Nel territorio
I due cimiteri ebraici uniti nello stesso ricordo, le cerimonie tra Gradisca e Rožna Dolina
Le celebrazioni legano i vari paesi, tanti gli studenti presenti. Il monito della memoria.
Il Giorno della Memoria è un’occasione per riflettere e rendere omaggio a tutte le vittime della Shoah e di tutte le atrocità che sono state portate dalla persecuzione nazista. Oggi, 27 gennaio 2025, in tutta Italia e nel mondo, viene ricordato il genocidio e viene ricordato che tali attrocità non devono più ripetersi.
Davanti a una quarantina di studenti e studentesse delle scuole secondaria di primo grado e Brignoli di Gradisca d’Isonzo, nel cimitero ebraico della stessa cittadina, il sindaco Alessandro Pagotto ha ribadito come commemorare la Giornata della Memoria – specialmente in luogo simile – voglia dire «mantenere viva la memoria storica soprattutto tra i giovani. Ricordiamo chi è morto nei campi di sterminio, dagli ebrei ai dissidenti politici, alle etnie e minoranze perseguitate. Ricordare – così ancora Pagotto – è un dovere morale e una responsabilità civile per mantenere vivi i nostri valori di umanità».A Gradisca d’Isonzo la comunità ebraica è stata presente per oltre tre secoli con alterne vicende, raggiungendo l’apice di membri nel 1780 con 135 ebrei presenti nella cittadina. La storia ha visto la costruzione del ghetto e la sua distruzione con un incendio fino ad arrivare ai giorni nostri con le tracce mantenute nel Museo di storia documentale di Casa Maccari.
Un appuntamento tradizionale, quello di Gradisca, che fa da eco, come unico cimitero ebraico nell’ex provincia di Gorizia, a quello di Nova Gorica. Proprio a Rožna Dolina, stamattina si è svolta per la prima volta una commemorazione in occasione del Giorno della Memoria, in ricordo dell’80° anniversario della liberazione dal campo di concentramento di Auschwitz. L’evento è stato inaugurato da Ronaldo Podbersic, che ha salutato i presenti, tra cui il vice-sindaco di Nova Gorica, Anton Harej, l’Assessore delle Politiche sociali, della famiglia, della disabilità, dell'assistenza e sanitarie di Gorizia, Silvana Romano, il presidente dell’Associazione Amici di Israele, Lorenzo Drascek, e il professor Guy Tabachnick dell'Università di Nova Gorica, che ha concluso la cerimonia con una preghiera in ebraico.
Podbersic ha sottolineato i tragici numeri di Auschwitz, dove furono deportati oltre un milione di persone, tra cui numerosi italiani, sloveni e soprattutto ebrei, molti dei quali provenienti da Gorizia. «Organizzare questa commemorazione ci è sembrato giusto, anche in vista della Capitale Europea della Cultura. Sono felice che oggi siamo qui insieme», ha dichiarato. La cerimonia si è svolta in entrambe le lingue, sloveno e italiano, simbolo di una cooperazione che va oltre la lingua e che riflette la lunga storia che lega le due città.
L’assessore Silvia Romano, portando i saluti dell'amministrazione comunale di Gorizia, ha letto un estratto da una lettera di Etty, scritta dal campo di concentramento di Westerbork: « Sono parole che mi hanno profondamente commosso, poiché ci ricordano l'importanza di continuare ad amare nel presente».
Anton Harej ha poi preso la parola, ringraziando organizzatori e ribadendo che il Giorno della Memoria è un'occasione per ricordare tutte le vittime dell'Olocausto. Dei goriziani deportati ad Auschwitz, solo due sono sopravvissuti. Il vice-sindaco ha auspicato che queste commemorazioni proseguano, poiché la comunità ebraica ha avuto un ruolo fondamentale anche nella storia delle terre goriziane.
Lorenzo Drascek ha concordato con il vice- sindaco Harej sull'importanza di celebrare questo momento, soprattutto alla luce del ruolo di Gorizia e Nova Gorica come Capitale Europea della Cultura. Ha ricordato come durante la storia, la sinagoga e il cimitero ebraico siano stati separati da un confine. - «Il popolo ebraico non commemora oggi il giorno della memoria, ma ad aprile, poiché il 27 gennaio, deve essere un giorno di riflessione per noi europei nei confronti di ciò che abbiamo fatto ad ebrei ed altri nel corso della storia» - spiega Drascek, che nella mattinata a Gorizia ha anche anche sottolineato l’urgenza di tramandare la memoria storica, soprattutto quando i testimoni oculari non ci saranno più, e ha rimarcato l’importanza della responsabilità civile nel mantenere vivo il ricordo dell'Olocausto.
A Gorizia, accanto a Drascek, erano presenti anche il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore regionale al Patrimonio e al Demanio, Sebastiano Callari, che ha evidenziato l’importanza di questa giornata. «In questa giornata Gorizia, Capitale europea della cultura con Nova Gorica, diventa anche il simbolo della cultura della non discriminazione e della difesa dei valori di libertà, di democrazia oltre che della nostra identità cristiana che vuole sempre promuovere il rispetto dell'altro e mai dimenticarsi delle grandi tragedie della storia, come lo è stata la Shoah. È importante il momento della memoria, ma nei tempi difficili che stiamo attraversando è importante anche il momento della consapevolezza, perché conoscere e tramandare ciò che ha significato per l'umanità l'Olocausto significa tenere alto il vessillo della non discriminazione e della convivenza pacifica».
Ha collaborato Ivan Bianchi.
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