IL PREMIO
Staranzano, a Carlo Antonio Feruglio il 33esimo Bobolar d'Oro
Ieri sera l’attesa cerimonia all’auditorium dell’isis Bem. In apertura lo show comico del trio ‘Crampi Elisi’. Assegnati i Sigilli Terenziani al Circolo Acli ‘Mons. Francesco Plet’ e ai negozi ‘Da Ivan’ e ‘Ivan 2’.
Un’inedita cornice, quella dell’auditorium "Egidio Snidero" dell’istituto superiore Einaudi-Marconi, ha accolto ieri sera alle ore 20 la trentatreesima cerimonia del Bobolar D’Oro. Un momento molto sentito e atteso a Staranzano che, come da tradizione, ha riunito la comunità per celebrare i valori del merito, dell’altruismo e dell’impegno per il bene comune.
A dare il benvenuto alla sala gremita di pubblico un video di omaggio al patrimonio naturalistico staranzanese: una carrellata di fotografie di fauna e paesaggi dell’Isola della Cona scattate da Roberto Martinucci, accompagnata da una poesia in bisiaco di Paola Gandin dedicata all’Isonzo che proprio nel territorio di Staranzano si ricongiunge al mare dopo aver salutato la terra bisiaca.
Una breve introduzione dei due giovani presentatori Lisa Piran e Nicola Valletta ha ringraziato la Pro Loco Staranzano per l’organizzazione dell’evento e salutato le autorità presenti, fra cui il sindaco di Staranzano Marco Fragiacomo e il consigliere regionale Diego Moretti, lasciando subito spazio alla prima parte della serata: lo show comico del trio “Crampi Elisi”. Per oltre un’ora Maxino, Elisa Bombacigno e Flavio Furian hanno fatto divertire il numeroso pubblico con le loro rivisitazioni in dialetto triestino dei classici della musica italiana alternate a sketch, imitazioni e interpretazioni – su tutte quella di Uolter, il personaggio del “triestino doc” divenuto iconico sulla rete di Telequattro.
Si è giunti così al momento clou della serata, cominciato con la consegna dei due Sigilli Terenziani da parte del sindaco, dell’assessore Simone Campobasso e del vicesindaco Flavio Pizzolato. «I sigilli intendono celebrare la resilienza di persone e associazioni, la capacità di adattarsi ai cambiamenti del tempo, di resistere generazione dopo generazione rinnovandosi e continuando a offrire servizi alla comunità staranzanese» ha commentato Fragiacomo. Il primo dei due riconoscimenti è stato assegnato ai fratelli Raffaella e Massimo Battisti, titolari degli storici negozi “Ivan Calzature” a Staranzano e “Ivan 2” a Monfalcone, attività familiari portate avanti con passione da ben tre generazioni. Del secondo sigillo è stato invece insignito l’intero direttivo del Circolo Acli “Monsignor Francesco Plet”, fondato nel 1959 e divenuto da quel momento cuore pulsante per la comunità e punto di riferimento per i giovani del territorio.
In seguito, sono state assegnate le otto borse di studio alla memoria della professoressa Manuela Braida agli studenti delle classi terze della scuola secondaria “Dante Alighieri” che si sono distinti non solo per il prestigio nello studio, ma anche e soprattutto per l’altruismo verso i compagni, la cooperazione nell’instaurare un clima positivo fra classe e docenti e la partecipazione ad altre attività e iniziative che animano la comunità staranzanese. Gli otto ragazzi e ragazze – Giulio Diblas, Stefano Doria, Rosanna Caso, Elizabeth Ventura, Giulia Gambadoro, Sofia Beatrice Toffoletto, Ciro Nitto e Michele Caso – sono stati premiati dal professor Sergio Paradisi e da Carlo Ceppi, marito della defunta professoressa, fra l’emozione e le incitazioni dei compagni presenti.
Ecco, infine, l’attesa consegna del Bobolar d’Oro, premio che vuol essere innanzitutto invito a rafforzare il senso di appartenenza a Staranzano e a promuovere la partecipazione attiva di tutti i cittadini al bene della comunità. La presentazione letta dalla presidente della Pro Loco Paola Ferfoglia non ha presto lasciato dubbi: il vincitore del trentatreesimo Bobolar d’Oro è Carlo Antonio Feruglio, presidente della BCC di Staranzano e Villesse, titolare della storica azienda agricola “La Ferula” nonché negli anni amministratore e consigliere di molte realtà della finanza e del mondo agricolo. Una vita segnata in giovinezza dal dolore per la perdita del padre e di altri familiari nel tragico incidente a Pesaro del 1985, ma soprattutto dall’impegno, dalla dedizione e dall’attenzione verso tutti i propri collaboratori. «Mi sono spesso trovato davanti ad assemblee e cerimonie, ma questa sera l’emozione è tutt’altra cosa – ha commentato Feruglio – la cosa più bella e importante è ricevere un riconoscimento a casa tua, fra la tua gente».
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