L’INTERVENTO
«Monfalcone si è ripresa la sua dignità». Bergantini commenta i risultati amministrativi raggiunti
Dopo l’approvazione del bilancio di previsione il consigliere di maggioranza si esprime su politica fiscale, cultura, lavoro e ambiente. «Tante le innovazioni».
«Ieri abbiamo approvato l’ultimo bilancio di questa amministrazione ed è il momento di tirare un po’ le somme». Ad affermarlo è il consigliere della civica Cisint per Monfalcone, Gabriele Bergantini che riassume la situazione in cifre. «Sono passati dieci anni da quando con i colleghi dell’opposizione, che ora si ripropongono alla guida della città, la pressione fiscale era di 567 euro a cittadino, ora, nonostante il contesto sociopolitico complicatissimo che abbiamo attraversato in questi anni è scesa sensibilmente a 395 euro e contestualmente però si è alzata la qualità dei servizi: abbiamo una città più pulita, più verde, con maggiore cura dei suoi cittadini, dagli anziani ai giovani».
«Monfalcone, scegliendo noi, ha voluto riperdersi la sua dignità – aggiunge il consigliere di maggioranza - voglio evidenziare come senza questa amministrazione non avremmo avuto la chiusura della centrale a carbone e lì dove ora abbiamo un camino simbolo del sacrificio della nostra città in termini di salute ambiente, sorgerà un polmone verde e una nuova per lo sviluppo dell’economia locale, quella su cui abbiamo puntato ossia quella del mare con un’idea intelligente di innovazione energetica». Bergantini prende poi a riferimento il litorale monfalconese che «da spiaggia più brutta d’Italia nel 2015, è passata ad essere meta turistica e punto di riferimento per gli sport del mare».
Su eventi e cultura, sono stati «di qualità e volutamente accessibili a tutti e questo è costato». «Abbiamo inteso la cultura come strumento di rilancio e rivitalizzazione del nostro tessuto sociale, uno strumento per riportare i monfalconesi a vivere la propria città e sentirsi a casa propria» specifica. Infine, su lavoro e dignità «questa amministrazione ha lottato e sta lottando per invertire i rapporti con la grande azienda e dire basta alla sudditanza, alla logica dei subappalti che portano con se un pesante sottobosco di illegalità che abbiamo fatto emergere».
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