Una storia comune da raccontare: il Museo del Lasciapassare del Rafut amplia contenuti e orari

Una storia comune da raccontare: il Museo del Lasciapassare del Rafut amplia contenuti e orari

NUOVO ALLESTIMENTO

Una storia comune da raccontare: il Museo del Lasciapassare del Rafut amplia contenuti e orari

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 20 Gen 2025
Copertina per Una storia comune da raccontare: il Museo del Lasciapassare del Rafut amplia contenuti e orari

Nuovi oggetti esposti, contenuti trilingue e una più stretta collaborazione con il Museo del Contrabbando di Nova Gorica sono alcune delle novità presentate questa mattina.

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Sono solo due stanze, ma quello che contengono è tutta la storia delle nostre due città. Forse ancora poco noto alla cittadinanza, il Museo del Lasciapassare/Prepusnica situato al valico del Rafut racchiude il passato di divisione e dei difficili rapporti instaurati dal confine fra Gorizia e Nova Gorica. Un racconto che assume un valore ancor più significativo alla vigilia della Capitale Europea della Cultura.

Lo ha sottolineato l’assessore alla Cultura Fabrizio Oreti, nell’occasione della presentazione alla stampa dell’ampliamento dei contenuti dell’edificio che ospitava il valico e che, giusto un anno e mezzo fa, è stato inaugurato come sede museale. «Questa è stata una scommessa vinta, qui ci sarà l’effetto sorpresa perché chi verrà da fuori potrà assaporare ciò che è accaduto. Per chi vive a Gorizia la storia si dà quasi per scontata, ma i turisti potranno toccare con mano quella che era la vita di un tempo, completando le loro informazioni grazie al vicino Museo del Contrabbando. Il Museo del Lasciapassare è peraltro la prova – ha chiosato Oreti – che con pochi soldi si può creare qualcosa di accattivante e tecnologico che ha anche un indubbio risvolto didattico».

Nato da un progetto del Comune, realizzato con la collaborazione dell’Associazione 47/04 che ha curato l’approfondimento storico e di ricerca, il Museo del Rafut è stato reso possibile dal contributo della Regione, di IoSonoFriuliVeneziaGiulia e dalla Fondazione Carigo. L’ampliamento presentato questa mattina riguarda non solo i materiali esposti sul banco sistemato al centro della stanza 2 (e, di conseguenza, con il maggior numero di testimonianze nascoste dietro ogni oggetto) ma soprattutto l’accessibilità dei contenuti, integralmente fruibili ora non solo in italiano e sloveno ma anche in inglese grazie ai qrcode che affiancano gli oggetti e i pannelli esterni.

Non solo: l’accessibilità infatti si declina anche concretamente nell’estensione degli orari di apertura resi possibili anche dalla cogestione dei due musei confinari e dall’intensificarsi della collaborazione con il Goriški Mužej. Se, come ha spiegato la referente per l’ideazione e l’organizzazione del progetto Rossana Puntin, durante la settimana la visita resta su prenotazione, nelle giornate di sabato e domenica da ottobre ad aprile le installazioni multimediali interne potranno essere visitate dalle 14 alle 17, mentre da maggio a settembre l’orario sarà posticipato dalle 15 alle 19. Relativamente alla mostra esterna nel corso della settimana il cancello resterà aperto dalle 13 alle 17 mentre sabato e domenica, nei mesi invernali, l’apertura sarà garantita dalle 13 alle 17 e nel periodo estivo si arriverà fino alle 19.

Si tratta di un’estensione oraria resa possibile dalla collaborazione dei soci dell’Associazione Nuovo Lavoro e dal prossimo impiego dei ragazzi impegnati nel servizio civile con il Comune. Grande soddisfazione per la collaborazione fra le due realtà museali a cavallo dell’ex confine è stata espressa da David Kožuh del Museo del Contrabbando. Fondamentale, per lui e per Puntin, l’ampliamento della platea di guide disponibili a raccontare le due realtà, obiettivo cui si è già iniziato a lavorare grazie a Promoturismo attraverso due info day dedicati proprio alle guide turistiche della regione, aggiornate sui nuovi contenuti del Museo di parte italiana. Dal canto suo, l’Ente turismo di Nova Gorica sta per avviare dei “Tour del contrabbando” che, partendo dalla Transalpina, allestiranno delle messinscene con tanto di doganiere in divisa davanti a cui il turista cercherà di contrabbandare delle merci.

Alessandro Cattunar, presidente dell’Associazione 47/04, ha illustrato i nuovi contenuti del Museo del Lasciapassare che “funzionano” come i precedenti oggetti: se posizionati in un punto preciso del tavolo su cui sono esposti, iniziano a raccontare delle storie attraverso le voci di testimoni in grado di offrire una molteplicità di punti di vista. E così, per restituire la visuale di chi doveva controllare il passaggio confinario, è stata aggiunta la paletta che intimava l’alt e che si accompagna alle storie dei numerosi finanzieri che, provenendo in molti casi dal centro e sud Italia, sono andati ad accrescere la complessità del territorio.

Accanto alla paletta, l’inchiostro per i timbri da apporre alla prepusnica, ma anche un’audiocassetta che testimonia la nascita e la diffusione di una koiné musicale a cavallo del confine. E ancora un cubo trasparente con un po’ d’acqua dell’Isonzo, fiume che unisce ora più che mai, per finire con un calice in plastica che ricorda i festeggiamenti del 2004 per l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea. 

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