In 500 alla Via Crucis nel cuore di Gorizia, il fiume di luce in Castello

In 500 alla Via Crucis nel cuore di Gorizia, il fiume di luce in Castello

ieri sera

In 500 alla Via Crucis nel cuore di Gorizia, il fiume di luce in Castello

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 16 Apr 2022
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Il ritorno della celebrazione, il percorso dal centro fino al Castello. I canti dei ragazzi.

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Hanno risposto a gran voce, dopo due anni di assenza. Ieri sera, le vie del centro di Gorizia hanno rivissuto la Via Crucis, che ha visto prendere parte i diversi gruppi diocesani e di boyscout della città. Un movimento corposo che è partito alle 20.30 da piazza della Vittoria, dopo si sono svolte le prime due stazioni, per proseguire lungo via Rastello e quindi la salita D’Annunzio, concludendo il percorso in Castello. Una serata che ha chiamato a raccolta sfiorando quasi le 500 persone, tornando ai livelli pre-pandemia. A guidare la processione c’era l’arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli.

Insieme a lui, il decano don Fulvio Marcioni, che ha coordinato la camminata attraverso le diverse stazioni a ricordo della passione di Cristo. Un fiume di gente illuminato dalle luci delle candele, distribuite ad adulti e bambini, che non ha mancato di cantare. Tanta, infatti, la musica preparata dai gruppi e risuonata lungo il tragitto. Dapprima davanti alla chiesa di Sant’Ignazio, poi all’incrocio tra via Rastello e piazza Cavour, per poi arrivare all’ingresso della Porta Leopoldina. Qui, i boyscout hanno raccolto le offerte dei fedeli, che saranno destinate alle attività della Caritas, impegnata su diversi fronti.

Dopo quest’ultimo biennio di restrizioni e crisi economica e sociale, infatti, ora l’organizzazione è in prima fila per aiutare i rifugiati ucraini. Le ultime due tappe della processione hanno toccato la salita sotto la chiesa di Santo Spirito, quindi l’arrivo in piazzale Seghizzi. A concludere la serata, sono state le parole dell’arcivescovo, che nella sua omelia a braccio ha posto l’attenzione sulla precarietà dell’equilibrio e la difficoltà dell’uomo nell’eterna contrapposizione tra pace e guerra. “Dentro di noi abbiamo il senso della pace - così il monsignor - ossia il senso della riconciliazione, dell’amicizia, del perdono”.

“Papa Francesco dice che il mondo non è è una sfera tutta uguale ma un poliedro, con tante facce, tutte diverse. Io ne vedo qualcuna e voi delle altre. Mettere insieme queste è il senso della pace, ma bisogna coltivarlo, perché si possono avere dentro il cuore delle sensazioni sbagliate. Il senso della pace va costruito oggi”. Le celebrazioni pasquali proseguiranno oggi, sabato 16 aprile, con la solenne veglia che si terrà in Cattedrale alle 21, mentre nel giorno di Pasqua, domenica 17 aprile, l'arcivescovo celebrerà la tradizionale messa del Resurrexit alle 6.30 con i fedeli di lingua slovena. Alle 10 sarà alla messa comunitaria in Sant'Ignazio.

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