Fasiolo visita il carcere Bigazzi di Gorizia. Ecco la situazione

Fasiolo visita il carcere Bigazzi di Gorizia. Ecco la situazione

LA VISITA

Fasiolo visita il carcere Bigazzi di Gorizia. Ecco la situazione

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 14 Ago 2024
Copertina per  Fasiolo visita il carcere Bigazzi di Gorizia. Ecco la situazione

Struttura sovraffollata e poco agevole. Mancano operatori penitenziari e il garante dei diritti. Elevati i disagi nelle celle per il caldo.

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La visita alla Casa Circondariale “Angiolo Bigazzi” di Gorizia, sotto Ferragosto, per la consigliera regionale del Pd, Laura Fasiolo è ormai una consuetudine risalente al 2014, anno della sua elezione al Senato. Un appuntamento che si è ripetuto anche nella mattinata di ieri, martedì 13 agosto, quando accompagnata dalla direttrice del carcere, Caterina Leva, ha potuto verificare di persona le condizioni generali in cui versa la struttura.

Le criticità
Com’è noto, il settore penitenziario in Italia è in pessime condizioni – ben al di sotto della media europea – e inevitabilmente queste producono effetti anche su strutture come quella del capoluogo isontino. A cominciare dal sovraffollamento: «Con 81 detenuti in luogo dei 53 previsti – spiega Fasiolo – la situazione è pesantemente aggravata dal caldo, come ha dimostrato la protesta di qualche settimana fa. Le singole celle arrivano a ospitare anche nove persone, un disagio aggravato notevolmente dall’assenza di climatizzatori».

Ma l’assenza di condizionatori d’aria affligge tanto i carcerati quanto gli stessi dipendenti della struttura. La vita non è semplice, infatti, nemmeno per gli operatori penitenziari, da anni sotto organico: «Delle 60 unità previste – riporta la consigliera – 40 circa sono quelli effettivi, mentre molti meno sono quelli realmente operativi, tra malattie e altre cause». Un problema che ricorda da vicino anche quello dell’adiacente Tribunale e della Biblioteca statale isontina. Oltre alle guardie penitenziarie, operano tre psicologi “ex art. 80”, cioè in conformità a quanto previsto dalla legge sull’Ordinamento penitenziario, due in convenzione con l’associazione Inter pares e una psicologa criminologa tirocinante.

Ad allarmare di più l’ex senatrice dem è la presenza di un solo mediatore culturale – «sulla cui capacità di occuparsi in maniera adeguata sia dei detenuti di cultura bengalese, sia di quelli provenienti da Afghanistan e Pakistan» – e l’assenza sia di un assistente sociale, sia di un medico 24 ore su 24. Non solo. La struttura rimane poco agevole anche dal punto di vista delle barriere architettoniche: «Senza un ascensore e un montacarichi – denuncia Fasiolo – persino la minestra arriva fredda, d’inverno, all’ultimo piano».

Le soluzioni
«Certamente aiuterà l’ampliamento della casa circondariale alla vicina ex scuola “Pitteri”, ma bisogna superare lo stallo e avviare i lavori quanto prima». Oltre a questo, per la dem anche la Regione può e deve fare di più: «Si dia seguito quanto prima all'emendamento approvato sulla sanità penitenziaria per rispondere al bisogno di personale specialistico, sia di medicina generale, sia di psicologi e psichiatri, ma anche di assistenti sociali a disposizione dei carcerati».

E, infine, c’è anche la questione dei garanti dei diritti delle persone. «Se a livello regionale c’è il docente di Diritto penale Paolo Pittaro, nel Goriziano manca ancora il garante di riferimento a livello locale. Solo con la nomina dei garanti locali – conclude Fasiolo – si potrà costituire una cabina di regia funzionale che includa anche i direttori delle varie strutture detentive».

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