LA CONFERENZA
La Lega di Monfalcone sulle critiche della sinistra: «È il momento di raccontare la verità»
Affrontate le questioni pizzo e caporalato, centri islamici e assessorato alla legalità. Sulla sinistra monfalconese: «Stanno dalla parte di un sistema che non hanno mai condannato ufficialmente».
La sede della Lega di viale San Marco ha ospitato stamattina diversi cittadini, consiglieri e assessori monfalconesi per una conferenza stampa che ha preso le mosse dal dibattito fra sinistra e destra sui più recenti temi caldi, condotta dal consigliere comunale Paolo Bearzi, dal consigliere regionale Antonio Calligaris e dall’ex sindaco di Monfalcone Anna Cisint. Ad indirizzare fin da subito la questione il consigliere Bearzi: «Siamo stufi di sentirci dire che in otto anni non abbiamo fatto nulla per la legalità, quando l’assessorato alla legalità e alla sicurezza esiste proprio da otto anni».
«Fra il 2018 e 2019, in Consiglio regionale, è stata data la possibilità di aumentare assessori per nuove esigenze e problematiche, fra cui anche sicurezza e legalità – ha precisato Calligaris, sempre in merito al discorso sull’assessorato alla legalità da poco menzionato dagli esponenti della sinistra sulle pagine della stampa locale – Monfalcone volle subito avvalersi di tale possibilità, ma la proposta fu avversata in maniera molto forte e con voti a sfavore proprio dal Pd, Moretti compreso».
Il consigliere della Lega ha poi criticato le forme di «giustificazionismo e riduzionismo» da parte della sinistra su certe situazioni: «Sembra quasi che sia colpa di Anna Cisint e della Lega se parte della comunità musulmana tende all’estremismo, mentre proprio qua da Monfalcone sono partite, negli anni del suo mandato, importanti segnalazioni trasformatesi in provvedimenti legislativi». Il riferimento è alla legge di “stretta” sul ricongiungimento con i familiari entrata in vigore con l’inizio del 2025, che Cisint ha illustrato in apertura al suo intervento: «Tale lavoro è partito dalla nostra esperienza come realtà comunale, la quale mostra in anticipo ciò che succederà un po’ ovunque nel prossimo futuro».
L’europarlamentare ed ex sindaco ha allora portato il discorso sul tema dell’integralismo islamico. «Com’è che donne e bambine utilizzano sempre di più il velo integrale? Come mai ci viene segnalato che, alla scuola media, certe ragazzine vengono zittite da certi loro compagni maschi? Come mai vi sono ragazze che fuggono dal matrimonio combinato? – ha incalzato Cisint – siamo in uno stato di diritto dove va garantito il rispetto della Costituzione, ma in questi anni abbiamo scoperto cose gravissime ponendoci domande su come e perché l’integralismo islamico prosegua con queste modalità di crescita».
Strettamente correlata è la questione centri islamici, sulla quale l'onorevole leghista vorrebbe adoperarsi per portare avanti una proposta di trasparenza: «Fintantoché queste associazioni non hanno obbligo di rendere conto del loro bilancio e della provenienza dei loro finanziamenti, in Italia ci sarò un problema. Vogliamo giungere a una “mappatura” dei centri islamici affinché vi siano trasparenza, regolarità e chiarezza sulla formazione degli imam e sui contenuti che predicano: sicurezza e rispetto passano attraverso la conoscenza». A ciò si collegherebbe anche il recente arresto per proselitismo terrorista del ventisettenne turco residente a Monfalcone: «dai documenti dell'indagine condotta dai Ros è emerso che voleva aprire una moschea nella zona dietro la copertura di "centro culturale"» ha raccontato Cisint.
L’europarlamentare ci tiene a ribadire che tale approccio, «tacciato spesso di razzismo, non ha nulla di ideologico, poiché le istanze che portiamo avanti sono basate su fatti reali. Abbiamo scoperto un sistema di legami fra moschee irregolari, caporalato, pizzo e infine terrorismo che ci fa capire che va portata avanti un’operazione di verità». Sistema con cui, a detta di Cisint, «la sinistra monfalconese va a braccetto: alcune persone al centro della questione estorsioni e di altre illegalità partecipano alle riunioni delle liste civiche, come testimoniano diverse foto di pubblico dominio. Da parte loro non c’è una condanna ferma di tale sistema, almeno non alla luce dei fatti». Criticato anche il candidato dem Diego Moretti per come si è svolta la recente riunione con alcuni cittadini della comunità bengalese: «Il candidato sindaco della sinistra ha accettato di partecipare con l’aiuto di un traduttore a una riunione da cui le donne erano del tutto assenti, accettando così pur di mendicare voti il fatto che non si parli italiano e un modo di vivere contrario alla parità di genere e all’Occidente».
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