L'acqua tra ponti e bene comune, riparte il festival di Staranzano dedicato all'oro blu

L'acqua tra ponti e bene comune, riparte il festival di Staranzano dedicato all'oro blu

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L'acqua tra ponti e bene comune, riparte il festival di Staranzano dedicato all'oro blu

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 17 Mag 2024
Copertina per L'acqua tra ponti e bene comune, riparte il festival di Staranzano dedicato all'oro blu

Ieri la prima giornata della manifestazione, spazio ai progetti dell'Ordine degli ingegneri in vista del 2025. Poi l'impegno civile per l'acqua.

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Ha preso il via nel pomeriggio di ieri (giovedì 16 maggio) la seconda edizione del Festival dell'Acqua di Staranzano. Tra gli incontri di rilievo della giornata, alle 16.30 in Sala Delbianco, quello con Sergio Zilli, geografo dell'Università di Trieste ed Edino Valcovich dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Gorizia. A condurre il panel Roberto Covaz, in collaborazione con il Consorzio culturale del Monfalconese rappresentato dal presidente Davide Iannis. La conferenza ha visto come sfondo la mostra "A/traversar l’acqua" a cura del professor Zilli e allestita nella sede dell'incontro.

L'esposizione ha quindi costituito il punto di partenza di una suggestiva narrazione dedicata ai 22 ponti che attraversano l’Isonzo e di una riflessione attuale, sulla valenza simbolica dei ponti che sono collegamento tra lembi di terra diversi, motore dei rapporti economici e sociali, unione. Si tratta di un viaggio attraverso le mappe che raccontano il territorio attraverso lo sviluppo della viabilità. I ponti sull’Isonzo, in particolare, realizzati e ricostruiti in un lungo arco temporale, rappresentano pure i segni, tangibili, della storia di un territorio.

A partire dall’affascinante Ponte di Kanal, a metà del corso dell'Isonzo-Soča, che perfino Hemingway cita in "Addio alle armi", i presenti hanno compiuto una sorta di viaggio nella storia dove tecniche, forme di architettura, ambienti e paesaggi sono mutati assieme alla società e al territorio circostante. Durante il dialogo di ieri sera sono stati ricordati il Ponte Romano di Selz, i due di Salcano, quello di Tolmino, il Ponte Fantasma di Sagrado e quello di Piuma.

In vista di Go!2025, l’Ordine degli ingegneri ha quindi presentato in anteprima a Staranzano alcuni focus del lavoro che stanno conducendo. Il percorso espositivo sono gli studi curati da Edino Valcovich e dal suo collega Giorgio Brandolin, i quali propongono una riflessione sulla delicata relazione tra ambiente naturale ed opera dell’uomo quando questi due elementi risultando differenziati - il fiume, da forti specifiche valoriali di carattere ambientale ed il secondo, il ponte, da una specifica qualificazione tecnica - possono costituire un consolidato elemento di caratterizzazione dei profili sociali, storici ed economici del territorio isontino.

I mutamenti architettonici dei ponti hanno anche permesso di riconoscere i vari cambi di governo che il territorio ha vissuto. Guardando a Go!2025, si presume che l'intera mostra possa coincidere con il Congresso degli Ingegneri, quindi si potrà apprezzare per intero a settembre 2025. Nella stessa serata, poco dopo le 18 sempre in Sala Delbianco, ha avuto luogo il talk "Acqua: un impegno civile". Protagonista dello spazio è stato Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro Euro - Mediterraneo sui Cambiamenti climatici e autore del libro "Acqua. Una biografia e Siccità".

A dialogare con Boccaletti c'era Elisa Tola, giornalista di Radio 3 Scienza. Moderatore Stefano Minin di Coop 3.0. Il relatore ha ricordato che l'acqua intesa come bene comune rappresenta una questione fondativa per l'intera nazione, non è una proprietà privata ma è soggetta a delicati contratti sociali. Boccaletti ha sottolineato l'incidenza sociale dell'acqua, la faticosa analisi sulla concezione che si ha sul "bene acqua". Il direttore scientifico ha quindi dimostrato un approccio culturale e siciale con l'acqua e ha smcriticato l'adesione ad un approccio esclusivamente emergenziale rispetto a questa risorsa.

Non sono mancati i riferimenti alla centralità dell'oro blu nella vita degli esseri umani e alla forte "costanza dialettica" dell'uomo con l'acqua che "sa determinare" le forme di governo e la gestione sociale. In molte fasi della storia, il dominio della risorsa idrica è stato una forma di potere. Oggi si traduce pure in responsabilità su ambiente, territorio e municipalità, ma anche in commissariamento straordinario in casi di emergenza ambientale sempre più frequenti.

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