Versa dice addio a Pia Cont, anima della Trattoria Alle Bocce

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Il personaggio

Versa dice addio a Pia Cont, anima della Trattoria Alle Bocce

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 10 Gen 2025
Copertina per Versa dice addio a Pia Cont, anima della Trattoria Alle Bocce

La storica titolare del locale, chiuso nel 2023, si è spenta dopo una vita di lavoro dientro al banco e in cucina. Le esequie lunedì 13.

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Si spegne una storica figura della storia di Versa: nelle scorse ore è mancata Pia Cont, per anni anima, assieme al marito Eligio Cossaro, della storica Trattoria Alle Bocce nel paese – anzi, nell’edificio – che ha visto nascere il poeta e giornalista Celso Macor.

Nata il 15 settembre 1936 a Canebola, in comune di Faedis, Pia ha sempre respirato aria di locanda, aiutando la madre che gestiva un piccolo bar in paese. Appena diciottenne si trasferisce in Svizzera, a Frauenfeld, così come tanti friulani nell’epopea dell’emigrazione per lavoro, dove conosce Eligio, che diventerà suo marito. Sempre in terra elvetica nascono i due figli, Nives e Denis. Qualche anno dopo il rientro con la famiglia a Canebola prima di rilevare la Trattoria Alle Bocce da un’asta.

Un lavoro costante e impegnativo, preso negli ultimi anni dall’ultimo gestore del locale, il figlio Denis, con il cui pensionamento, il 31 ottobre 2023, si è chiusa una storia di 140 nel cuore di Versa. Ora, con la partenza di Pia, si chiude definitivamente un capitolo storico per il paese. Il funerale sarà lunedì 13 alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Versa.

Il locale è lì almeno dal 1885. All’epoca, l’allora albergo era di tale Giacomo Macor, gestito da Giuseppe Lupieri e Domenico Mucchiut. Nel 1925, diventerà Trattoria Roma. Per qualche anno fu anche fabbrica di gassose, mentre dal ’35 tornò a essere osteria con Antonio Macor. Con lui fin dal ‘39 c’era Luigi Mucchiut, che nel ’51 riaprì lo stabilimento di acque gassose. Sei anni dopo, sarà Teresa Mucchiut, vedova Macor, ad aprire l’osteria. La storia di Eligio e Pia, però, inizierà solo nel dicembre del 1974 e da allora è stata un tutt’uno con la vita del borgo. Una meta fissa nelle serate per tantissimi giovani.

«Per un periodo – aveva ricordato Nives Cossaro, la figlia, nel momento della chiusura del locale nel 2013 - ogni venerdì si cucinavano gli gnocchi. In tanti hanno fatto qui il pranzo di battesimo dei propri figli. La mamma era brava a fare la faraona e l’arrosto». 

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