LA STAGIONE TEATRALE
La Parsons Dance Company inaugura con successo la stagione del Verdi
Centrata la scelta dello spettacolo, con numerosi applausi a scena aperta per la compagnia newyorchese. Manca però l'atteso tutto esaurito.
Fluttuano nell'aria, alternano movimenti fluidi ad altri che sono tanto minuti e precisi quanto impercettibili. Balance of Power – tour 2024 della Parsons Dance Company è il miglior inizio stagione che il Teatro Verdi di Gorizia potesse proporre. Una compagnia di fama internazionale, capace di abbattere tutte le barriere fra le tipologie di danza e, quindi, perfetta per traghettare la città verso l'anno della Capitale Europea della Cultura.
A salutare il pubblico che, purtroppo, non ha gremito la platea come ci si sarebbe potuti attendere da un evento del genere, il sindaco Ziberna e l'assessore alla Cultura Oreti che hanno ricordato l'importanza del contributo della regione (presente in sala il consigliere Diego Bernardis) e della fondazione Carigo (nel pubblico, il presidente Alberto Bergamin) per assicurare al teatro goriziano una stagione degna del 2025, capace di richiamare tutti coloro che giungeranno sul territorio per festeggiare questo traguardo.
La serata scivola via in un soffio: un'ora di spettacolo incalzante con ognuno dei sei brani proposti capace di coinvolgere in un crescendo finale. Si comincia con “Juke”, nuova produzione 2024 della compagnia, creata da Jamar Roberts, già ballerino dell'American Dance Theatre di Alvin Ailey e coreografo residente. A guidare i ballerini è il brano “Spanish Key”, tratto dall’album “Bitches Brew” di Miles Davis dove i danzatori sembrano incarnare le note del pentagramma jazz sempre più trascinante, con assoli e brani di gruppo che scivolano l'uno nell'altro senza soluzione di continuità.
Si prosegue in crescendo con “Takademe” assolo creato nel 1996 da Robert Battle quando era ballerino della compagnia. Impossibile staccare gli occhi dalla perfezione millimetrica dei gesti, dove il corpo è al completo servizio della musica, la ritmata danza indiana Kathak, sprone a ricercare linee essenziali nei movimenti.
Una semplice e tranquilla camminata si trasforma poco alla volta in una rincorsa in “Balance of Power”, brano che dà il titolo al tour, recente produzione di David Parsons creata nel 2020 in collaborazione con il compositore e percussionista italiano Giancarlo De Trizio in cui i ballerini si muovono come a comporre delle istantanee.
The shape of us”, l’ultima creazione di David Parsons, porta i danzatori a fondersi in un organismo unico fino a quando la musica, in un crescendo costante, li porta a una sorta di inno alla gioia finale. Ma è proprio nell'ultima parte dello spettacolo che si raggiunge l'apice della perfezione a grazie a ”Caught”: sulle note di “Let The Power Fall” di Robert Fripp la ballerina viene “fermata” in aria attraverso attraverso effetti di luce stroboscopiche studiate da Christopher Chambers e la musica elettrica, quasi insidiosa come il ronzio di una zanzara, lentamente si addolcisce.
A chiudere la serata la travolgente “Whirlaway”, commissionata nel 2014 per celebrare Allen Toussaint, il fenomeno musicale di New Orleans. Sulle note che spaziano dal rock al blues, passando per tutta la gamma del jazz, la coreografia ripropone atmosfere anni Cinquanta (anche nei costumi di Barbara Erin Delo) creando un turbinio che, una volta scrosciati gli applausi, si rinvigorisce con le luci stroboscopioche che fissano nell'aria del Verdi gli otto danzatori (Zoey Anderson, Megan Garcia, Téa Pérez, Luke Romanzi, Jospeh Cyranski, Justine Delius, Joanne Hwang e Luke Biddinger). La stagione prosegue martedì 12 novembre con la prosa di "Molto rumore per nulla", protagonisti lodo Guenzi e Sara Putignano per la regia di Veronica Cruciani.
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