LA LETTERA APERTA
Lettere – Strukelj scrive a Fasan: «Monfalcone non è sotto attacco, basta alimentare l’odio»
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L’esponente dei Progressisti per Monfalcone si rivolge al sindaco per fermare la strumentalizzazione politica e mediatica «che sta danneggiando l’immagine e il futuro della città».
Davide Strukelj dei Progressisti per Monfalcone scrive una lettera aperta al sindaco Luca Fasan. L’autore richiama l’acceso dibattito pubblico cittadino segnato da tensioni sociali e «narrazioni polarizzanti». Quindi, tramite questo testo, si rivolge direttamente al primo cittadino denunciando gli effetti deleteri di una retorica mediatica che alimenta paura e divisione, pur in assenza di reali minacce. L'appello è quello di fermare il processo di «delegittimazione dell'immagine della città» e tutelare il tessuto sociale, economico e civile di una comunità che merita rispetto, verità e coesione. S.F.
Gentile Sindaco, come lei sa benissimo la nostra è una città che in questi ultimi anni ha vissuto uno straordinario stato di tensione. Una tensione sociale certamente dovuta all'importante ingresso di nuovi residenti, molti dei quali stranieri, ma soprattutto una tensione dovuta alla costante strumentalizzazione mediatica di questo fenomeno. I continui richiami a un radicalismo islamico, in verità mai manifestatosi; le reiterate allusioni a una ipotetica volontà di sopraffazione da parte di una minoranza, di fatto mai riscontrata; la compulsiva volontà di spiegare quotidianamente che la città si troverebbe sotto attacco, attacco che nessuno ha mai visto... Ebbene, tutto ciò ha certamente prodotto una forte polarizzazione del consenso, che ha fruttato importanti risultati elettorali a qualcuno, ma nel contempo ha devastato la nostra città.
Questa dinamica, ovvero il quotidiano distruggere l'immagine della nostra Monfalcone, non è più sostenibile. Prima di tutto non è sostenibile perché falso e immotivato. Ma non è sostenibile nemmeno dal punto di vista sociale, perché fomentare l'odio e il sospetto, prima o poi, potrebbe comportare conseguenze anche gravi (e che speriamo di non dover mai sperimentare...). Non è sostenibile civilmente, perché dividere i cittadini per classi religiose, etniche o razziali è pericoloso e soprattutto ingiusto. Non è sostenibile dal punto di vista della promozione della città, perché nessuno verrebbe a investire in un luogo dove le tensioni sociali (solo raccontate, per ora...) sono tali da preoccupare imprese e imprenditori. Non è sostenibile dal punto di vista patrimoniale, perché, proprio per quanto scritto sopra, vediamo diminuire quotidianamente il valore degli immobili (come gli appartamenti o gli stabili industriali) e delle attività commerciali.
Non è sostenibile guardando allo sviluppo turistico, che sappiamo essere un cavallo di battaglia di questa amministrazione, perché nessuno trascorrerebbe le sue vacanze in una località segnata dalle tensioni sociali e dall'integralismo. Gentile sindaco, a lei che rappresenta tutti i cittadini di Monfalcone chiediamo di porre fine a questo stillicidio. Intervenga quanto prima, nel pieno delle sue funzioni, presso tutte le istituzioni e con tutte le azioni possibili per impedire a chiunque (soprattutto ad alcuni, e in particolare a una persona) di devastare l'immagine della nostra amata città.
Intervenga perché la città nella quale viviamo non merita di essere denigrata in questo modo. Intervenga, Signor Sindaco, perché non intervenire la renderebbe complice di questa tragedia ormai conclamata. Intervenga perché questo è un suo dovere, morale ancor prima che istituzionale. Intervenga! Confido in una pronta e fattiva presa di posizione.
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