L’evento
Lucinico celebra il patrono, San Giorgio: benedetta la nuova statua giunta da Ortisei
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Festa in paese nonostante la pioggia e il momento conviviale saltato per il lutto per Papa Francesco. Don Moris: «Festeggeremo presto».
Una festa di paese, di popolo, di comunità: ieri, 23 aprile, festa patronale di San Giorgio, patrono di Lucinico, grande festa per l’inaugurazione della nuova statua dedicata al santo cavaliere. In una chiesa che, il 30 maggio 2026 ricorderà il centenario della sua consacrazione dopo la ricostruzione al termine della Grande Guerra. Nuova statua ma va ribadito che, all’interno del sacro edificio, non vi era un’effigie e, ora, il vuoto è stato colmato.
A guidare la celebrazione, senza la processione iniziale causa la forte pioggia che si è abbattuta proprio in quel momento sul territorio, l’arcivescovo metropolita di Gorizia, monsignor Carlo Redaelli, che ha benedetto l’opera. La statua è stata realizzata dalla “Bottega Ferdinando Perathoner” di Ortisei, in provincia di Bolzano, in Val Gardena e verrà collocata sulla mensola di destra della parete laterale della parrocchiale. San Giorgio, onorato dalla Chiesa come martire di Cristo a partire almeno dal IV sec., è stato rappresentato secondo la sua iconografia tradizionale che lo vede vestito in abiti militari, a cavallo, mentre sconfigge un drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno.
La celebrazione, accompagnata dalla “Coral di Lucinis”, è stata preceduta dallo scampanio solenne. Un evento, dunque, particolare e unico e che è entrato nella storia non solo della chiesa e della parrocchia, ma dell’intera comunità. Affollata la chiesa parrocchiale con rappresentanti di associazioni cattoliche e laiche: in rappresentanza dell’amministrazione comunale c’era l’assessore al decentramento, Maurizio Negro.
La statua di San Giorgio è stata realizzata grazie ad un contributo del Consiglio Regionale FVG e alle offerte dei fedeli che «esprimono la devozione dei lucinichesi nei confronti del loro Santo Patrono. Questa, infatti, è la motivazione principale per cui è stata realizzata questa immagine: aiutare maggiormente le persone a pregare coinvolgendo anche i nostri sensi, canali di comunicazione anche con il divino come la liturgia ci insegna. Come tanti altri simboli che troviamo nelle nostre chiese, essa è un segno per ravvivare la comunione con i nostri Santi, vivi, presenti e operanti nella nostra vita come intercessori presso il Padre celeste», ha spiegato il parroco, don Moris Tonso. Al termine della celebrazione solo la benedizione impartita dall’ordinario: nessun rinfresco, come previsto, per rispettare i giorni di lutto dopo la scomparsa del Pontefice, Papa Francesco. «Ci ripromettiamo, però, di ritrovarci nuovamente assieme in tempi più opportuni», ha promesso il parroco.
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