Si lancia dal tetto del Cpr: scatta la rivolta dei migranti

Si lancia dal tetto del Cpr: scatta la rivolta dei migranti

LA SITUAZIONE

Si lancia dal tetto del Cpr: scatta la rivolta dei migranti

Di I.B. • Pubblicato il 21 Gen 2025
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Ore di tensione all’interno della struttura. Il giovane magrebino che si è lanciato non è in pericolo di vita.

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C’è stato trambusto, domenica 19 gennaio, a Gradisca d’Isonzo: di fronte all’ex caserma Polonio, tra Cpr e Cara, l’Elisoccorso di Elifriulia ha stazionato un buon quarto d’ora con il personale in attesa. Qualche minuto, il tempo che un capannello di richiedenti asilo notasse il mezzo e si appostasse aspettando la partenza, e poi nuovamente si sono accesi i motori e l’elicottero giallo si è levato in volo, senza alcuna persona soccorsa all’interno.

Pochi istanti prima, un’ambulanza, scortata da una Volante della Polizia di Stato e una gazzella dei carabinieri usciva dal portone del Cpr in direzione Gorizia.

A darne notizia, tramite il comitato italiano “Mai più lager – No ai Cpr”, è Border resistance, un collettivo francese che ha anche diffuso il video del lancio del giovane dal tetto sul social Instagram. Nel video si vedono chiaramente due agenti di Polizia cercare di fermare il ragazzo dal compiere il gesto. L’uomo, di origine magrebina, non è in pericolo di vita.

«Son trascorsi circa dieci giorni dall'ultima notizia di una persona rinchiusa nel CPR di Gradisca d’Isonzo caduta dal tetto e ricoverata in ospedale in gravi condizioni. E ieri (domenica, nda) ancora una persona si è lanciata dal tetto, piuttosto che continuare ad essere sottoposta a trattamenti inumani ed essere privata della propria libertà a causa di un pezzo di carta che manca a legittimare il suo desiderio di trovare il proprio posto nel mondo. Il ragazzo è ora ricoverato. Questo tipo di episodi capitano molto più spesso di quanto riusciamo a documentarli. Sono azioni che ci paiono piuttosto rappresentative della drammatica situazione nei CPR italiani: rischiare la vita pur di uscire da lì. Continuiamo ad ignorarle? Sono forse "piccole", calibrate, sbavature nel gioco della tortura di Stato di persone innocenti?», scrive il collettivo.

Poche ore dopo, ulteriori scontri: ieri sera, lunedì 20 gennaio, ulteriori proteste. Circa trenta persone, migranti, hanno inscenato una protesta sui tetti del Cpr con danni agli impianti idraulici e elettrici. Tanti i danni materiali - circa sette le aperture effettuate - anche se nessuno è fuggito. Altri scontri stamattina, 21 gennaio, con incendi e varchi.

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