le posizioni
Alberi tagliati nel Parco del Carso, l'intervento divide Monfalcone
L'opposizione attacca il sindaco, ambientalisti a favore dell'intervento.
“Abbiamo ricevuto da tanti cittadini segnalazioni su quanto sta succedendo nel Parco del Carso”. Così Cristiana Morsolin esordisce chiedendo spiegazioni sugli interventi che si stanno realizzando da settimane in area carsica a Monfalcone, specialmente nella zona retrostante la Rocca. “Vogliamo avere chiarezza e trasparenza visto che quel territorio è comunale. Stanno tagliando una quantità ampia di alberi che sono proprietà dei cittadini”.
Morsolin, assieme a Gualtiero Pin, Elisabetta Maccarini, Fabio Del Bello e Michela Percuzzi, si chiedono il perché l’intervento non sia passato prima attraverso l’apposita commissione, poi in consiglio. Un documento di settembre, precisamente del 22 settembre 2021, ovvero una delibera di giunta, sottolinea che un contributo regionale pari a 199mila euro è arrivato dalla direzione ambiente della Regione per sfoltimento del Pino Nero e la pulizia dei sentieri.
L’opposizione punta il dito sul taglio, chiedendo quanti alberi siano stati tolti e se c’è l’idea una ripiantumazione. “Il numero di alberi piantati deve essere superiore a quelli tagliati se vogliamo pensare a un futuro migliore per la città e per il pianeta”, chiosa Morsolin. Pin dà qualche numero. “Se i dati sono veri, sono stati disboscati 25 campi agricoli, circa 75mila metri quadri. È l’unico polmone verde di tutta la città e si trova immerso tra una delle aree più densamente abitate della regione e la rete autostradale”.
Il consigliere pentastellato lo definisce “un comportamento irrispettoso e vergognoso da parte dell’attuale amministrazione” che “non mette la salute al primo posto. Questa tipologia di alberi non è tipicamente carsica e c’è una contestazione storica dei botanici su quest’aspetto. L’auspicio è che si contenga e che si concluda l’evento stesso enumerando gli alberi che sono stati tolti, sarà necessario ri-piantumare altrettanti alberi”.
A fargli da eco anche Elisabetta Maccarini del Gruppo Misto, che punta il dito sugli interventi di “via Romana dove due pini sono stati tagliati per far spazio a un monumento o lo sfoltimento dei tigli del viale, per non parlare della piazza”. Manutenzione necessaria, secondo la segretaria dem Michela Percuzzi: “L’ailanto e la processionaria la fanno da padrone ma la situazione non è semplice: Quota 77 è ancora bruciata e i cavi dell’energia elettrica si scontrano con le alberature. Non dimentichiamo che il Parco del Carso non è un bene né di destra né di sinistra, ma è un bene comune”.
“Il problema di fondo è stato l’approvazione di questo progetto. Per anni volontari e cittadini hanno ripulito i sentieri per consentire ai mezzi di soccorso di muoversi meglio, le strade erano mantenute molto bene. Ora si è tolto completamente il bosco, pensando di risolvere il problema in questo modo. Sono state rovinate anche delle essenze arboree molto preziose”. Corrado Altran, già vicesindaco, è lapidario. “Cresceranno rovi quest’estate, dal momento che non ci sono altre piante in zona”.
Legambiente, assieme ad altri sodalizi verdi come il Cai e i ragazzi di No Planet B, hanno effettuato un sopralluogo in zona con alcuni tecnici ma il loro parere, anche se hanno fatto una richiesta di accesso agli atti, è sostanzialmente positivo. “Avremmo voluto un coinvolgimento maggiore vista l’entità dell’intervento – precisa il presidente di Legambiente, Michele Tonzar – ma mettere mano al pino nero va bene, è giusto che piano piano sia sostituito”.
A seguire i lavori per il Comune è l’ingegner Enrico Englaro. “Si tratta di un ottimo intervento di pulizia, un’attività finanziata dalla direzione ambiente della Regione. Ciò prevedeva solo un intervento nei boschi, diradamento del pino nero, che sta soffocando l’interno dei boschi”. In sostanza l’amministrazione ha preso al volo l’opportunità per “fare una parte di intervento nel bosco, piccola, intervento di pulizia delle piante sovrannumerarie. Preso al volo la pulizia di bordo bosco ai lati dei sentieri”.
I lavori sono durati circa due mesi, con le pulizie finali che si concluderanno entro una decina di giorni. Per quanto riguarda il Pino Nero in sé, “è stato piantato circa negli anni ’60 nella zona per ripopolare il Carso al fine di ricreare un sottobosco, in quanto si poteva creare un humus, un ciclo di ripopolazione dove il Pino, alla fine fa solo la parte iniziale e poi si consente al resto del sottobosco di crescere con la rimozione del Pino stesso”, così Englaro.
Sono stati trattati, ovvero puliti, circa 6 ettari su 400 di pineta carsica, ovvero l’1,2% del totale. “All’interno di questo 1,2% si è fatta la ricerca delle piante malate e secche, con la pulizia di circa 25 metri per parte del bordo sentieri, che consentirà ulteriori lavori nel cuore del bosco”, conclude Englaro.
I lavori ammontano a poco meno di 150mila euro per due mesi e mezzo di lavoro, su un quadro economico, con iva e spese tecniche, di 199mila, che è il finanziamento della Regione. “Siamo in ritardo di una ventina d’anni perché le piante stavano morendo. Un intervento fortemente voluto dai tecnici per salvaguardare gli alberi”, chiude lapidaria Cisint.
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