Gorizia e Nova Gorica: un volume racconta un secolo di architettura e urbanistica

Gorizia e Nova Gorica: un volume racconta un secolo di architettura e urbanistica

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Gorizia e Nova Gorica: un volume racconta un secolo di architettura e urbanistica

Di I.B. • Pubblicato il 12 Gen 2025
Copertina per Gorizia e Nova Gorica: un volume racconta un secolo di architettura e urbanistica

Ecco il progetto del Consiglio degli Architetti di Gorizia che celebra il patrimonio transfrontaliero in occasione di GO! 2025.

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In occasione di GO! 2025, evento che celebra Nova Gorica e Gorizia come Capitale europea della Cultura, il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Conservatori e Paesaggisti di Gorizia ha realizzato un progetto ambizioso: la pubblicazione del volume "Gorizia-Nova Gorica: Architettura e urbanistica del Novecento / Arhitektura in urbanizem 20. Stoletja" curato da Paolo Nicoloso, Luka Skansi, Ferruccio Luppi con testi di Elena Bassi, Ingrid Boem, Alenka Di Battista, Polona Filipič Gorenšek, Eva Sušnik, Aleksandra Torbica, Gorazd Humar, Simon Kerševan, Nataša Kolenc, Tina Jazbec, Marko Korošic, Marta Lombardi, Ferruccio Luppi, Alessandra Marin, Alessandro Morgera, Paolo Nicoloso, Lucia Panzera, Loredana Pin, Ivan Portelli, Sergio Pratali Maffei, Luka Skansi, Matej Štanta, Francesca Tondello.

Questo lavoro rappresenta un lascito culturale importante, voluto per raccontare e valorizzare l’architettura e l’urbanistica della conurbazione transfrontaliera. L’idea, impostata dal precedente Consiglio e realizzata con l’attuale mandato, è stata una grande sfida per un piccolo Ordine territoriale. «Abbiamo voluto lasciare un segno tangibile della cultura architettonica del territorio», spiegano i promotori, sottolineando l’impegno necessario per portare a termine l’iniziativa.

Il volume raccoglie i contributi di ventuno studiosi italiani e sloveni, guidati dal prof. Paolo Nicoloso dell’Università di Trieste (Facoltà di Architettura di Gorizia) e dal prof. Luka Skansi del Politecnico di Milano. L’obiettivo è stato riscoprire il patrimonio architettonico del recente passato delle due città, coglierne gli elementi di qualità, le capacità di innovazione e il ruolo degli architetti locali nel dibattito culturale dell’epoca.

Al progetto hanno partecipato anche l’Istituto di Italianistica dell’Università di Lubiana, che ha curato le traduzioni sloveno-italiano e italiano-sloveno dei testi, Trieste Traduzioni Congressi s.r.l., per l’appendice in lingua inglese, e l’architetto e fotografo Federico Rinoldi, autore della campagna fotografica che interpreta i fatti architettonici e i luoghi urbani descritti. Importante anche il contributo dell’Associazione degli Architetti del Litorale, che ha collaborato con il Consiglio dell’Ordine per garantire una visione organica e condivisa del territorio.

Il volume colma una lacuna storica: fino a oggi mancava una raccolta che descrivesse architettura e urbanistica come aspetti fondanti dell’identità culturale del territorio transfrontaliero. La pubblicazione vuole essere anche un punto di partenza per iniziative future di co-progettazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e urbanistico, contribuendo a consolidare il ruolo dell’architettura quale pratica di rilevante interesse pubblico.

Una riflessione sul contesto storico e culturale

La storia di Gorizia e Nova Gorica attraversa tutto il Novecento ed è segnata da profondi mutamenti. All’inizio del secolo, Gorizia era una città multietnica, luogo di convivenza tra aspirazioni nazionali italiane e slovene. Successivamente, è stata devastata dalle due guerre mondiali: trasformata in campo di battaglia nel 1916, profondamente segnata nel 1945.

Tra le due guerre, il fascismo ha esasperato le tensioni nazionaliste. Dopo il 1945, la divisione tra capitalismo e comunismo ha trasformato la zona in un confine simbolico e politico. Nova Gorica, fondata dai trattati di Parigi del 1947, è diventata un simbolo politico, per poi ridimensionarsi a realtà locale con l’evoluzione delle relazioni tra Italia e Jugoslavia. In questo contesto travagliato, l’architettura ha avuto un ruolo fondamentale, raccontando le trasformazioni urbanistiche e riflettendo i cambiamenti culturali e sociali.

L’architettura come bene comune

Il volume sottolinea l’importanza dell’architettura quale connessione tra funzione sociale e culturale. Progettare non è solo accostare elementi, ma rispondere alle esigenze del contesto e della società, dando forma al presente e preparando il futuro.

Gli autori auspicano l’introduzione in Italia di una legge quadro sulla qualità architettonica, urbana e ambientale, già realtà in molti Paesi europei. L’architettura, nelle sue diverse espressioni, deve essere riconosciuta come diritto del cittadino, bene comune che contribuisce al welfare urbano e allo sviluppo sociale.

Guardare al passato, come fa questa pubblicazione, permette di comprendere le capacità culturali e professionali della figura dell’architetto e dell'archittura, protagonisti di trasformazioni che attraversano un secolo di storia in un luogo di confine. 

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