La situazione degli operatori
Affari d'oro per i benzinai di Gorizia con i confini chiusi. Ma tra dieci giorni scade il bonus della Regione

Grazie alla chiusura dei confini con la Slovenia, i distributori di carburante hanno avuto un incremento dei guadagni. Tra dieci giorni, però, finisce l'aiuto della Regione.
Grazie alla chiusura del confine con la Slovenia e gli incentivi erogati dalla Regione, i distributori di carburante del territorio sono tornati a vedere un numero di clienti a cui non erano più abituati ormai da anni. In particolare a Gorizia la situazione è alquanto rosea, con un impennata dei ricavi che, paragonando lo stesso periodo a quello dell’anno scorso, mostra una situazione economica nettamente migliore. Il tutto, però, è legato alle condizioni momentanee dettate dalla pandemia e, tra dieci giorni, questo potrebbe essere messo nuovamente in discussione.
Se la Slovenia ha deciso di prorogare la chiusura del confine fino al 16 dicembre, tra dieci giorni scadrà invece il bonus carburanti stanziato dall’amministrazione regionale, attivato alla fine di agosto e prorogato fino alla fine di novembre. Con questa misura, nell’Area 1 - di cui fanno parte il comune di Gorizia e altri della fascia confinaria - è possibile beneficiare del contributo di 29 centesimi per la benzina e di 20 centesimi per il diesel, mentre per l’Area 2 ci sono 14 centesimi di sconto per la benzina e 9 per il diesel. Per poterne usufruire, è necessaria l’apposita tessera erogata dalla Camera di commercio.
In questi mesi, comunque, la situazione per la categoria è nettamente migliorata. “Il settore vive un momento positivo - conferma Giorgio Pellizon, capogruppo Federmotorizzazione di Confcommercio Gorizia -, grazie anche all’ottimo lavoro dei vari soggetti sia per ottenere lo sconto da parte delle compagnie, sia per l’aiuto arrivato dalla Regione. Speriamo che questo sia il primo risultato positivo di una lunga serie, altrimenti con la riapertura delle frontiere saremo da punto a capo”. La crisi delle pompe di benzina riguardava tutto il confine transfrontaliero della regione, dalla Slovenia fino all’Austria, e oggi “siamo tornati a dei numeri che ci permettono di vivere”.
Su cosa accadrà dal primo dicembre, però, Pellizon non si esprime, anche se non nega che la richiesta a Trieste per proseguire su questo indirizzo ci sia stata. Nel frattempo, si fa i conti con un sostanzioso aumento delle entrate: “Da un giorno all’altro sono raddoppiate - conferma il rappresentante di categoria -, tutti i benzinai mi hanno testimoniato di star vivendo un momento felice. Sono quasi straniti dalla quantità di lavoro che hanno adesso”. Ad oggi, in città si contano undici impianti di servizio, di cui solo tre di proprietà degli stessi gestori, mentre tutti gli altri sono passati alle compagnie. A fine anno, inoltre, chiuderà anche il punto Agip di via Trieste.
A sopravvivere è anche il Tamoil di Manuel Rizzi, ex rappresentante Faib Confesercenti Fvg e uno degli ultimi proprietario a Gorizia: “Grazie agli sconti massimi, la vendita di gasolio è salita anche perché, dall’11 settembre fino alla scorsa settimana, ero sotto ai 99 centesimi. Fino alla chiusura del confine, però, sul fronte benzina non abbiamo visto un incremento marcato rispetto a marzo, poiché rimanevamo comunque sopra il prezzo sloveno”. Già con il primo lockdown, il lavoro rispetto al 2019 è salito tantissimo, ma a livello provinciale non c’è stata una vera impennata nella vendita di benzina. Anche per la fine dell’anno, spiega Rizzi, il discorso non sarà molto diverso.
Sugli sconti regionali per le Aree 1 e 2, nemmeno Rizzi si sbilancia: “Nessuno mi ha confermato che gli aiuti proseguiranno, né che si fermeranno definitivamente”. A giorni è attesa la posizione dell’assessore regionale all’ambiente Scoccimarro, che tempo fa propose la possibilità di far adottare anche ai self-service l’uso della tessera-sconto. Attualmente, in città due stazioni di servizio funzionano solo in modalità self-service e il titolare della Tamoil non guarda con simpatia questa idea: “In questo modo, noi gestori rischiamo di andare a casa non appena finisce il contratto con la compagnia”.

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