sé di Go!2025, con tutta una costellazione di appuntamenti, quanto il patrimonio stesso delle due città, da lasciare in eredità ai nostri figli. «Una candidatura che è un grande risultato – ha commentato il primo cittadino di Gorizia – un risultato da continuare, perché abbiamo collocato le fondamenta di una casa comune, che possa essere testimonianza in Europa e nel mondo».

Anche Samo Turel si è mostrato concorde, osservando come nel progetto non vi siano debolezze o mancanze, quanto piuttosto «un processo, un percorso che apra la strada», auspicando che possa rappresentare un «patrimonio da lasciare a chi verrà». La domanda da porsi, secondo il primo cittadino sloveno, ruota intorno alla possibilità di intervento concreto nel processo di apertura. Una modalità che consenta di «abolire gli ostacoli per costruire un futuro insieme». La difficoltà - secondo Turel - sta nel fatto che le due città rimangono appartenenti a due stati. Complessità che secondo Ziberna è possibile ovviare affidando gli incarichi «a chi è già strutturato».

«Sono fiducioso, non vedo problemi irrisolvibili. Siamo apripista in Europa, come diceva Samo. In merito alle opere pubbliche siamo in linea, e così per infrastrutture che seguiranno nei prossimi decenni. Per quanto riguarda gli eventi, non siamo la vetrina dell’Europa, altrimenti avremmo soltanto benefici turistici». Una corsa ai risultati che miri anche a coinvolgere gli stessi cittadini, fornendo nel frattempo un contenuto dettagliato dei programmi e accentuando la valorizzazione della minoranza slovena in Italia.

«L’auspicio è che la cultura stia in primo piano – rimarca Turel – Non dobbiamo dimenticare che gli abitanti di entrambe le città lo sentono come un progetto proprio, e non delle amministrazioni comunali». Mentre per Ziberna diventa fondamentale calibrare gli eventi con le giuste tempistiche, in considerazione che il 2024 sarà l’anno in cui le due città costituiranno un cantiere aperto. «In questo momento stiamo facendo un piccolo marketing territoriale, che ha aumentato del 20% l’afflusso dei turisti». Eventi che si moltiplicheranno in Italia e oltreconfine, per i quali si possa sviluppare un percorso unitario.

La data storica sarà l’otto febbraio del prossimo anno, quando in occasione dell’inaugurazione solenne saranno presenti entrambi i presidenti dei due Stati. Di qui l’importanza di presentare al mondo l’unione nella differenza, perché «la ricchezza è sommatoria delle diversità», ribadisce Ziberna. In sintonia Turel, secondo cui la piazza Transalpina conserva due nomi nella misura in cui simboleggia l’essenza dell’area transfrontaliera. Già il primo maggio – in occasione della celebrazione dell’ingresso della Slovenia in Europa – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà in Slovenia, costituendo un assaggio di quanto si sta preparando alle porte.

Due realtà che iniziano a coesistere assieme a partire dalla città di Gorizia, dove secondo Ziberna non andrebbe più utilizzata la terminologia «minoranza», quanto piuttosto «componente linguistica». Ma mentre Nova Gorica offre la possibilità di apprendere l’italiano nelle scuole, la situazione inversa non è riproducibile in Italia, in quanto «le scuole italiane dipendono dal Ministero dell’istruzione, non dal comune», chiarisce Ziberna. Dal canto suo, Turel si augura che la cultura possa superare le «questioni ideologiche vecchie di ottant’anni, per occuparsi di problematiche attuali».

Questioni ormai sorpassate che devono cedere il passo a una visione globale e a un’unione durevole, perché «nessuno vuole dimenticare infoibati e deportati, ma lasciamo questo compito agli storici», sottolinea Ziberna. Si punta al milione e mezzo di visitatori, con una media stimata intorno ai 5mila turisti giornalieri, da accogliere senza sovraccaricare eccessivamente le infrastrutture. Una volta concluso il 2025? «Il lascito più importante sarà il know-how per il giovani» - spiega Turel - evidenziando come fra i diversi progetti sia previsto un campus in grado di accentrare gli studenti universitari, da ubicare nell’area dove oggi sorgono i binari per i treni merci.

«Non è un sogno nel cassetto, ma la realtà», commenta Ziberna, riportando l’esempio dei lavori già iniziati nell’area dell’ex-ospedale, da trasformare in polo scolastico. Oltre alla riqualificazione dell’ex ospedale sarà poi restaurata Villa Louise, ipotetica sede di start up o programmi Erasmus. Infine, il promettente restyling delle ex Casermette, area in cui dovrebbe sorgere l’industria del cinema. «Da Oleotto al Dams, Gorizia è ormai sede di innumerevoli produzioni - prosegue Ziberna – Lo stesso segretario alla cultura è interessato. Qui sorgeranno tre grandi laboratori destinati al cinema, perché - contrariamente a quanto si dice – con la cultura si mangia, e produce ricchezza».

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