Addio al Paròn Zorzi, gli amici del basket salutano la leggenda a Gorizia

Addio al Paròn Zorzi, gli amici del basket salutano la leggenda a Gorizia

il funerale

Addio al Paròn Zorzi, gli amici del basket salutano la leggenda a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Ago 2023
Copertina per Addio al Paròn Zorzi, gli amici del basket salutano la leggenda a Gorizia

Questa mattina l'addio allo storico allenatore, negli stessi momenti in cui l'Italbasket vinceva la sua prima partita ai Mondiali 2023.

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È un destino beffardo quello che fatto sì che l’ultimo addio di Gorizia al Paròn Antonio Zorzi avvenisse proprio nei momenti in cui l’Italbasket iniziava il proprio percorso ai Mondiali. Mentre gli Azzurri conquistavano la loro prima vittoria al torneo contro l’Angola, la chiesa del Sacro Cuore salutava per sempre una delle icone cittadine della pallacanestro, contraddistinta da una carriera lunghissima come allenatore di numerose formazioni italiane, nonché come giocatore a Varese tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Un saluto a cui diversi volti noti dello sport non hanno voluto mancare, sfidando la calura estiva di questa mattina e rinunciando a vedere il debutto della squadra di Pozzecco sul parquet. Nemmeno il padre del Poz, Franco, era davanti al televisore per poter essere presente qui insieme a tutti gli altri. Tutti si sono stretti attorno al figlio del Paròn, Maurizio, e ai suoi nipoti dopo le parole pronunciate da don Salvatore Di Martino nella sua omelia. Il sacerdote ne ha ricordato i tratti del carattere, “burbero ma buono”.

Qualità che lo avevano portato a essere “duro verso i giocatori e gli studenti, per aiutargli a dare il meglio di sé”. Tanti i messaggi di stima arrivati da tutta Italia, letti dallo stesso sacerdote sul pulpito per evidenziare l’affetto che Tonino aveva raccolto durante la carriera. C’erano le parole di ex cestiti, presidenti di società, giornalisti e appassionati del basket che hanno avuto modo di scoprire da vicino il grande tecnico. Rapporti fatti da ammirazione ma anche contrasti, con lui sempre allo studio di nuove tecniche.

Da Reggio Calabria a Varese, da Pavia a Venezia: una valanga di messaggi e ricordi. Qualcuno è voluto essere presente, come un paio di ultras della Reyer che sono giunti qui dalla Laguna (nella foto). La stima arrivava dagli spalti ma anche dagli stessi giocatori in campo, tratto condiviso con un altro grande mister - seppur impegnato nel calcio - scomparso lo stesso giorno: Carlo Mazzone. Tra i suoi ragazzi dell’epoca, in chiesa oggi c’erano nomi come Michele Mian, Germano Martellos e tanti altri che furono suoi pupilli tra Udine, Pordenone e Bologna. Presente Marco Braida per il Coni regionale, Giovanni Adami per la Fip.

Nella sua omelia, don Salvatore ha quindi ricordato come “Antonio ha emozionato da giocatore e continuato a farlo da allenatore, ha insegnato con quella passione che non l’ha mai abbandonato. Ha portato nel mondo associativo l’agonismo frutto dell’impegno personale, che porta a traguardi elevati”. Il sacerdote ha quindi ricordato come “ogni sport ha le sue regole, così come ogni uomo ha il suo tempo per nascere e morire”. Da qui, l’invito a tutti i presenti di far tesoro dei ricordi di ognuno con il coach. A portare il saluto della città, c'era il sindaco Rodolfo Ziberna con il prefetto, Raffaele Ricciardi, quest'ultimo grande tifoso della Fortitudo Bologna.

Fuori dalla chiesa, in tanti si sono soffermati proprio su quegli aneddoti maturati negli anni, vissuti anche da fronti opposti. Come per Marcello Reatto, storico arbitro che ha diretto a livello internazionale, feltrino ma di origini goriziane da parte di mamma: “L’ultima volta che ci siamo visti era all’Old star game - ci racconta -, siamo stati insieme e mi ha scritto delle cose bellissime su un vecchio libro. È stata sempre una persona squisita. Sono venuto qui apposta per lui, speriamo che un prossimo futuro Gorizia possa tornare grande nel basket”.

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