Agitazione negli uffici giudiziari di Gorizia, fallisce la mediazione

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Agitazione negli uffici giudiziari di Gorizia, fallisce la mediazione

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 08 Dic 2022
Copertina per Agitazione negli uffici giudiziari di Gorizia, fallisce la mediazione

L'incontro di ieri in Prefettura finisce in un nulla di fatto, i sindacati: «Sciopero rimane extrema ratio».

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Finisce in un nulla di fatto la tentata procedura di conciliazione richiesta dai sindacati, dopo lo stato di agitazione avviato al Palazzo di giustizia di Gorizia. Una situazione, quella della sede di via Nazario Sauro, di profonda criticità a causa dei numeri esigui di personale e che Fp Cgil, Cisl Fp e Confsal Unsa hanno portato nuovamente all’attenzione del prefetto Raffaele Ricciardi e delle altre istituzioni. Dopo le polemiche tra le sigle e il commissario di governo, alla fine la riunione si è tenuta.

Ieri mattina le parti si sono incontrate in Prefettura, insieme al presidente del Tribunale Riccardo Merluzzi e alla procuratore Lucia Baldovin, constatando appunto la carenza di organico della struttura. L’assegnazione di ulteriore personale, come però ricordato dai vertici dell’istituzione, “dipende da determinazioni degli organi centrali dell’amministrazione della giustizia, peraltro più volte sollecitati” come riporta il verbale finale dell’incontro. Da qui, la decisione dei rappresentanti dei lavoratori di proseguire.

“Lo sciopero rimane l’estrema ratio - commenta a margine Enrico Acanfora della Confsal Unsa, delegato in questa occasione a rapportare anche le altre sigle - e ora vogliamo coinvolgere anche la Regione. Non può rimanere esterna a questa vicenda, così come per la Biblioteca Statale Isontina. Gorizia non può subire tutte queste carenze nella pubblica amministrazione”. Al netto della mancata conciliazione, Ricciardi ha comunque dato disponibilità a rappresentare nuovamente la situazione al ministero della Giustizia e a Palazzo Chigi.

La crisi riguarda sia il Tribunale che la Procura, con il primo che, su un organico di 38 persone - escluso il dirigente - ne sono in servizio 22, di cui due assenti per maternità per ancora un anno e uno assente da un anno per grave malattia. “Di fatto, sono presenti 19 unità, pari al 50% dell’organico” avevano già denunciato i sindacati. Lo stesso dirigente è vacante dal 24 ottobre 2020, con tre funzionari effettivi su nove della pianta organica, 5 cancellieri su 6 previsti, 5 assistenti su 10 e un solo ausiliare su 5.

In Procura, invece, è presente poco più di un terzo della pianta organica: appena 11 unità su 29 previste, di cui peraltro una è da due mesi in infortunio e un’altra in malattia. Le sigle attaccano “una ‘distratta’ politica del personale nelle recenti assegnazioni dei nuovi vincitori di concorso nei vari uffici giudiziari in regione”. Il risultato del tavolo, prosegue Acanfora, “era prevedibile ma abbiamo voluto tentare comunque”. Adesso è attesa una nuova nuova assemblea, per decidere le prossime mosse da intraprendere.

Acanfora ricorda anche le difficoltà per il Giudice di pace nel far fronte al carico di lavoro con il Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Gradisca d’Isonzo. Ci sono infatti solo due persone a gestire tutte le pratiche, con 1.300 espletate in un anno: "Di questo passo, il personale rischia di trascorrere tutto il Natale in ufficio per terminare il lavoro, visto il carico di lavoro urgente" conclude l'esponente della Confsal Unsa.

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