Indagati per terrorismo, tra loro un monfalconese. Le reazioni di Cisint

Indagati per terrorismo, tra loro un monfalconese. Le reazioni di Cisint

IL CASO

Indagati per terrorismo, tra loro un monfalconese. Le reazioni di Cisint

Di redazione • Pubblicato il 24 Dic 2024
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'L'arrivo indiscriminato di manodopera straniera, anche se regolare, diventa una minaccia alla sicurezza e all'incolumità'.

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«L’operazione antiterrorismo in corso condotta dai Ros dei Carabinieri  - e che coinvolge anche un immigrato musulmano a Monfalcone - mette in luce elementi di grave allarme sui rischi rappresentati dalla massiccia presenza di islamici e dal loro preoccupante atteggiamento da tempo manifestato nella nostra città - commenta l'onorevole Anna Cisint , che prosegue - Questa vicenda conferma anzitutto la presenza di un’ideologia radicalizzata nell’ambito di queste comunità nel contesto di una rete nazionale dedita alla promozione e al rafforzamento delle formazioni terroristiche "Al Qaeda" e "Isis”, che sono state protagoniste dei tanti attentati che in questi anni hanno funestato l’Europa con lutti e violenze».

«Si dimostra in questo modo che l’arrivo indiscriminato di manodopera straniera, anche se regolare, che ha reso Monfalcone una delle realtà italiane con la maggior percentuale di islamici sulla popolazione - diventa un fattore non solo di instabilità sociale, ma anche di minaccia alla sicurezza e all’incolumità. Non sono più solamente le grandi metropoli, come Milano e Bologna, i luoghi di insediamento e occultamento di queste cellule e ciò deve far riflettere sulla strategia invasiva di chi punta a sovvertire i nostri valori nel nome della sharia e che ora prende di mira proprio i territori dove le istituzioni si oppongono alle pratiche integraliste».

«In questo senso  - prosegue Cisint - è legittimo chiedersi quanto possa aver inciso anche il clima di contrapposizione alimentato dai centri islamici locali che esattamente un anno fa, il 23 dicembre, avevano organizzato una manifestazione facendo confluire migliaia di immigrati da tutta Italia, cui erano seguite le minacce di morte che mi hanno costretto alla scorta personale. Peraltro, va rilevato che uno dei giovani arrestati lavorava in un locale a fianco proprio dell’ingresso nel palazzo municipale».

«L’operazione dei Ros conferma l’esistenza di cellule attive nel nostro Paese e la necessità di mantenere alta la guardia di fronte alla minaccia terroristica. Nello stesso tempo va sottolineata la grande professionalità e la capacità che i Carabinieri, di tutte le autorità di sicurezza e della magistratura inquirente nel contrastare e prevenire l’azione di queste pericolose unità del terrorismo islamico. Rimane, in ogni caso - conclude l'europarlamentare -  la necessità di assumere a tutti i livelli il problema della pericolosità rappresentata dall’invasione islamica del nostro Paese e dell’Europa, che passa attraverso i canali irregolari e regolari e soprattutto dalla rotta balcanica il cui contenimento e controllo deve rappresentare una priorità dell'azione politica».

«Ottimo il lavoro dell’Arma dei Carabinieri che hanno individuato e fermato la potenziale minaccia rappresentata dai giovani raggruppati in un’associazione terroristica - ha dichiarato la deputata e responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani - Molto complesso e meno appariscente di altre misure affidate alle forze dell’ordine, il controllo preventivo dei soggetti radicalizzati o esposti a reclutamento è sempre più un aspetto fondamentale della sicurezza interna. Il ruolo di internet e dei social network, le caratteristiche di leader e proseliti del fondamentalismo già inseriti nel tessuto socioeconomico italiano richiedono strategie diversificate e di ampio raggio, evitando di amplificare allarme e reputazione dei terroristi» conclude la deputata.

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