Un 23enne di Staranzano nella Bruxelles colpita dal lockdown

Un 23enne di Staranzano nella Bruxelles colpita dal lockdown

Il racconto

Un 23enne di Staranzano nella Bruxelles colpita dal lockdown

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 01 Nov 2020
Copertina per Un 23enne di Staranzano nella Bruxelles colpita dal lockdown

Oggi inizia il lockdown in Belgio, la situazione nella capitale raccontata da un giovane bisiaco.

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Cala la scure del lockdown anche sul Belgio. Da oggi, infatti, il governo centrale ha deciso di adottare misure più stringenti per far fronte all'impennata di contagi che da circa un mese imperversa nel Paese. A Bruxelles si trova attualmente Andrea Michelutti, 23enne di Staranzano e laureato al Sid di Gorizia, impegnato in un tirocinio in una importante organizzazione internazionale, che ha visto cambiare drasticamente la situazione nel giro di poche settimane. Fino al 13 dicembre, tutti i negozi e botteghe dovranno chiudere, ma non verrà completamente impedito alla popolazione di uscire di casa.

"I contatti interpersonali sono stati ridotti al minimo - ci spiega Andrea -, è consentito ricevere nella propria abitazione solo un contatto ristretto, mentre all'esterno ci si può ritrovare al massimo in quattro. Inoltre, tutte le attività che non sono ritenute essenziali, come supermercati e farmacie, hanno dovuto abbassare le serrande". Già da inizio mese, le autorità hanno imposto ai locali di poter vendere solo per asporto, mentre ormai quasi tutti i settori lavorativi sono passati allo smart working. A tutto ciò si somma il coprifuoco notturno, in vigore dalle 22 alle 6 in Vallonia e dalla mezzanotte alle 5 nelle Fiandre, anche se molti hanno sollevato dubbi di incostituzionalità su questa decisione: l'ultima volta che una misura simile era stata approvata fu durante l'occupazione nazista, nella Seconda guerra mondiale.

Anche le scuole non sono state risparmiate dalle restrizioni, in particolare le università: "Tutti gli atenei hanno spostato i corsi online fino a fine anno - conferma Andrea -, solo le scuole elementari e i primi anni di superiori continuano a fare didattica in presenza". L'esecutivo - che si è formato definitivamente a metà ottobre, per la prima volta dopo due anni di instabilità - valuterà il primo dicembre se proseguire con il lockdown o meno. Ad oggi, però, la situazione è abbastanza drammatica: i casi registrati fino a ieri ammontano a 412mila, con oltre 20mila positivi al giorno. Il numero di decessi registrato dalla primavera è arrivato a quota 11 mila. Grave anche il bilancio delle terapie intensive, con 1.100 ricoverati. "I posti stanno per finire e sono già iniziati alcuni trasferimenti in Germania".

Il giovane bisiaco si trova attualmente in quarantena, poiché la sua coinquila è risultata positiva al tampone. "Io però non ho modo di fare il test - racconta -, nonostante viva in questa situazione. Non ho sintomi e quindi mi è stato detto che non ne ho diritto". Tra 10 giorni, quindi, potrà uscire liberamente in strada. Paradossale anche l'utilizzo della mascherina: "Per tutta l'estate c'era l'obbligo di indossarla, per poi venir meno dal primo settembre. Da una settimana lo hanno reintrodotto". Tra la popolazione locale, inoltre, c'è il timore che il virus circoli nelle scuole, poiché sono tanti i ragazzini con sintomi. All'ingresso, così come negli altri uffici pubblici, non viene però rillevata la temperatura.

Dalla Farnesina non sono ancora arrivate comunicazioni per il rientro in Italia, anche perché la situazione di chiusura dei confini non è quella della prima ondata. "Molti tedeschi e francesi, però, hanno già iniziato a rimpatriare - sottolinea - poiché da loro è stato decretato il lockdown e hanno preferito ritornare a casa, anzihcé rimanere isolati per settimane". Lui stesso conta di tornare dalla sua famiglia poco prima di Natale: "I biglietti li ho presi tempo fa, quando la situazione non era così drammatica. Spero che per la seconda metà di dicembre tutto possa risollevarsi, per poi tornare qui a gennaio per continuare il mio stage".

Nella foto: Grand-Place de Bruxelles durante il primo lockdown, lo scorso 19 marzo (Credits: Yves Devleminck/Facebook)

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