La lettera
Lettere - Collaborazione tra CEC (Capitale Europea della Cultura) e il cementificio Alpacem: tra cultura e polvere nociva
Ci scrive l'associazione EKO Anhovo in dolina Soče una lettera firmata anche da Legambiente Gorizia e Benkadì Aps sul noto tema del cementificio nella valle dell'Isonzo.
Ci scrivono tre realtà impegnate nel sociale e nell’ambiente del nostro Territorio. Si tratta di EKO Anhovo in dolina Soče (EKO Anhovo e Valle dell'Isonzo), Legambiente Gorizia APS e Benkadì APS. La denuncia che lanciano, a pochi giorni dall’avvio ufficiale del programma di GO! 2025 è verso il cementificio di Anhovo: «Tra cultura e polvere nociva: CEC e Alpacem», il titolo del comunicato-lettera che proponiamo sotto forma di lettera nelle righe che seguono.
Seguendo i grandiosi annunci dell’imminente avvio degli eventi previsti per la Capitale Europea della Cultura 2025 (CEC), è difficile ignorare l’amaro retrogusto lasciato dal fatto che un cementificio con una lunga storia di inquinamento ambientale, non solo in Slovenia ma anche in Austria, stia assumendo il ruolo di partner stimato nella scena culturale slovena. E lo fa addirittura sul suo palcoscenico più prestigioso.
La CEC, che nei suoi messaggi sottolinea l’impegno per la sostenibilità, le iniziative verdi e la sicurezza sociale e ambientale, si è evidentemente associata, senza particolari riserve, al cementificio austro-italiano Alpacem, che sostiene l'attuazione di alcuni progetti di GO! 2025, tra cui uno spettacolo di danza nella cava di Solcano (Solkan), di proprietà del cementificio. Lo spettacolo viene promosso con la dichiarazione che la polvere si solleverà “sotto i piedi dei ballerini” – forse sarebbe più appropriato dire che si alzerà “la polvere dell’ignoranza della Storia”. Gran parte della popolazione locale, che ancora oggi subisce le conseguenze della “polvere” del cementificio, continua infatti a soffrire di varie malattie e nella zona le morti premature sono numerose.
L’amianto, utilizzato dal cementificio in passato, e la polvere di cemento cancerogena continuano ad avere un impatto sulla salute delle persone. Il presente, inoltre, porta nuove minacce: nubi invisibili di emissioni contenenti sostanze nocive per la salute, come diossina, benzene, ossido di azoto e furani. Queste emissioni, derivanti dalla moderna co-combustione dei rifiuti, mettono ulteriormente a rischio una popolazione locale già vulnerabile.
Come si concilia tutto ciò con i grandi slogan della Capitale della Cultura sulla sostenibilità e il futuro verde? È davvero la danza sotto le nubi di polvere del cementificio la migliore metafora di una cultura che dovrebbe essere fonte positiva d’ispirazione? GO! 2025 potrebbe essere uno spazio unico di trasformazione, che unisca cultura e vera sostenibilità, ma soprattutto dia il via a dibattiti cruciali sulla sicurezza sociale e ambientale. Invece, ci sta insegnando che le nuvole di polvere di cemento e le nebbie di diossina sono un problema secondario, che può essere nascosto sotto grandi discorsi sull’arte e sul futuro.
Per coloro che conoscono la realtà di queste nubi, è l’occasione per ricordare: senza una vera attenzione all’ambiente e alle persone, la cultura perde la sua anima. Purtroppo, vediamo sempre più spesso che numerosi operatori culturali e istituzioni accettano senza esitazioni i finanziamenti del cementificio. Nel frattempo, il cementificio si erge persino a partner socialmente responsabile, che “punta a un futuro sostenibile”. Saremmo felici se questi operatori culturali e istituzioni visitassero le nostre case o la sede dell’Associazione EKO Anhovo, dove potrebbero ascoltare in prima persona la storia del cementificio e della sua “sostenibilità”, che lascia noi, abitanti del posto, sempre più ai margini della Slovenia e dimenticati.
Tuttavia, l'Associazione EKO Anhovo e la Valle dell'Isonzo non si lasceranno relegare in quell'angolo. Insieme agli abitanti della media Valle dell’Isonzo e ai nostri sostenitori, sia dalla Slovenia che dall'Italia, ci impegniamo affinché la nostra voce raggiunga anche coloro che il cementificio cerca di silenziare. Condividiamo la stessa acqua, lo stesso Isonzo e la stessa aria – e anche la responsabilità della loro tutela è comune.
L'Associazione EKO Anhovo, insieme ai nostri partner italiani, Benkadì APS e Legambiente Gorizia APS, dichiara che, per rispetto dei visitatori e degli abitanti della Valle dell’Isonzo, dove ancora oggi molti muoiono a causa delle conseguenze della produzione del cementificio Salonit Anhovo – ora ribattezzato Alpacem, sarebbe opportuno che il team della CEC interrompesse immediatamente la sua vergognosa dipendenza da una multinazionale straniera.
Siamo consapevoli che, vista la notevole dimensione dei progetti e con finanziamenti così imponenti, ciò non accadrà. Sappiamo fin troppo bene chi detiene il potere quando si tratta di denaro… Tuttavia, ci sentiamo traditi e questo amaro retrogusto rimarrà. Siamo già stati ignorati dalla Storia, ma che ora anche l'“alta” cultura ci volti le spalle e apra le braccia all’inquinatore è ancora più doloroso e scioccante. Tante grazie per questa cultura, che, per poter sopravvivere e intrattenere, si regge sulle spalle degli abitanti locali – le principali vittime del più grande fenomeno di inquinamento ambientale nella storia della Slovenia!