Gorizia al centro del patto tra sloveni, tedeschi e friulani: il caso a Spilimbergo

Gorizia al centro del patto tra sloveni, tedeschi e friulani: il caso a Spilimbergo

La situazione

Gorizia al centro del patto tra sloveni, tedeschi e friulani: il caso a Spilimbergo

Di I.B. • Pubblicato il 21 Gen 2025
Copertina per Gorizia al centro del patto tra sloveni, tedeschi e friulani: il caso a Spilimbergo

La città è stata portata come esempio di condivisione e di collaborazione in vista della Capitale europea della cultura e come primo luogo dove si potrà dare concretezza a questo patto.

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Gorizia, con la sua storia di confine e l’arrivo delle celebrazioni come Capitale europea della cultura insieme a Nova Gorica, sarà al centro dell’attività 2025 del dialogo plurilinguistico in Friuli Venezia Giulia. Dialogo che ha visto nascere il Patto di Spilimbergo tra le rappresentanze delle lingue minoritarie del Friuli Venezia Giulia (friulano, sloveno e tedesco), dal nome della cittadina che, nel suo Municipio, ha ospitato il convegno “Una terra 4 lingue - passato presente futuro del plurilinguismo in Friuli Venezia Giulia” la sera del 17 gennaio, Giornata nazionale delle lingue locali e a un quarto di secolo dalla promulgazione della legge nazionale 482/99 di tutela delle minoranze linguistiche.

Proprio al convegno di Spilimbergo era presente al tavolo una significativa rappresentanza goriziana: insieme al sindaco di Capriva del Friuli Daniele Sergon, presidente dell’ACLiF (Assemblea Comunità Linguistica Friulana, con 150 Comuni friulanofoni aderenti tra cui Gorizia stessa) c’erano anche i goriziani Walter Bandelj (presidente Confederazione delle Organizzazioni slovene SSO nonché consigliere comunale) e Milos Cotar ( presidente Unione culturale cattolica slovena ZSKP). In sala pure l’assessore comunale di Gorizia, Maurizio Negro.

«Un momento storico - ha commentato il sindaco di Capriva del Friuli, Daniele Sergon, presidente dell'ACLiF - in cui ho lanciato la proposta, condivisa dagli altri esponenti delle nostre lingue locali, di dare il via a una rete sempre più sinergica tra di noi. Un vero e proprio patto tra le nostre lingue, che siamo stati felici di poter avviare come un mosaico a Spilimbergo, città dell’arte musiva, per il futuro della nostra Regione, la quale deve puntare sempre più sul plurilinguismo per tutelare l’autonomia amministrativa e politica. Proprio Gorizia è stata citata non solo come esempio di condivisione e di collaborazione in vista della Capitale europea della cultura, ma anche come primo luogo dove si potrà dare concretezza a questo patto. La varietà linguistica è il nostro futuro, non solo il nostro passato: anche perché, numeri alla mano, sommando tutti coloro che parlano una lingua locale in Friuli Venezia Giulia si capisce chiaramente come non si tratti di una minoranza ma di una larga maggioranza della popolazione. E l’attualità di questo argomento è stata dimostrata anche dal grande interesse che il convegno ha suscitato, con la sala piena di tanti sindaci e amministratori del Friuli Venezia Giulia, compresi i rappresentanti dei Comuni di Udine e Gorizia». Sul tavolo, come obiettivo di lungo termine, quello di arrivare all’inserimento nello Statuto della Regione Autonoma Friuli Venezia della tutela del plurilinguismo.

Lo stesso sindaco di Spilimbergo Enrico Sarcinelli ha auspicato come il Tagliamento, visibile dalla sala consiliare, possa essere sempre più il fiume che unisce e non che divide il territorio regionale. Presente pure l’assessore alla cultura del Comune di Spilimbergo Ester Filipuzzi, membro anche del direttivo ACLiF.

Per la Regione il saluto del consigliere regionale Markus Maurmair, già presidente della stessa ACLiF, che ha anch’egli sottolineato il valore delle lingue locali per l’autonomia. Interventi pure di Geremia Gomboso presidente dell’Istitût Ladin Furlan Pre Checo Placerean, Eros Cisilino presidente dell’ARLeF che ha parlato della voglia di friulano delle famiglie che lo richiedono per i propri figli a scuola e di Federico Vicario presidente della Società Filologica Friulana il quale ha presentato in anteprima la stampa degli atti del convegno “Rai pal Friûl” rimarcando la richiesta del mondo friulanofono di maggiori ore di lingua friulana nella Tv di Stato con anche un telegiornale dedicato.

Velia Plozner ha rappresentato la minoranza tedesca dell’ACLiT, della quale è presidente, mentre per la minoranza slovena presenti i tre presidenti Ksenija Dobrila (Unione culturale economica slovena SKGZ), Walter Bandelj (Confederazione delle Organizzazioni slovene SSO) e Milos Čotar (Unione culturale cattolica slovena ZSKP). Nei loro interventi hanno evidenziato quanto fanno e quanto vorrebbero realizzare per la tutela della propria lingua, esprimendo apertura a una maggiore collaborazione con la rappresentanza friulana.

In tal senso è d’esempio il caso dei ladini del Trentino Alto Adige che grazie alla collaborazione con la minoranza di lingua tedesca hanno ottenuto varie forme di tutela nonché una sede Rai loro dedicata nonostante numeri inferiori di cittadini, pari a un ventesimo rispetto ai parlanti della lingua friulana. Ospite speciale per raccontare quella realtà il governatore della Comunità ladina di Fassa Giuseppe Detomas.  

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