Riemersa bomba in Transalpina, scatta la bonifica per ripartire con il cantiere

Riemersa bomba in Transalpina, scatta la bonifica per ripartire con il cantiere

L’intervento

Riemersa bomba in Transalpina, scatta la bonifica per ripartire con il cantiere

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 27 Feb 2024
Copertina per Riemersa bomba in Transalpina, scatta la bonifica per ripartire con il cantiere

Continuano, intanto, le operazioni di bonifica dell’area, condotte da una squadra di otto artificieri della Protezione civile slovena. Le misure adottate.

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«Pesa 226 chili (500 libbre), di cui 96 sono di esplosivo, e adesso, per evitare ogni possibile interferenza esterna – agenti atmosferici inclusi – è stata nuovamente seppellita a due metri di profondità». A descrivere i dettagli sul residuato bellico individuato ieri tra i binari della stazione slovena della Transalpina, a Nova Gorica, è Aljaž Leban, l’artificiere a capo dell'Unità nazionale per la protezione dagli ordigni inesplosi del Litorale settentrionale.

«Si tratta di una bomba di fabbricazione inglese, sganciata da un cacciabombardiere alleato nel febbraio del 1945. È del tutto simile a quella rinvenuta l’estate scorsa poco distante, sulla strada parallela alla ferrovia», conferma l’ufficiale, riferendosi a Kolodvorska pot. Solo che a differenza di allora – è questa la buona notizia – a recuperarla non sono stati degli operai, ma proprio la squadra artificieri incaricata di bonificare l’area del cantiere. «In questo modo la spoletta posteriore della bomba è rimasta integra e le operazioni di disinnesco risulteranno molto più semplici», rassicura Leban.

Inoltre, il fatto che la spoletta fosse una sola e non due, come nella bomba rinvenuta nel luglio scorso, è un indizio che ci permette di ricostruire più dettagli sulla sua storia: «Non fu sganciata da un bombardiere nell’ambito di un bombardamento a tappeto, ma da un cacciabombardiere, da un’altitudine più ridotta per un’operazione più tattica e mirata. Ciò ha anche comportato che, all’impatto con il suolo, l’ordigno raggiunse una profondità più ridotta».

Continuano, intanto, le operazioni di bonifica dell’area, condotte da una squadra di otto artificieri della Protezione civile slovena. Squadra che è in grado di ispezionare ogni giorno un’area che va dai 150 ai 200 metri di terreno, per una larghezza di 14 metri. È molto probabile, quindi, che vengano rinvenuti ulteriori residuati bellici. Anche in questo caso saranno tutti disinnescati o fatti brillare in un’unica giornata. Attualmente si ipotizza che questa giornata possa essere domenica 10 marzo, ma la data non è ancora definitiva e potrebbe essere posticipata per varie ragioni legate alla quantità o tipologia di eventuali nuovi residuati bellici da neutralizzare.

«Informeremo tempestivamente i residenti dell’intera zona transfrontaliera – aggiunge il vicesindaco di Nova Gorica, Marko Tribušon – coordinandoci con le autorità italiane. Il sistema ormai è ben rodato e la Prefettura di Gorizia è costantemente aggiornata sugli sviluppi della situazione». Nel frattempo, l’area del ritrovamento sarà costantemente sorvegliata dalla polizia, mentre i lavori di riqualificazione e potenziamento della stazione potranno riprendere – si spera senza ulteriori interruzioni – solo dopo la completa bonifica del cantiere, nelle prossime settimane.

Foto Tibaldi

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