La particolarità
Ecco la Missa Aquiliensis, il gioiello di musica sacra composto dal Seghizzi nel 1913
L'opera, scritta nell'ultimo anno di pace, è stata trascritta e studiata da Fulvio Madotto. Ora la pubblicazione.
Sono trecento le copie dei fascicoli, pubblicati dall’Associazione Seghizzi di Gorizia, della Missa Aquileiensis, composta dal maestro di cappella della Chiesa Metropolitana, Augusto Cesare Seghizzi, nel 1913. Fascicoli che «saranno resi disponibili a tutti i cori che ne faranno richiesta», così il presidente del sodalizio, Roberto Madotto. La messa, recuperata da Fulvio Madotto, era stata già eseguita nella sua versione per orchestra con un adattamento organistico dello stesso Madotto.
«La partitura d’organo si credeva perduta ma invece grazie allo studio e alla caparbietà di Fulvio Madotto è stata recuperata: era stata archiviata in modo erroneo in faldoni diversi», così Roberto Madotto. Ora l’opera è stata pubblicata grazie al contributo del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia - presenti stamattina alla presentazione nell’oratorio Pastor Angelicus di Gorizia i consiglieri regionali Diego Bernardis e Laura Fasiolo - che ne ha finanziato la stampa.
«Il 1913 è un anno importante perché si ricordano i 1600 anni dall’Editto di Costantino che aveva permesso il culto pubblico del cristianesimo», ha ribadito lo storico Ivan Portelli che ha curato anche l’introduzione dell’opera. «In quel periodo si riscopre il luogo Aquileia, si riscoprono i mosaici, la storia della basilica e, anche, i canti tipici della chiesa aquileiese, nel solco di quanto spinto dall’arcivescovo monsignor Francesco Borgia Sedej per il recupero della storia locale e delle radici diocesane in un’ottica musicale ceciliana».
Portelli ha ribadito l’importanza della composizione del Seghizzi, «il quale recupera antiche melodie, la sequenza dei santi Ermacora e Fortunato e un’altra melodia probabilmente da un'antifona». Viene eseguita la prima volta l’11 maggio 1913 in occasione della Pentecoste per il Giubileo Costantiniano durante il solenne pontificale del principe arcivescovo Francesco Borgia Sedej e dedicata ai martiri Ermacora e Fortunato.
«79 le facciate di partiture manoscritte del Seghizzi per la versione orchestrale», ha raccontato Fulvio Madotto. «Era pratico di composizioni orchestrali e conosceva il proprio organico, tanto che la parte organistica a volte prevede un po’ di improvvisazione da parte dell’organista. In ogni caso, nella trascrizione ho rispettato gli appunti del Seghizzi». Una messa che «può essere eseguita sia con orchestra che solamente con organo. In alcuni punti, invece, ci sono solo appunti oppure manca la parte d’organo come nel Christe. Qui la parte è stata ricostruita totalmente basandosi sulla versione orchestrale».
La messa sarà eseguita il 14 marzo, in occasione della Festa dei Santi Patroni, durante il tradizionale concerto nella versione per coro e orchestra riunendo varie corali della città e dei dintorni. «Speriamo di poterla replicare ad Aquileia e a Sveta Gora», ha concluso Madotto.
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