Addio all'antica Bottega del cappello, via Rastello diventa ancora più vuota

Addio all'antica Bottega del cappello, via Rastello diventa ancora più vuota

Nuova chiusura in centro

Addio all'antica Bottega del cappello, via Rastello diventa ancora più vuota

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 03 Nov 2020
Copertina per Addio all'antica Bottega del cappello, via Rastello diventa ancora più vuota

Chiude una delle ultime realtà storiche dell'antica via dello shopping goriziana.

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Si spegne l’ennesima insegna in via Rastello. Entro il 31 dicembre, infatti, chiuderà anche la celebre “Bottega del cappello” di Maria Juretic, aperta da oltre mezzo secolo e diventata una delle ultime imprese storiche dell’antica via cittadina dello shopping. L’annuncio è arrivato pochi giorni fa, con l’avviso di vendita promozionale per cessata attività, affisso sulla vetrina del negozio. In breve tempo, tantissimi hanno espresso il proprio rammarico per l’ennesima serrata nel cuore storico goriziano.

Juretic iniziò la propria carriera oltre 40 anni fa, nel 1978, quando rilevò un primo negozio di cappelli dalla famiglia Gorkic-Leban. Si trasferirà nell'attuale sede solo nel '97, entrando in quella che dal 1770 era stata per lunghi anni la farmacia "Ai due mori". Prima di allora, la signora aveva gestito per un decennio un negozio di frutta verdura poco distante, per poi cambiare totalmente settore. Da quel momento, l’angolo tra via Rastello e via delle Monache è diventato il punto di riferimento per la moda non solo dei goriziani, ma anche degli sloveni e di tutti i turisti, italiani e stranieri, che facevano tappa nella “Nizza asburgica”.

“Da me - ricorda la titolare - ogni estate arrivavano molte persone da Francia, Inghilterra, Germania, Austria, oltre che dal Veneto e dall’allora Jugoslavia”. La Gorizia dell’epoca era tutta un’altra cosa rispetto a quello che si vive oggi. Dentro la Bottega, però, è rimasto sempre il gusto per le cose di una volta: “I goriziani non hanno mai cercato cose stravaganti, sia gli uomini che le donne, e io ho sempre continuato a vendere modelli classici”. Un impostazione che si specchia anche nell’arredamento interno, così come il palazzo stesso che lo ospita: “L’edificio venne realizzato 230 anni fa, i mobili e gli stucchi che vede all’ingresso sono anch’essi molto antichi”. Un enorme specchio sul soffitto accoglie il visitatore e lo proietta in un’altra epoca, dove risuonano ancora antichi valzer viennesi.

Le sorti del negozio hanno iniziato a peggiorare con gli sconvolgimenti economici internazionali di inizio secolo, insieme al progressivo impoverimento di via Rastello e dell’intero centro cittadino. La mazzata finale è arrivata con l’emergenza sanitaria di quest’anno: “Non si può far nulla oggigiorno con il virus, quest’anno non ci sarà nemmeno la Fiera di Sant’Andrea e perfino Gusti di Frontiera è saltata. Tra i centri commerciali e i negozi online, inoltre, gli spazi si sono molti ridotti”. Lo sguardo della signora si posa sulla finestra, dietro cui si allunga una via quasi vuota, nonostante sia sabato pomeriggio: “Anni fa, a quest’ora, sarebbe stato pieno” ricorda con rammarico.

Ciò che invece rimarrà nei suoi ricordi è il panorama umano che, nei decenni, ha varcato la soglia: “È sempre stata una bella clientela, che tornava per nuovi acquisti. Certo c’era anche chi veniva, provava ma non comprava nulla, ma è normale”. L’ultimo giorno di apertura ancora non si sa, Juretic lo deciderà prossimamente, ma in ogni caso sarà prima della fine dell’anno. Questo 2020 porterà con sé anche l’ultimo baluardo di una Gorizia antica, protagonista del proprio passato.

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